L’esonero da responsabilità dell’ente proprietario di una strada richiede una prova rigorosa 
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L’esonero da responsabilità dell’ente proprietario di una strada richiede una prova rigorosa 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 maggio 2024| n. 12988.

L'ente proprietario di una strada aperta al pubblico transito si presume responsabile, ai sensi dell'art. 2051 cod. civ., dei sinistri riconducibili alle situazioni di pericolo connesse in modo immanente alla struttura o alle pertinenze della strada stessa; l'esonero da responsabilità richiede una prova rigorosa in ordine alla concreta ed effettiva impossibilità di esercitare sul bene la signoria di fatto sulla cosa, da valutare con particolare e determinante riguardo alla natura ed alla posizione dell'area teatro del sinistro.

Appalto e le condotte illecite poste in violazione della normativa edilizia
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Appalto e le condotte illecite poste in violazione della normativa edilizia

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 maggio 2024| n. 13157.

In relazione alle condotte illecite poste in essere in violazione della normativa edilizia, mentre sul piano amministrativo, cioè nei rapporti con la pubblica amministrazione, la responsabilità per gli abusi incombe sia sul committente, sia sul direttore dei lavori, sia sull'appaltatore, ai fini della responsabilità nei rapporti interni rilevano il rapporto contrattuale e le obbligazioni da esso derivanti.

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Dovere di motivazione adeguata per il rigetto dell’istanza di ammissione di una CTU proveniente da una delle parti

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 maggio 2024| n. 13038.
La decisione di ricorrere o meno ad una consulenza tecnica d’ufficio costituisce un potere discrezionale del giudice, che, tuttavia, è tenuto a motivare adeguatamente il rigetto dell’istanza di ammissione proveniente da una delle parti, dimostrando di poter risolvere, sulla base di corretti criteri, i problemi tecnici connessi alla valutazione degli elementi rilevanti ai fini della decisione, senza potersi limitare a disattendere l’istanza sul presupposto della mancata prova dei fatti che la consulenza avrebbe potuto accertare. Pertanto, nelle controversie che, per il loro contenuto, richiedono si proceda ad un accertamento tecnico, il mancato espletamento, specie a fronte di una domanda di parte, costituisce una grave carenza nell’accertamento dei fatti da parte del giudice di merito, che si traduce in un vizio della motivazione della sentenza

La denuncia può costituire fonte di responsabilità civile a carico del denunciante o del querelante
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La denuncia può costituire fonte di responsabilità civile a carico del denunciante o del querelante

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 maggio 2024| n. 13093.

La denuncia o la proposizione di una querela per un reato perseguibile d'ufficio possono costituire fonte di responsabilità civile a carico del denunciante o del querelante, in caso di successivo proscioglimento o assoluzione del denunciato (o querelato), solo ove contengano gli elementi costitutivi (oggettivo e soggettivo) del reato di calunnia, poiché, al di fuori di tale ipotesi, l'attività del pubblico ministero titolare dell'azione penale si sovrappone all'iniziativa del denunciante-querelante, interrompendo ogni nesso causale tra denuncia calunniosa e danno eventualmente subito dal denunciato (o querelato).

Appalto e la richiesta di notevoli e importanti variazioni delle opere
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Appalto e la richiesta di notevoli e importanti variazioni delle opere

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|7 maggio 2024| n. 12396.

In tema di appalto, la richiesta di notevoli e importanti variazioni delle opere, avanzata in corso di esecuzione dei lavori dal committente, comporta la sostituzione consensuale del regolamento contrattuale e il venir meno del termine di consegna e della penale per il ritardo originariamente pattuiti; l'efficacia della penale è tuttavia conservata se le parti fissano di comune accordo un nuovo termine mentre, in mancanza, grava sul committente, che intenda conseguire il risarcimento del danno da ritardata consegna dell'opera, l'onere di fornire la prova della colpa dell'appaltatore.

Sopraelevazione e l’inapplicabilità del diritto di prevenzione e obbligo del rispetto delle distanze dalle costruzioni del confinante
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Sopraelevazione e l’inapplicabilità del diritto di prevenzione e obbligo del rispetto delle distanze dalle costruzioni del confinante

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|7 maggio 2024| n. 12292.

La sopraelevazione deve essere considerata, a tutti gli effetti, come nuova costruzione e può essere quindi eseguita solo con il rispetto della normativa sulle distanze legali dalle costruzioni esistenti sul fondo confinante; in tal caso, risulta inapplicabile il criterio della prevenzione, che si esaurisce, invece, con il completamento, dal punto di vista strutturale e funzionale, della prima costruzione.

Nell’ambito delle opere edilizie la semplice “ristrutturazione”
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Nell’ambito delle opere edilizie la semplice “ristrutturazione”

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|8 maggio 2024| n. 12535.

Nell'ambito delle opere edilizie, la semplice "ristrutturazione" si verifica ove gli interventi, comportando modificazioni esclusivamente interne, abbiano interessato un edificio di cui sussistano e rimangano inalterate le componenti essenziali, quali i muri perimetrali, le strutture orizzontali, la copertura, mentre è ravvisabile la "ricostruzione" allorché tali componenti siano venute meno, per evento naturale o per volontaria demolizione e l'intervento si traduca nell'esatto ripristino delle stesse operato senza alcuna variazione rispetto alle originarie dimensioni dell'edificio, e, in particolare, senza aumenti della volumetria, in presenza dei quali, si verte, invece, in ipotesi di "nuova costruzione", come tale sottoposta alla disciplina in tema di distanze vigente al momento della medesima.

L’affidamento condiviso dei figli può essere derogato quando la presenza di uno dei due genitori risulti pregiudizievole 
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L’affidamento condiviso dei figli può essere derogato quando la presenza di uno dei due genitori risulti pregiudizievole 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|8 maggio 2024| n. 12474.

L’affidamento condiviso dei figli nella separazione dei coniugi può essere derogato solo nel caso in cui la presenza di uno dei due genitori possa risultare pregiudizievole per i figli ed in tal senso deve essere adeguatamente motivata la decisione presa dal Giudice. Di contro è infondata la revoca dell’affido condiviso operata e motivata solo in un’ottica sanzionatoria della condotta del padre per essere andato a convivere immediatamente dopo la separazione senza nulla menzionare sulla rilevanza del suo ruolo nella vita dei figli.

I figli di una persona deceduta da fatto illecito maggiorenni ed indipendenti non esclude la risarcibilità del danno patrimoniale
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I figli di una persona deceduta da fatto illecito maggiorenni ed indipendenti non esclude la risarcibilità del danno patrimoniale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|8 maggio 2024| n. 12497.

Il fatto che i figli di una persona deceduta in seguito ad un fatto illecito siano maggiorenni ed economicamente indipendenti non esclude la configurabilità e la conseguente risarcibilità del danno patrimoniale da essi subito per effetto del venir meno delle provvidenze aggiuntive che il genitore destinava loro, posto che la sufficienza dei redditi del figlio esclude l'obbligo giuridico del genitore di incrementarli, ma non il beneficio di un sostegno durevole, prolungato e spontaneo, sicché la perdita conseguente si risolve in un danno patrimoniale, corrispondente al minor reddito per chi ne sia stato beneficato.