Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 22 novembre 2016, n. 23732

In caso di cessione d’azienda i lavoratori impiegati devono essere riassunti dall’azienda subentrante a parità di condizioni economiche e normative previste dai contratti collettivi nazionali di settore

Suprema Corte di Cassazione

sezione lavoro

sentenza 22 novembre 2016, n. 23732

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE LAVORO
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. DI CERBO Vincenzo – Presidente
Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere
Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere
Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere
Dott. GHINOY Paola – rel. Consigliere
ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso 14981/2015 proposto da:

(OMISSIS), C.F. (OMISSIS), elettivamente domiciliata in (OMISSIS), presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS), che la rappresenta e difende, giusta delega in atti;

– ricorrente –

contro

(OMISSIS) SOCIETA’ CONSORTILE A R.L., C.F. (OMISSIS), in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliata in (OMISSIS), presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS), che la rappresenta e difende unitamente all’Avvocato (OMISSIS), giusta delega in atti;

– controricorrente –

E SUL RICORSO SUCCESSIVO, senza numero di R.G. proposto da:

(OMISSIS) SOCIETA’ CONSORTILE A R.L. C.F. (OMISSIS), in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliata in (OMISSIS), presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS), che la rappresenta e difende unitamente all’Avvocato (OMISSIS), giusta delega in atti;

– ricorrente successivo –

contro

(OMISSIS) C.F. (OMISSIS), elettivamente domiciliata in (OMISSIS), presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS), che la rappresenta e difende, giusta delega in atti;

– controricorrente al ricorso successivo –

avverso la sentenza n. 178/2015 della CORTE D’APPELLO di VENEZIA, depositata il 18/04/2015 R.G.N. 743/2014;

udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 25/05/2016 dal Consigliere Dott. PAOLA GHINOY;

udito l’Avvocato (OMISSIS);

udito l’Avvocato (OMISSIS);

udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. SANLORENZO Rita, che ha concluso per l’accoglimento del ricorso di (OMISSIS) rigetto ricorso (OMISSIS).

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

La Corte d’appello di Venezia con la sentenza n. 178 del 2015, in parziale accoglimento del reclamo proposto L. n. 92 del 2012, ex articolo 1, comma 58, avverso la sentenza del Tribunale di Padova, dichiarava inefficace il licenziamento intimato il 14.6.2013 da (OMISSIS), societa’ consortile a r.l., a (OMISSIS), a seguito di cessazione dell’appalto di pulizia in atto. La Corte territoriale riteneva che nella fattispecie, nella quale si era realizzato un subentro nell’appalto conferito dal Comune di Padova, il Decreto Legge n. 248 del 2007, articolo 7, convertito con L. n. 31 del 2008, esonerasse dall’obbligo di adottare la procedura prevista per licenziamenti collettivi dalla L. n. 223 del 1991, articoli 4 e 5, ne’ potevano imputarsi al datore di lavoro le condizioni contrattuali contenute nei contratti stipulati dai lavoratori con l’impresa subentrata, che erano parzialmente diverse da quelle che avevano regolato il precedente rapporto di lavoro.

Nel caso, tuttavia, sussisteva ad avviso del giudice di secondo grado il vizio procedurale configurato dalla mancata comunicazione alla Direzione territoriale del lavoro ai fini dell’esperimento del tentativo di conciliazione ai sensi della L. n. 604 del 1966, articolo 7. Applicava quindi la tutela risarcitoria prevista dalla L. n. 300 del 1970, articolo 18, comma 6, nel testo vigente, riconoscendo l’indennita’ nella misura minima di sei mensilita’.

Per la cassazione della sentenza (OMISSIS) ha proposto ricorso, affidato ad un motivo, cui ha resistito con controricorso (OMISSIS) societa’ consortile a r.l.. La societa’ ha depositato altresi’ ricorso autonomo, affidato ad un motivo, cui ha resistito con controricorso la lavoratrice.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Preliminarmente i due ricorsi sono stati riuniti ex articolo 335 c.p.c., in quanto proposti avverso la medesima sentenza.

1. Il ricorso della lavoratrice attinge la sentenza della Corte territoriale laddove ha ritenuto inapplicabile alla fattispecie la disciplina dettata per i licenziamenti collettivi dalla L. n. 223 del 1991.

