Consiglio di Stato sezione V sentenza 23 dicembre 2015, n. 5823 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello numero di registro generale 4207 del 2015, proposto dalla s.p.a. Pe. ed altri (…); contro Il Comune di Melzo...
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Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 24 dicembre 2015, n. 5830. I presupposti per l’esercizio del potere di annullamento di ufficio della concessione di costruzione con effetti ex tunc sono l’illegittimità originaria del provvedimento, l’interesse pubblico concreto ed attuale alla sua rimozione diverso dal mero ripristino della legalità, l’assenza di posizioni consolidate in capo ai destinatari e/o l’eventuale negligenza o della malafede del privato che ha indotto in errore l’Amministrazione o ha approfittato di un errore della medesima. Orbene, l’Amministrazione deve, sia pure sinteticamente, dare conto della sussistenza di tali presupposti con l’avvertenza che pur non riscontrandosi un termine di decadenza del potere de quo, la caducazione che intervenga ad una notevole distanza di tempo e dopo che le opere sono state completate esige una più puntuale e convincente motivazione a tutela del legittimo affidamento
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 24 dicembre 2015, n. 5830 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5404 del 2015, proposto da: Comune di Mozzagrogna; contro Gi.Bu. ed altri (…); per la riforma; della...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 24 dicembre 2015, n. 5837. La statuizione sulle spese di lite, disposta dal giudice di prime cure, è censurabile nella sua misura in appello solo per manifesta illogicità od errore di fatto e, sotto il profilo della violazione di legge, soltanto se le stesse siano state poste, in tutto od in parte, a carico della parte totalmente vittoriosa, mentre non è sindacabile, neppure sotto il profilo del difetto di motivazione, l’esercizio del potere discrezionale del giudice sull’opportunità di compensarle o di non compensarle, in tutto od in parte, tra le parti
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 24 dicembre 2015, n. 5837 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA ex artt. 38 e 60 c.p.a., sul ricorso n. 7799/2015 RG, proposto dal Comune di Gaeta; contro St.Iz., non costituita nel presente giudizio;...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 28 dicembre 2015, n. 5841. In tema di ricorso amministrativo, l’art. 101, 2° comma, c.p.a., statuisce che “si intendono rinunciate le domande e le eccezioni dichiarate assorbite o non esaminate nella sentenza di primo grado, che non siano state espressamente riproposte nell’atto di appello o, per le parti diverse dall’appellante, con memoria depositata a pena di decadenza entro il termine per la costituzione in giudizio” ossia entro il termine di sessanta giorni, previsto dall’art. 46 c.p.a., decorrente dal perfezionamento della notificazione del ricorso introduttivo del giudizio d’appello
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 28 dicembre 2015, n. 5841 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4122 del 2009, proposto da: Ca.Ca. ed altri (…); contro Provincia di Siena ed altri (…); per...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 28 dicembre 2015, n. 5846. In merito al provvedimento sanzionatorio della realizzazione del manufatto abusivamente realizzato, è infondato l’asserito vizio concernente il difetto di motivazione laddove, nel provvedimento di rigetto della domanda di condono, l’ente comunale afferma che essa non può essere accolta in quanto “l’aumento di altezza di una parte del piano sottotetto ha comportato l’alterazione sostanziale del profilo altimetrico originario, non consentito dalle norme del vigente Piano di Recupero”, richiamando, l’atto in questione, le valutazioni svolte dall’ufficio tecnico comunale. Dunque, ingiungendosi, nell’ordinanza di demolizione, la rimozione della maggiore altezza della parte di sottotetto, deve concludersi che la motivazione è conforme ai parametri di adeguatezza necessari per consentire l’esercizio del diritto di difesa e il controllo giurisdizionale avendo, la P.A., chiaramente indicato le ragioni poste a fondamento degli atti censurati
