Consiglio di Stato sezione III sentenza 13 maggio 2015, n. 2400 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3972 del 2014, proposto da: Co., in proprio e quale mandataria dell’ATI con IN. spa, in persona...
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Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 14 maggio 2015, n. 2453. Stante la spettanza in capo all’amministrazione della scelte direzionali in tema di pianificazione urbanistica, la giurisprudenza di questo Consiglio di Stato ha costantemente ritenuto che la perplessità dell’azione amministrativa dovesse portare unicamente ad un obbligo rinforzato di motivazione, peraltro collegando tale obbligo a particolari situazioni soggettive qualificate, indicate in una serie predeterminata di casi. Tali elenchi, tuttavia, non possono configurare un numero chiuso. Infatti, è nella natura stessa degli strumenti urbanistici la necessità di adeguarsi non solo alla situazione di fatto determinatasi dall’intervento umano, ma anche al progresso delle tecniche conoscitive del territorio e all’aumentare delle competenze che rifluiscono in fase pianificatoria. Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 14 maggio 2015, n. 2453. E in questo senso, il Consiglio di Stato ha già riconosciuto la legittimità di tale evoluzione
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 14 maggio 2015, n. 2453 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello n. 122 del 2014, proposto da Im. s.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 15 maggio 2015, n. 2477. Al fine di individuare se un manufatto sia o meno interrato va fatto riferimento al livello naturale del terreno. Sul punto, non spetta al verificatore, ma solo al giudice, trarre dal risultato dell’accertamento le conclusioni in ordine all’individuazione e all’interpretazione del parametro normativo e alla sua applicazione alla specifica fattispecie
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 15 maggio 2015, n. 2477 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2034 del 2014, proposto da: Ce.Ro., rappresentata e difesa dall’avvocato Ca.Ma., con domicilio eletto presso Al.Lu. in...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 15 maggio 2015, n. 2478. La tutela del paesaggio è un principio fondamentale dell’ordinamento, garantito dall’art 9 della Costituzione, e ha carattere di preminenza rispetto agli altri beni giuridici che vengono in rilievo nella difesa del territorio, per tali ragioni gli strumenti urbanistici, come peraltro le autorità preposte alla loro salvaguardia, devono necessariamente tener conto delle preminenti esigenze sottese alla difesa paesaggistica
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 15 maggio 2015, n. 2478 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4755 del 2014, proposto da: Ministero per i beni e le attività culturali, la soprintendenza...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 15 maggio 2015, n. 2484. La dichiarazione relativa al possesso dei mezzi d’opera da parte dell’impresa ausiliaria debba essere presentata quando l’avvalimento riguardi non la qualificazione per una determinata categoria di lavori, ma risorse e requisiti tecnici specifici che non sono già senz’altro compresi nella qualificazione predetta
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 15 maggio 2015, n. 2484 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1144 del 2015, proposto da Re. s.r.l. in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 7 maggio 2015, n. 2313. La convenzione di lottizzazione, anche se istituto di complessa ricostruzione a causa dei profili di stampo giuspubblicistico che si accompagnano allo strumento chiaramente contrattuale, rappresenta pur sempre un incontro di volontà delle parti contraenti nell’esercizio dell’autonomia negoziale retta dal codice civile (cfr. Cons. Stato, sez. IV, 26 settembre 2013, nr. 4810): la richiesta di proroga costituisce quindi una proposta di modifica delle condizioni contrattuali, che deve essere accettata da controparte secondo i comuni principi civilistici. Infatti, alla stregua della vigente normativa, la durata della convenzione di lottizzazione non risulta soggetta a regole di impronta pubblicistica, costituendo materia rimessa all’accordo tra lottizzante e Amministrazione: ciò si ricava dal fatto che sul punto il legislatore – che pure ha analiticamente regolato il contenuto delle convenzioni de quibus – si è limitato a fissare il termine massimo di durata (stabilito in dieci anni ex art. 28, comma 5, nr. 3, della legge 17 agosto 1942, nr. 1150) e a ribadire che in convenzione deve comunque essere indicata la durata della convenzione, la cui concreta definizione è però rimessa alle parti
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 7 maggio 2015, n. 2313 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello nr. 8999 del 2014, proposto dal COMUNE DI VIGONZA, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dagli...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 maggio 2015, n. 2211. Al fine di evitare l’acquisizione gratuita di un immobile abusivo concesso in locazione, il proprietario dello stesso deve provare di aver effettuato un’attività materiale o quantomeno giuridica per evitare l’abuso che non può estrinsecarsi in mere dichiarazioni o manifestazioni di intenti
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 maggio 2015, n. 2211 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7114 del 2012, proposto da: Ma.Cu., Ma.Cu., rappresentati e difesi dagli avv. Gi.Sa., Gi.Pa., con domicilio eletto...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 11 maggio 2015, n. 2335. Ai fini del rilascio del permesso di soggiorno ai cittadini extracomunitari, la normativa di riferimento richiede il possesso di un reddito minimo idoneo al sostentamento del cittadino extracomunitario e del suo nucleo familiare. Trattasi di una condizione soggettiva non eludibile, attinendo alla sostenibilità dell’ingresso e della permanenza dello straniero nella comunità nazionale, in quanto garantisce che egli contribuisca al progresso anche materiale della società e non si dedichi ad attività illecite. La misura di detto requisito reddituale non è indeterminata e lasciata ad una valutazione caso per caso, bensì è stabilita, per il lavoro subordinato, dall’art. 22, comma 11, del D.Lgs. n. 286 del 1998, e per il lavoro autonomo, dall’art. 26, comma 3, della medesima normativa
Consiglio di Stato sezione III sentenza 11 maggio 2015, n. 2335 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA ex artt. 38 e 60 cod. proc. amm. sul ricorso numero di registro generale 588 del 2015, proposto da: Yi.Zh., rappresentato e difeso...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 12 maggio 2015, n. 2370. Le invalidità che inficiano il procedimento di autenticazione delle firme dei cittadini che accettano la candidatura non assumono un rilievo meramente formale, poiché le minute regole da esse presidiate mirano a garantire la genuinità delle sottoscrizioni, impedendo abusi e contraffazioni. Ne consegue che l’autenticazione, seppur distinta sul piano materiale dalla sottoscrizione, rappresenta un elemento essenziale – non integrabile aliunde – della presentazione della liste o delle candidature e non già un semplice elemento di prova volto ad evitare che le sottoscrizioni siano raccolte antecedentemente al 180° giorno fissato per la presentazione delle candidature
Consiglio di Stato sezione V sentenza 12 maggio 2015, n. 2370 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA ex artt. 38 e 60 cod. proc. amm. sul ricorso numero di registro generale 3958 del 2015, proposto da: Fr.Ba., rappresentato e difeso...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 30 aprile 2015, n. 2191. Negli appalti pubblici il contratto di avvalimento non può essere utilizzato relativamente ai requisiti ex artt.38 e 39 del Codice degli appalti pubblici; trattasi di requisiti di tipo soggettivo che sono intrinsecamente legati al soggetto e alla sua idoneità a porsi come valido e affidabile contraente; la mancanza di tale requisito, oggetto di avvalimento, comporta l’esclusione dalla gara
Consiglio di Stato sezione V sentenza 30 aprile 2015, n. 2191 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 10029 del 2014, proposto dalla s.c.a.r.l. Ci., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso...