Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 27 maggio 2014, n. 11832 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. MAROTTA Caterina – Consigliere Dott. TRICOMI Irene – Consigliere Dott. BUFFA Francesco –...
Categoria: Cassazione civile 2014
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 3 giugno 2014, n. 12376. La volontaria cancellazione dall'albo professionale del procuratore costituito non da luogo all'applicazione dell'art. 301 c.p.c., comma 1, e non determina quindi l'interruzione del processo, in quanto, mentre le ipotesi ivi previste sono accomunate dal fatto di essere indipendenti (almeno in via diretta) dalla volontà del professionista o del cliente, la volontaria cancellazione è assimilabile alle ipotesi indicate nel terzo comma del medesimo articolo (revoca della procura o rinuncia ad essa). Infatti, la cancellazione volontaria dall'albo del difensore non può assolutamente essere equiparata alla morte o radiazione o sospensione del medesimo, essendo all'evidenza quest'ultimi eventi, a differenza del primo, indipendenti dalla volontà dell'interessato, che non può affatto interferire sulla loro realizzazione neppure sotto il profilo temporale.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 3 giugno 2014, n. 12376 Svolgimento del processo Con citazione notificata il 26 febbraio 1988 il fallimento della società Club Roman Fashion conveniva in giudizio davanti al Tribunale di Roma la Banca Nazionale del Lavoro chiedendo che, ai sensi dell’art. 67 comma 2 LF, fossero revocati e dichiarati...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 3 giugno 2014, n. 12375. Tutte le notificazioni al procuratore costituito, che eserciti il proprio ufficio fuori della circoscrizione del Tribunale al quale è assegnato senza eleggere domicilio nel luogo in cui ha sede il giudice adito, vanno eseguite presso la cancelleria di questo stesso giudice, ove si intende eletto il domicilio ai sensi dell'art. 82 del r.d. 22 gennaio 1934 n. 37.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 3 giugno 2014, n. 12375 Svolgimento del processo B.P.A.M. proponeva, dinanzi al Tribunale di Ancona, opposizione al decreto ingiuntivo, emesso il 4.10.2004 dal Presidente del medesimo Tribunale, con il quale gli era stato intimato di pagare all’ingiungente ditta Compair Group di F.M. la somma di Euro. 22.569,90 oltre...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 4 giugno 2014, n. 12571. Nel caso in cui l’usufruttuario, titolare del diritto di godere di un immobile, continua a recarsi in visita nella casa, in cui, nel frattempo, è entrato a vivere un figlio, ciò non comporta un’espressione di impossessamento, che porta all’usucapione, ma di una detenzione benevolmente concessa dall’usufruttuario stesso.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 4 giugno 2014, n. 12571 Svolgimento del processo Nel 1948 decedeva Ca.An., che lasciava in proprietà ai cinque figli un appartamento sito in (omissis) (fg. 13 part. 143), gravato da usufrutto vedovile. Una delle figlie nel 1960 cedeva la sua quota alla sorella M.C. . Nel 1968 veniva...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 maggio 2014, n. 12108. Ove sia invocata l'applicazione della Legge n. 183 del 2010, articolo 32, commi 5, 6 e 7 riguardo alle conseguenze economiche della dichiarazione di nullita' del termine apposto al contratto di lavoro – e' necessario che il ricorso investa specificamente le conseguenze patrimoniali dell'accertata nullita' della clausola di durata, non essendo possibile chiedere l'applicazione diretta della norma al di fuori del motivo di impugnazione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 maggio 2014, n. 12108 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere Dott. GHINOY...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 3 giugno 2014, n. 12370. Si riconosce nella clausola statutaria di prelazione-accanto al carattere pattizio, connesso con l'interesse individuale dei soci stipulanti – il carattere sociale dell'interesse (organizzativo) sotteso alla clausola stessa, che è evidentemente proprio della società come tale e trascende l'interesse individuale di ciascuno dei soci. Tale natura di regola organizzativa, del resto, costituisce la ragione per la quale si afferma che gli effetti della clausola statutaria di prelazione siano opponibili anche al terzo acquirente: perché, appunto, si tratta di una regola del gruppo organizzato alla quale non potrebbe non sottostare chiunque volesse entrare a far parte di quel gruppo.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 3 giugno 2014, n. 12370 Svolgimento del processo Con sentenza in data 4.6.2004 il Tribunale di Pavia, in accoglimento delle domande proposte da R.R. , socio della Calcestruzzi s.r.l., nei confronti della società stessa e dei soci R.G. , Re.Gr. , C.C. , R. , S. e M.G....
