Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 3 giugno 2014, n. 12346 Rilevato che è stata depositata la seguente relazione ex artt. 377, 380 bis cod. proc. civ., in ordine al procedimento civile iscritto al R.G. 11905 del 2011: “Rilevato che la Corte d’Appello di Ancona, confermando la pronuncia del Tribunale adito da N.C. ai...
Categoria: Cassazione civile 2014
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 6 giugno 2014, n. 12781. La rinuncia all'assegno di mantenimento ha conseguenze diverse nel giudizio di separazione e in quello di divorzio in quanto il diniego dell'assegno divorzile non può fondarsi sul rilievo che negli accordi di separazione i coniugi pattuirono che nessun assegno fosse versato dal marito per il mantenimento della moglie, dovendo comunque il giudice procedere, in quella sede, alla verifica del rapporto delle attuali condizioni economiche delle parti con il pregresso tenore di vita coniugale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 6 giugno 2014, n. 12781 Osserva Rilevato che la Corte condivide e si riporta quanto alla descrizione del presente giudizio alla relazione ex art. 380 bis c.p.c. del 28 novembre 2013 articolata sui seguenti punti: 1. Con ricorso ex art. 710 c.p.c. C.C. ha chiesto al Tribunale di...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 maggio 2014, n. 12107. Ove una nuova legge stabilisca un termine (nel nostro caso un termine di prescrizione quinquennale) piu' breve di quello fissato dalla legge anteriore (che era decennale), il nuovo termine si applica anche alle prescrizioni in corso, ma decorre dalla data di entrata in vigore della legge che ne ha disposto l'abbreviazione, purche', a norma della legge precedente, non rimanga a decorrere un termine minore (del nuovo, deve intendersi, cioe' purche' non residui un termine inferiore ai cinque anni).
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 maggio 2014, n. 12107 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. COLETTI DE CESARE Gabriella – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. BERRINO...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 maggio 2014, n. 12265. Il danno non patrimoniale e' categoria generale non suscettiva di suddivisione in sottocategorie variamente etichettate e l'interpretazione costituzionale dell'articolo 2059 c.c., rimane soddisfatta dalla tutela risarcitoria di specifici valori della persona presidiati da diritti inviolabili secondo Costituzione. Ai fini della liquidazione del danno patrimoniale futuro derivante dalla perdita degli alimenti che il figlio avrebbe potuto erogare in favore dei genitori o del genitore superstite, questi devono provare che, sulla base delle circostanze attuali, secondo criteri non ipotetici, ma ragionevolmente probabilistici, essi avrebbero avuto bisogno di tale prestazione alimentare; allo stesso modo, va provato il verosimile contributo del figlio ai bisogni della famiglia, ove dedotto per il futuro
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 maggio 2014, n. 12265 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMATUCCI Alfonso – Presidente Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere Dott. ARMANO Uliana – rel. Consigliere Dott. LANZILLO Raffaella – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 giugno, n. 12672. Nel comminare la sanzione disciplinare al notaio che trascrive gli atti con grave ritardo e non versa le imposte di registro va riconosciuta l'attenuante qualora il professionista si sia impegnato a ridurre o eliminare le conseguenze dannose.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 giugno, n. 12672 Svolgimento del processo Con decisione in data 12 gennaio 2012, la Commissione amministrativa regionale di disciplina della Toscana, su richiesta del Presidente del Consiglio notarile di Arezzo, ha comminato al notaio M.F. la sanzione disciplinare della sospensione della durata di nove mesi per violazione...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 maggio 2014, n. 11638. L'accettazione tacita dell'eredità necessita di un accertamento giudiziale esterno al processo esecutivo, che, quando si tratti di esecuzione esattoriale immobiliare, deve precedere la vendita disposta