L’interesse all’accoglimento del motivo risiede nel fatto che ad avviso della ricorrente, laddove la Corte avesse correttamente ritenuto applicabile tale procedura, il vizio di omissione della stessa farebbe ricadere il licenziamento illegittimo nella sfera di applicazione della L. n. 300 del 1970, articolo 18, comma 4, nella formulazione che risulta a seguito delle modifiche apportate dalla L. n. 92 del 2012, con la conseguente tutela reintegratoria, in luogo della tutela risarcitoria prevista dalla L. n. 300 del 1970, articolo 18, comma 6, applicata dalla Corte territoriale.

1.2. La lavoratrice denuncia quindi violazione e/o falsa applicazione del Decreto Legge n. 248 del 2007, articolo 7, comma 4 bis, convertito con L. n. 31 del 2008; violazione e/o falsa applicazione della L. n. 223 del 1991, articoli 4 e 5; violazione e/o falsa applicazione del Decreto Legislativo n. 276 del 2003, articolo 29, comma 3; violazione e/o falsa applicazione dell’articolo 4 del CCNL pulizie multiservizi.

Sostiene che ai fini dell’applicazione dell’articolo 7, citato occorrerebbe l’invarianza delle condizioni dell’intero appalto, con la parita’ di condizioni economiche e normative applicate al lavoratore. Riferisce che l’articolo 4 del CCNL Multiservizi distingue l’ipotesi in cui il subentro nell’appalto avvenga a parita’ di condizioni contrattuali, nel qual caso l’impresa subentrante e’ tenuta ad assumere coloro che siano stati addetti all’appalto per un periodo di almeno quattro mesi prima della sua cessazione, dall’ipotesi nella quale la successione nell’appalto avvenga con modificazioni di tali condizioni, evenienza nella quale non vi e’ un obbligo assoluto di assunzione, ma dev’essere esperita una procedura sindacale finalizzata ad armonizzare le mutate esigenze tecnico-organizzative dell’appalto con il mantenimento dei livelli occupazionali.

1.3. Il motivo e’ fondato.

Il Decreto Legge 31 dicembre 2007, n. 248, articolo 7, al comma 4 bis, introdotto dalla legge di conversione 28 febbraio 2008, n. 31, ha previsto che “Nelle more della completa attuazione della normativa in materia di tutela dei lavoratori impiegati in imprese che svolgono attivita’ di servizi in appalto e al fine di favorire la piena occupazione e di garantire l’invarianza del trattamento economico complessivo dei lavoratori, l’acquisizione del personale gia’ impiegato nel medesimo appalto, a seguito del subentro di un nuovo appaltatore, non comporta l’applicazione delle disposizioni di cui alla L. 23 luglio 1991, n. 223, articolo 24, e successive modificazioni, in materia di licenziamenti collettivi, nei confronti dei lavoratori riassunti dall’azienda subentrante a parita’ di condizioni economiche e normative previste dai contratti collettivi nazionali di settore stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente piu’ rappresentative o a seguito di accordi collettivi stipulati con le organizzazioni sindacali comparativamente piu’ rappresentative”.

La disposizione ha quindi aggiunto un’ipotesi ulteriore alle eccezioni dall’applicazione della procedura prevista dalla L. n. 223 del 1991, gia’ individuate dall’articolo 24, comma 4, per i casi di scadenza dei rapporti di lavoro a termine, di fine lavoro nelle costruzioni edili e di attivita’ stagionali o saltuarie, relativa al subentro nell’appalto di servizi. Allo scopo, ha pero’ previsto un requisito: che i lavoratori impiegati siano riassunti dall’azienda subentrante a parita’ di condizioni economiche e normative previste dai contratti collettivi nazionali di settore stipulati dalle organizzpzioni sindacali comparativamente piu’ rappresentative, oppure che siano riassunti a seguito di accordi collettivi stipulati con le organizzazioni sindacali comparativamente piu’ rappresentative. (Solo) nella ricorrenza di tali presupposti, infatti, la situazione fattuale costituisce sufficiente garanzia per i lavoratori, risultandone la posizione adeguatamente tutelata, ed esonera dal rispetto dei requisiti procedurali richiamati dalla L. n. 223 del 1991, articolo 24. Cio’ risulta confermato anche dalle dichiarate finalita’ della disposizione, di “favorire la piena occupazione e di garantire l’invarianza del trattamento economico complessivo dei lavoratori”, che concorrono ad individuare l’ambito dell’esonero dal rispetto della procedura collettiva.