Corte di Cassazione, sezione unite, sentenza 20 maggio 2014, n. 11024. In tema di procedimento disciplinare (anche specificamente a carico di esercente la professione forense – la necessaria correlazione tra addebito contestato e decisione disciplinare non rileva in termini puramente formali. La regola correlativa infatti – mirando a garantire pienezza ed effettivita' del contraddittorio sul contenuto dell'accusa e ad evitare che l'incolpato sia condannato per un fatto (naturalisticamente inteso) rispetto al quale non abbia potuto esplicare difesa – puo' ritenersi violata esclusivamente in presenza di modificazione degli elementi essenziali della materialita' del fatto addebitato, che si traduca in effettivo pregiudizio per la possibilita' di difesa e, dunque, solo in caso di radicale trasformazione dei profili fattuali della fattispecie concreta che ingeneri incertezza sullo stesso oggetto dell'imputazione
Suprema Corte di Cassazione sezione unite sentenza 20 maggio 2014, n. 11024 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. ADAMO Mario – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. CECCHERINI Aldo...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 14 maggio 2014, n. 14014. La parte che abbia proposto ricorso straordinario al Capo dello Stato allegando, come indefettibile presupposto, la giurisdizione del giudice amministrativo, senza che la parte intimata abbia esercitato l'opposizione ex art. 48 cod. proc. amm. né abbia contestato la sussistenza di tale presupposto, eventualmente proponendo il regolamento preventivo di giurisdizione, non può proporre ricorso per cassazione ex art. 111 Cost., comma 8, e art. 362 cod. proc. civ. avverso il decreto del Presidente della Repubblica che abbia deciso il ricorso su conforme parere del Consiglio di Stato reso sull'implicito (come nella specie) – o esplicito – presupposto della sussistenza della giurisdizione del giudice amministrativo allegato dalla parte stessa, sul punto non soccombente
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezioni unite sENTENZA 14 maggio 2014, n. 14014 SVOLGIMENTO DEL PROCESSO 1. Con ricorso straordinario al Presidente della Repubblica V. G. ricorreva avverso l’Ordinanza Sindacale n. 431 del 5 luglio 2010, notificatagli il 6 luglio 2010, a firma del Sindaco del Comune di Andria e del ‘Capo Settore Espropriazioni Appalti Contratti...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 19 maggio 2014, n. 10974. In caso di trasferimento della proprietà di un'autovettura, l'omessa consegna, da parte dell'alienante, dei documenti necessari per la circolazione del veicolo realizza l'inadempimento di un'obbligazione scaturente dal contratto, giustificando quindi il rifiuto di adempimento, da parte dell'acquirente, dell'obbligazione di rimborsare all'altra parte la somma che quest'ultima sia stata costretta a pagare a titolo di tassa sulla proprietà del veicolo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 19 maggio 2014, n. 10974 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BURSESE Gaetano Antonio – Presidente – Dott. PROTO Cesare Antonio – Consigliere – Dott. PETITTI Stefano – Consigliere – Dott. SAN...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 maggio 2014, n. 12264. Nel giudizio avente ad oggetto il risarcimento del danno cosiddetto da nascita indesiderata (ricorrente quando, a causa del mancato rilievo da parte del sanitario dell'esistenza di malformazioni congenite del feto, la gestante perda la possibilità di abortire) è onere della parte attrice allegare e dimostrare che, se fosse stata informata delle malformazioni del concepito, avrebbe interrotto la gravidanza, poiché tale prova non può essere desunta dal solo fatto della richiesta di sottoporsi ad esami volti ad accertare l'esistenza di eventuali anomalie del feto.
suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione III SENTENZA 30 maggio 2014, n. 12264 Ritenuto in fatto D.S.F. e S. convennero in giudizio, dinanzi al Tribunale di Tolmezzo, la ASL X Alto Friuli, chiedendone la condanna al risarcimento dei danni cagionati dal negligente compimento della propria attività professionale da parte dei sanitari della struttura. Esposero gli...