Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza n. 24180 del 25 ottobre 2013 Ragioni della decisione 1. Il Comune di Torino chiede l’annullamento della sentenza della Corte d’appello di Torino, pubblicata il 17 maggio 2010, che ha respinto l’appello contro la decisione del Tribunale che aveva accolto la domanda di G.N. 2. Il N., dipendente...
Mese: Ottobre 2013
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 21 ottobre 2013, n. 23839. In materia tributaria, non qualsiasi irritualità nell’acquisizione di elementi rilevanti ai fini dell’accertamento comporta, di per sé, l’inutilizzabilità degli stessi, in mancanza di una specifica previsione in tal senso, esclusi i casi in cui viene in discussione la tutela di diritti fondamentali di rango costituzionale, come l’inviolabilità della libertà personale o del domicilio
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 21 ottobre 2013, n. 23839 Svolgimento del processo L’Agenzia delle Entrate propone ricorso per cassazione, affidato a tre motivi, avverso la sentenza della commissione tributaria regionale della Sicilia, sez. stacc.. di Catania, n. 88/34/10, depositata il 22 febbraio 2010, con la quale, rigettato l’appello della medesima contro la...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 ottobre 2013, n. 41776. Ai fini della configurabilità del tentativo nel reato di cui all’art. 600 ter comma 1 c.p , occorre l’esistenza di una organizzazione anche embrionale e di una condotta potenzialmente diffusiva.
La massima Ai fini della configurabilità del tentativo nel reato di cui all’art. 600 ter comma 1 c.p , occorre l’esistenza di una organizzazione anche embrionale e di una condotta potenzialmente diffusiva. Ne consegue che tale circostanza non può rilevarsi per il semplice fatto della disponibilità, da parte di un soggetto di un PC mediante...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 14 ottobre 2013, n. 4997. La pensilina rientra oggettivamente, in ragione delle sue caratteristiche e dimensioni, nel novero delle “nuove costruzioni” e non in quello delle “pertinenze”, con conseguente necessaria applicazione ad essa della disciplina in materia di distanze.
Consiglio di Stato sezione V sentenza 14 ottobre 2013, n. 4997 Fatto Con il ricorso introduttivo del giudizio, la signora Lucchi ha impugnato dinanzi al Tar Veneto il provvedimento 7 marzo 2000, n. 43940/1999, con cui il Comune di Verona ha rigettato la domanda per l’accertamento di conformità in sanatoria di una pensilina di circa...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 22 ottobre 2013, n. 43162. Se nelle more del procedimento sopraggiunge il decesso del querelante la condanna del querelante al pagamento delle spese del procedimento anticipate dallo Stato, nonché alla rifusione delle spese ed al risarcimento del danno in favore dell’imputato e del responsabile civile, nel caso in cui ne sussistano le condizioni, non può essere disposta. Ciò non solo, ovviamente, a carico del querelante deceduto, ma neanche a carico dei suoi eredi
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 22 ottobre 2013, n. 43162 Ritenuto in fatto T.M.T., S.M.A. e S.F. ricorrono per cassazione avverso la sentenza del Giudice di Pace di Ciriè, del 9 luglio 2012, che, nell’assolvere R.S. dal reato di lesioni colpose, per insussistenza del fatto, li ha condannati, quali eredi della persona offesa,...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 ottobre 2013 n. 43292. L’elusione dell’esecuzione di un provvedimento del giudice civile che riguardi l’affidamento di minori può concretarsi in un qualunque comportamento da cui derivi la ‘frustrazione’ delle legittime pretese altrui, ivi compresi gli atteggiamenti di mero carattere omissivo, quando questi siano finalizzati ad ostacolare ed impedire di fatto l’esercizio del diritto di visita e di frequentazione della prole (fattispecie in cui la madre separata di una bambina di otto mesi che si trasferisce in Sicilia in cerca di un lavoro)
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 ottobre 2013 n. 43292[1] L’elusione dell’esecuzione di un provvedimento del giudice civile che riguardi l’affidamento di minori può concretarsi in un qualunque comportamento da cui derivi la ‘frustrazione’ delle legittime pretese altrui, ivi compresi gli atteggiamenti di mero carattere omissivo, quando questi siano finalizzati...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 ottobre 2013, n. 23919. Non opera la presunzione di responsabilità di cui all’art. 2051 c.c. quando il conducente del motorino a conoscenza dell’esistenza di buche, ben avrebbe potuto evitarle. In seguito a tale conoscenza gravava su di lui la prova della non visibilità e non prevedibilità. Detto onere non è stato da lui adempiuto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 ottobre 2013, n. 23919 Svolgimento del processo R.D.G. convenne in giudizio, dinanzi al Tribunale di Roma, il Comune della stessa città esponendo che, mentre era alla guida del proprio ciclomotore, era caduto e si era ferito a causa di una buca presente sul manto stradale, non...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 23 ottobre 2013 n. 24033. La Usl può interrompere la somministrazione gratuita della cura (terapia Dikul) a cui è stata condannata con provvedimento del tribunale – “per tutto il tempo necessario dal punto di vista riabilitativo” – una volta accertato che il proseguimento delle cure non avrebbe apportato ulteriori miglioramenti al quadro fisico
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 23 ottobre 2013 n. 24033[1] In base al principio di efficacia enunciato dalla normativa in materia (D.Lgs. n. 502 deI 1992- art. 1, come modificato dal D.Lgs. n. 229-art.) i benefici conseguibili con la prestazione richiesta devono essere posti a confronto con l’incidenza terapeutica sulle...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 22 ottobre 2013, n. 23949. Nel rito del lavoro, proposta una domanda risarcitoria ex art. 414 c.p.c., la richiesta del risarcimento degli ulteriori danni maturati nel corso del processo e di una somma maggiore rispetto a quella inizialmente indicata in relazione ad un più ampio periodo temporale maturato nel corso dello svolgimento del giudizio, non comporta alcuna immutazione dei fatti posti a fondamento della domanda, non introducendo alcun nuovo tema di indagine sul quale la controparte non abbia potuto svolgere le proprie difese, né un ampliamento del tema sottoposto all’indagine del giudice, versandosi in tema di conseguenze risarcitorie dipendenti dall’unico fatto dedotto con il ricorso introduttivo e maturate in corso di causa, e non già di eventi provocati da circostanze diverse successive alla proposizione della domanda e sulle quali sarebbe necessaria un’ulteriore indagine in punto di fatto.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 22 ottobre 2013, n. 23949 Svolgimento del processo La Corte d’appello di Roma, confermando la sentenza di primo grado, ha rigettato la domanda di M.G..P. , diretta ad ottenere l’accertamento che gli atti e i comportamenti adottati nei suoi confronti dal Ministero per i beni culturali e ambientali...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 23 ottobre 2013 n. 24037. Quando il giustificato motivo oggettivo si identifica nella generica esigenza di riduzione di personale omogeneo e fungibile, non sono utilizzabili né il normale criterio della posizione lavorativa da sopprimere in quanto non più necessaria, né il criterio della impossibilità di repechage, in quanto tutte le posizioni lavorative sono equivalenti e tutti i lavoratori sono potenzialmente licenziabili
Il testo integrale [1] Quando il giustificato motivo oggettivo si identifica nella generica esigenza di riduzione di personale omogeneo e fungibile, non sono utilizzabili né il normale criterio della posizione lavorativa da sopprimere in quanto non più necessaria, né il criterio della impossibilità di repechage, in quanto tutte le posizioni lavorative sono equivalenti e tutti...