Nel caso in esame, la Corte territoriale non ha fatto corretta applicazione della norma richiamata, ritenendo che le condizioni contrattuali applicate in concreto dalla societa’ subentrante alla lavoratrice (tra le quali, in particolare, il fatto che il contratto di lavoro fosse stato stipulato a tempo parziale anziche’ a tempo pieno come il precedente) non dovessero essere allo scopo valutate, esorbitando dai limiti di gestione del rapporto in capo alla societa’ reclamante, mentre esse dovevano rientrare nella valutazione della sussistenza dei presupposti per la legittimita’ della procedura di irrogazione del licenziamento.

Ne’ rileva il fatto, valorizzato dalla Corte territoriale, che l’articolo 4 del CCNL Multiservizi per il caso di cessazione di appalto con “modificazione di termini modalita’ e prestazioni contrattuali” demandi ad una successiva trattativa con l’impresa subentrante l’individuazione delle iniziative finalizzate ad “armonizzare le mutate esigenze tecnico organizzative dell’appalto con il mantenimento dei livelli occupazionali”. La previsione infatti attiene all’individuazione in termini generali della possibile soluzione concordata sindacalmente delle modalita’ del subentro, e non incide di per se’ sulle caratteristiche concrete con le quali si e’ realizzato il subentro nell’appalto in questione, alle quali occorre avere riguardo.

2. A fondamento del proprio ricorso, la societa’ deduce omesso esame di un fatto decisivo del giudizio che e’ stato oggetto di discussione tra le parti. Valorizza il fatto che la lavoratrice il 14 giugno avesse ricevuto la lettera di licenziamento, il 20 giugno avesse firmato il contratto di lavoro con l’impresa subentrante nell’appalto, il 30 giugno fosse cessato il rapporto con (OMISSIS) e che dal 1 luglio senza alcuna riserva o contestazione avesse continuato a svolgere le stesse mansioni con la nuova datrice, cosi’ formalmente esprimendo la propria volonta’ di ritenere cessato dal 30 giugno il rapporto di lavoro con (OMISSIS).

2.1. Il ricorso della societa’ non e’ fondato, dovendosi dare continuita’ al principio gia’ affermato da questa Corte nella sentenza n. 12613 del 29/05/2007, secondo il quale la scelta effettuata dal lavoratore per la costituzione di un nuovo rapporto con la societa’ subentrante nell’appalto di servizi non implica, di per se’, rinuncia all’impugnazione dell’atto di recesso, dovendosi escludere che si possa desumere la rinuncia del lavoratore ad impugnare il licenziamento o l’acquiescenza al medesimo dal reperimento di una nuova occupazione, temporanea o definitiva, non rivelandosi, in tale scelta, in maniera univoca, ancorche’ implicita, la sicura intenzione del lavoratore di accettare l’atto risolutivo. Tale principio conserva validita’ nel caso in esame, neppure risultando circostanze fattuali ulteriori e significative nel senso voluto dalla societa’.

3. Segue l’accoglimento del ricorso di (OMISSIS), il rigetto del ricorso di (OMISSIS) s.c.a.r.l., nonche’ la cassazione della sentenza impugnata in relazione al ricorso accolto, con rinvio per nuovo esame alla Corte d’appello di Venezia in diversa composizione, che dovra’ valutare la fattispecie in applicazione dei principi sopra affermati e decidere sulle questioni conseguenti ed anche sulle spese del giudizio di cassazione.

4. Il rigetto integrale del ricorso di (OMISSIS) s.c.a r.l, determina la sussistenza dei presupposti previsti dal primo periodo del Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, articolo 13, comma 1 quater, introdotto dalla L. 24 dicembre 2012, n. 228, articolo 1, comma 17, per il raddoppio del contributo unificato dovuto per il ricorso.

P.Q.M.

La Corte accoglie il ricorso di (OMISSIS), rigetta il ricorso di (OMISSIS) societa’ consortile a r.l.. Cassa la sentenza impugnata in relazione al ricorso accolto e rinvia, anche per le spese, alla Corte d’appello di Venezia in diversa composizione.

Ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, articolo 13, comma 1 quater, dichiara la sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente (OMISSIS) s.c.a r.l., dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso, a norma dello stesso articolo 13, comma 1 bis

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