Il testo integrale[1]

Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 marzo 2012 n. 8558

La S.C., con la sentenza in commento, ha rigettato il ricorso dell’imputata già condannata a 200 euro di multa ed al risarcimento dei danni e delle spese dal giudice di pace di Gallipoli, sentenza poi confermata dal tribunale di Lecce, per aver proferito alla vicina gli epiteti “faccia di troia, faccia di puttana”.

Per gli Ermellini  l’imputata “ha compiuto movimenti labiali, espressivi di una delle parole usualmente utilizzate, per esporre in maniera volgare e diretta, nei confronti di destinatario di sesso femminile, un giudizio negativo sulla eticità di un suo comportamento o del suo stile di vita”.

Sorrento 6 marzo 2012

Avv. Renato D’Isa

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