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 28 dicembre 2015, n. 5846 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7269 del 2012, proposto da: D.Ro.; contro Ab.Ca. ed altri (…); per la riforma; della sentenza 22...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 30 dicembre 2015, n. 5863. La revoca in autotutela di un finanziamento pubblico in quanto illegittimo costituisce atto doveroso, espressione della legittima gestione delle risorse pubbliche; da ciò discende che mancata comunicazione dell’avvio del procedimento amministrativo avente ad oggetto il recupero di somme erroneamente corrisposte dall’amministrazione non costituisce, pertanto, causa di illegittimità dell’atto stesso
Consiglio di Stato sezione V sentenza 30 dicembre 2015, n. 5863 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8645 del 2014, proposto dalla s.r.l. Ir. in liquidazione, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 28 dicembre 2015, n. 5855. In merito all’impugnazione del provvedimento di demolizione delle opere abusive, è fondato il motivo di censura con cui si assume che l’ordine di demolizione si riferisce a diverse opere abusive, non specificamente indicate. Invero, la genericità del provvedimento di rigetto del condono, rende non chiara la individuazione della natura delle opere che non vi sarebbe incluse, con la conseguente impossibilità di accertare se, per esse, fosse effettivamente necessario il permesso di costruire o fosse sufficiente, come rilevato dalla difesa della parte appellata, anche altro titolo.
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 28 dicembre 2015, n. 5855 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1848 del 2014, proposto da: Comune di Cava de’ Tirreni; contro Tr.Gi. ed altri (…); per la...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 28 dicembre 2015, n. 5856. L’attività di affittacamere, pur differenziandosi da quella alberghiera per le dimensioni modeste, richiede non solo la cessione del godimento di un locale ammobiliato e provvisto delle necessarie somministrazioni, ma anche la prestazione di servizi personali, quali il riassetto del locale stesso e la fornitura della biancheria da letto e da bagno. Nel caso di specie non si rinviene la radicale oggettiva diversità tra le due modalità di destinazione denunciate dall’appellante e dunque non è configurabile una falsa rappresentazione in ordine al denunciato cambio di destinazione dell’immobile, per effetto della parziale sovrapposizione tra le due forme di destinazione e dell’ulteriore circostanza che l’eventuale impiego del bene secondo modalità parzialmente diverse da quelle che configurano l’affittacamere comporta l’applicazione di una sanzione pecuniaria
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 28 dicembre 2015, n. 5856 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1850 del 2014, proposto da: Comune di Cava de’ Tirreni; contro So.Lu. ed altri (…); per la...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 21 dicembre 2015, n. 5803. Ai fini della partecipazione alle gare di appalto la fattispecie dell’affitto di azienda rientra tra quelle che soggiacciono all’obbligo di rendere dichiarazioni di cui all’art. 38 comma 1 lettera c del d.lgs. n.16372006 riguardante anche gli amministratori e direttori tecnici dell’impresa cedente nel caso in cui sia intervenuta un’operazione di cessione di azienda in favore del concorrente nell’anno anteriore alla pubblicazione del bando
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 21 dicembre 2015, n. 5803 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5953 del 2015, proposto da: El. Srl; contro Ministero della Difesa ed altri (…); per la riforma;...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 21 dicembre 2015, n. 5806. Ai sensi degli artt. 2929 c.c. e 324 c.p.c., la regola del “ne bis in idem” trova applicazione anche nel processo amministrativo sul presupposto dell’identità nei due giudizi delle parti in causa e degli elementi identificativi dell’azione proposta, e, quindi, sul presupposto che nei suddetti giudizi sia chiesto l’annullamento degli stessi provvedimenti, o al più di provvedimenti diversi ma legati da uno stretto vincolo di consequenzialità in quanto inerenti ad un medesimo rapporto, sulla base di identici motivi di impugnazione
Consiglio di Stato sezione III sentenza 21 dicembre 2015, n. 5806 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2361 del 2015, proposto da: -OMISSIS; contro AN. S.p.A. ed altri (…); per la riforma; della sentenza...