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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 16566 del 12 aprile 2013. In tema di induzione indebita è sufficiente la promessa di pagamento per la consumazione

  SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI PENALE Sentenza 12 aprile 2013, n. 16566 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SERPICO Francesco – Presidente – Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere – Dott. DI STEFANO Pierluig – rel. Consigliere – Dott....

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 13 giugno 2013, n. 25939. In caso di concorso di reati puniti con sanzioni omogenee sia nel genere che nella specie per i quali sia riconosciuto il vincolo della continuazione, l’individuazione del concreto trattamento sanzionatorio per il reato ritenuto dal giudice più grave non può comportare l’irrogazione di una pena inferiore nel minimo a quella prevista per uno dei reati-satellite

      Corte di cassazione, S.U.P., sentenza 13 giugno 2013 n. 25939[1]   In caso di concorso di reati puniti con sanzioni omogenee sia nel genere che nella specie per i quali sia riconosciuto il vincolo della continuazione, l’individuazione del concreto trattamento sanzionatorio per il reato ritenuto dal giudice più grave non può comportare...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 giugno 2013 n. 26007. Laddove il giudizio penale si sia concluso con una pronuncia di condanna in primo grado e vi sia anche condanna in favore della parte civile, il giudice dell’appello – nel prendere atto di una causa estintiva del reato verificatasi nelle more del giudizio di secondo grado – è tenuto a pronunciarsi, ai sensi dell’art. 578 c.p.p. sull’azione civile

    Testo integrale   Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 giugno 2013 n. 26007[1]   Laddove il giudizio penale si sia concluso con una pronuncia di condanna in primo grado e vi sia anche condanna in favore della parte civile, il giudice dell’appello – nel prendere atto di una causa estintiva del reato...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 25154 del 7 giugno 2013. In caso di legittimo impedimento spetta al giudice valutare i diversi impegni del difensore

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza n. 25154 del 7 giugno 2013 Ritenuto in fatto 1. Con la decisione in epigrafe indicata la Corte d’appello di Catanzaro ha confermato la sentenza del 23 dicembre 2008 con cui il Tribunale di Cosenza aveva condannato D.A. alla pena di sei mesi di reclusione ed Euro 500,00...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 25589 del 11 novembre 2013. In caso di patteggiamento, il giudice deve motivare la liquidazione delle spese alla parte civile

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza n. 25589 del 11 novembre 2013 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza sopra indicata, il Tribunale di Trieste ha applicato a F. M. la pena concordata di due mesi e venti giorni di reclusione e 360 euro di multa per il delitto di cui agli artt. 81...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 giugno 2013 n. 25823. Il deposito dell’atto di nomina dei difensore di fiducia presso l’autorità precedente può essere effettuato, quando non vi è dubbio sull’esistenza dei rapporto fiduciario, sull’originalità dell’atto e sulla sua provenienza, anche da altro soggetto all’uopo delegato, anche verbalmente, dal difensore nominato

Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 giugno 2013 n. 25823[1] Il deposito dell’atto di nomina dei difensore di fiducia presso l’autorità precedente può essere effettuato, quando non vi è dubbio sull’esistenza dei rapporto fiduciario, sull’originalità dell’atto e sulla sua provenienza, anche da altro soggetto all’uopo delegato, anche verbalmente, dal difensore...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 maggio 2013, n. 20754. Violenza sessuale per un uomo che, qualificandosi come ginecologo, traeva in inganno due donne, sottoponendole ad una visita ginecologica con ispezione manuale della vagina e palpeggiamento dei seni

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III PENALE Sentenza  14 maggio 2013, n. 20754   Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di L’Aquila ha confermato la sentenza del Tribunale di Lanciano In data 19/04/2010, con la quale S.P. era stato dichiarato colpevole dei reati: a) di cui agli art. 81...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 giugno 2013 n. 25806. La presentazione del Cud può servire a provare che l’acquisto delle sostanze stupefacenti è avvenuto per uso personale e non per fini di spaccio

Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 giugno 2013 n. 25806[1] In assenza di mutamenti del materiale probatorio acquisito al processo, la riforma della sentenza assolutoria di primo grado, una volta compiuto il confronto puntuale con la motivazione della decisione di assoluzione, impone al giudice di argomentare circa la configurabilità del...

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 10 giugno 2013 n. 25401. Il c.d. consumo di gruppo di sostanze stupefacenti, sia nel caso di acquisto in comune sia in quello del mandato all’acquisto collettivo ad uno degli assuntori e nell’originaria conoscenza dell’identità degli altri, continua a costituire, anche dopo le modifiche apportate dalla legge 21 febbraio 2006, n. 49, l’illecito amministrativo di cui all’articolo 75 e non già il reato di cui all’articolo 73, comma 1-bis

Il testo integrale Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 10 giugno 2013 n. 25401[1]   Il c.d. consumo di gruppo di sostanze stupefacenti, sia nel caso di acquisto in comune sia in quello del mandato all’acquisto collettivo ad uno degli assuntori e nell’originaria conoscenza dell’identità degli altri, continua a costituire, anche dopo le modifiche apportate dalla...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 31 maggio 2013, n.23661. Il direttore amministrativo di una casa famiglia e i suoi dipendenti rispondono per la morte di un’anziana malata di Alzheimer, gettatasi, durante la notte, dalla finestra della camera in cui era ricoverata

La massima L’accettazione del paziente in una struttura deputata a fornire assistenza sanitario-ospedaliera, ai fini del ricovero o di una visita ambulatoriale, comporta la conclusione di un contratto di prestazione d’opera atipico di specialità, che non si esaurisce nella effettuazione delle cure mediche, ma si estende a una serie di altre prestazioni, in relazione alle...