sUPREMA Corte di Cassazione SEZIONE III sentenza 26 maggio 2014, n. 11638 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere Dott. BARRECA...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 giugno 2014, n. 12707. In tema di illeciti amministrativi, l'adozione dei principi di legalità, irretroattività e divieto di analogia, di cui all'art. 1 della legge n. 689 del 1981, comporta l'assoggettamento del fatto alla legge del tempo del suo verificarsi, con conseguente inapplicabilità della disciplina posteriore eventualmente più favorevole, a nulla rilevando che detta più favorevole disciplina, successiva alla commissione del fatto, sia entrata in vigore anteriormente all'emanazione del provvedimento di accertamento. Dichiarata illecita la somministrazione di test ai candidati alla selezione di un dirigente tecnico da inserire in organico ai sensi degli artt. 143 comma 1 lett. c) e 154 comma 1 lett. d) D.Lvo n. 196/03
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 giugno 2014, n. 12707 Ragioni in fatto e in diritto della decisione 1.- Con la sentenza impugnata (depositata in data 11.8.2012) il Tribunale di Brescia ha rigettato l’opposizione proposta dall’Aler di Brescia contro il provvedimento in data 21 luglio 2011 con il quale il Garante per...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 giugno 2014, n. 12628. Respinto l'appello proposto dalle Poste italiane avverso la sentenza con la quale era stata ritenuta la responsabilità del datore di lavoro per i danni derivati dall'assegnazione a mansioni di sportellista liquidati nella somma di euro 47.000,00 successivamente al Maggio 1991. La Corte territoriale osservava che il lavoratore era stato ritenuto inidoneo alle mansioni di sportellista sin dal 1991 in quanto lo stesso era stato vittima di un rapina presso l'ufficio postale di Petacciato che aveva determinato per lungo tempo una afonia. Rigettato il ricorso in Cassazione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 5 giugno 2014, n. 12628 Svolgimento del processo La Corte di appello di Campobasso con sentenza del 22.12.2007 rigettava l’appello proposto dalle Poste italiane avverso la sentenza emessa dal Tribunale di Larino in data 22.2.2006 con la quale era stata ritenuta la responsabilità del datore di lavoro per...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 20 febbraio 2014, n. 4093. L'accertata esposizione ad immissioni sonore intollerabili non costituisce di per sè prova dell'esistenza di danno alla salute, la cui risarcibilità è subordinata all'accertamento dell'effettiva esistenza di una lesione fisica o psichica. In tema di immissioni eccedenti il limite della normale tollerabilità, non può essere risarcito il danno non patrimoniale consistente nella modifica delle abitudini di vita del danneggiato, in difetto di specifica prospettazione di un danno attuale e concreto alla sua salute o di altri profili di responsabilità del proprietario del fondo da cui si originano le immissioni
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI CIVILE Ordinanza 20 febbraio 2014, n. 4093 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GOLDONI Umberto – Presidente – Dott. PETITTI Stefano – Consigliere – Dott. SAN GIORGIO Maria Rosaria – Consigliere –...
Corte di Cassazione, sentenza 4 giugno 2014, n. 12542. In tema di compensi ai professionisti forensi, componenti di Collegi arbitrali, si rileva che la disposizione di cui al punto 9) della Tabella di cui al d.m. n. 585/1994, contenuta nella disciplina dei compensi per l’attività forense anche stragiudiziale e pertinente, e quindi, ai soli soggetti iscritti al relativo albo e solo nei loro confronti vincolante, non può trovare applicazione con riguardo ai Collegi arbitrali a composizione mista, nei quali gli avvocati non rappresentino la totalità del Collegio
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 4 giugno 2014, n. 12542 Svolgimento del processo Con sentenza 24/7/2008- 19/1/2009, la Corte d’appello di Roma, in accoglimento dell’appello proposto dal Ministero dell’economia e delle finanze, ed in riforma della sentenza impugnata, ha revocato il decreto ingiuntivo emesso dal Presidente del Tribunale di Roma in favore dell’avv....