Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione II sentenza 25 marzo 2014, n. 13916 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 21.6.2012, la Corte di appello di Milano, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Milano del 10.5.2010, dichiarava prescritto il reato di truffa pluriaggravata, ascritto a B.M. , confermando nel resto e condannando...
Tag: truffa
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 19 maggio 2014, n. 20560. Con ordinanza il Gip disponeva la misura interdittiva della sospensione dall'esercizio di pubblico ufficio o servizio, per mesi due, nei confronti di un agente di polizia locale, in qualità di pubblico ufficiale nell'esercizio delle funzioni del reato di cui all'art. 478, commi 1 e 2, cod. pen. perché, supponendo l'esistenza dell'originale di verbali di accertamento del codice della strada indicati nel capo d'incolpazione, per complessivi 3.972 atti, in realtà mai redatti, simulavano il rilascio di copia legale conforme da notificare al trasgressore; in particolare, dopo avere omesso di redigere l'originale dei suddetti verbali di accertamento dell'infrazione stradale, provvedevano all'inserimento dei dati nel sistema "Servizio Concilia" in uso al Comando in tal modo emettendo false copie conformi relative ad atti pubblici inesistenti, che venivano successivamente stampati e notificati, per il tramite di una ditta, ai responsabili delle violazione del codice della strada; e del reato di cui agli artt. 640, commi 1 e 2, e 61 n. 9 cod. pen., perché con artifici e raggiri consistiti nel rilasciare copie conformi di verbali di accertamento inesistenti, nell'indicare, nelle suddette copie "autentiche" dei verbali, importi da versare ulteriori rispetto alla sanzione, a titolo di "spese di gestione" violando l'articolo 210, comma 4, del.lvo n. 285 del 1992, che prevede la possibilità di addebitare in capo al trasgressore unicamente le spese di notifica ed accertamento; infine nell'addebitare al responsabile, in violazione della delibera comunale n. 7 del 2011, in presenza di una prima notifica non andata a buon fine per cause non imputabili ai destinatari (errore targa, omessa verifica della residenza del trasgressore), il raddoppio, la triplicazione e quadruplicazione delle spese di notifica di gestione, queste ultime riferite in 88.699, consistiti nelle somme richieste al trasgressore in assenza di un valido titolo giustificativo. Pronunciando sull'appello proposto dall'indagato, il Tribunale, in funzione di giudice di appello de libertate, annullava l'impugnata ordinanza e, per effetto, revocava la misura interdittiva applicata alla stessa ricorrente, ritenendo insussistenti le fattispecie di reato oggetto d'incolpazione. Il tutto è stato confermato in Cassazione
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 19 maggio 2014, n. 20560 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 19 settembre 2013 il Gip del Tribunale di Busto Arsizio disponeva la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio o servizio, per mesi due, nei confronti di R.L., agente di polizia locale del Comune di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 20 marzo 2014, n. 13060. L'apposizione di una falsa marcatura CE su beni posti in commercio che ne siano privi, se non dà luogo, per le ragioni dette, al reato di cui all'art. 473 cod. pen., integra però il reato di frode nell'esercizio del commercio (art. 515 cod. pen.) , considerato che la fattispecie incriminatrice di cui all'art. 515 cod. pen. fà riferimento al marchio come elemento che serve, appunto, ad attestare la conformità del prodotto a normative specifiche, ed è posta a tutela degli acquirenti dei beni, siano essi consumatori finali oppure commercianti intermediari nella catena distributiva
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 20 marzo 2014, n. 13060 Fatto e diritto Propone ricorso per cassazione P.A., avverso la sentenza della Corte d’appello di Roma in data 30 maggio 2012, con la quale è stata confermata quella di primo grado, di condanna in ordine ai reati di frode in commercio e...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 25 febbraio 2014, n. 9047. Condannato per il delitto truffa aggravata ex art 640 commi i e 2 c.p., – per essersi l’imputato assentato dall’ufficio per due giorni, presentando un certificato medico e partecipando nel periodo della asserita malattia ad una gara di body building, procurandosi così l’ingiusto profitto di una retribuzione non dovuta con danno dell’azienda ospedaliera nella quale prestava lavoro come infermiere
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 25 febbraio 2014, n. 9047 Fatto e diritto 1- P.F., già condannato con doppia conforme – sentenze del tribunale monocratico di Monza in data 10.5.2012 e corte di appello di Milano in data 22.4/21.5.2013 – alla pena di mesi sei di reclusione ed euro 600 di multa...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 4 febbraio 2014, n. 5501. Il reato di truffa si configura mediante la realizzazione da parte dell’autore della condotta decettiva e una conseguente ed effettiva deminutio patrimonii, intesa in senso strettamente economico, del soggetto passivo e nell’accezione di truffa contrattuale, è reato istantaneo i cui elementi vanno individuati alla momento della stipula del negozio e della costituzione del regolamento contrattuale. Ne consegue che non può dirsi sussistente il reato di truffa in caso di mera limitazione della libertà di consenso della vittima nei negozi patrimoniali senza la prova dell’effettivo danno patrimoniale
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 4 febbraio 2014, n. 5501 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza indicata in epigrafe, la Corte di appello di L’Aquila, in parziale riforma della sentenza di condanna, in data 10/1/2011, del Tribunale di Pescara, rideterminava la pena inflitta a R.A. in mesi 4 di reclusione ed euro...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 gennaio 2014, n. 88. Integra il reato di tentata truffa l’esibizione al personale di compagnia telefonica di alcune false ricevute di pagamento al fine di trarla in inganno e cosi’ convincerla a non reclamare ulteriormente il pagamento di quelle bollette ovvero a non sospendere l’erogazione del servizio per morosita’ del cliente
Suprema Corte di Cassazione sezione VI Sentenza 3 gennaio 2014, n. 88 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI VIRGINIO Adolfo – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 dicembre 2013, n. 51136. Ricorrono gli estremi della truffa contrattuale tutte le volte che uno dei contraenti ponga in essere artifizi o raggiri diretti a tacere o a dissimulare fatti o circostanze tali che, ove conosciuti, avrebbero indotto l’altro contraente ad astenersi dal concludere il contratto
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 dicembre 2013, n. 51136 Ritenuto in fatto Con sentenza del 12.11.2009, il Tribunale di Genova dichiarò B.R. e Z.G. responsabili del reato di truffa aggravata commessa il (omissis) e – concesse le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante – condannò ciascuno alla pena di mesi 6 di reclusione ed...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 novembre 2013, n. 47433. Truffa aggravata e sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente in danno del falso invalido
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 novembre 2013, n. 47433 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 3.5.2013, il Tribunale della Libertà di Benevento rigettava l’istanza di riesame proposta da M.S. contro il decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, emesso dal locale ufficio gip nell’ambito del procedimento penale a carico...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 8 ottobre 2013, n. 41599. Reato di truffa aggravata e non peculato per l’impiegato delle poste che si appropria, facendosele intestare, di 20 Polizze Posta Vita per un importo di 2 milioni di euro
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 8 ottobre 2013, n. 41599 Ritenuto in fatto 1. Il Procuratore generale presso la Corte di appello di Venezia ricorre avverso la sentenza 18 febbraio 2013 della corte veneta, pronunciata nei confronti di F.L.G. (accusata di peculato, aggravato continuato), con la quale è stata dichiarata la nullità della...
Corte di Cassazione, sezione feriale, sentenza 2 settembre 2013, n. 35849. Quando una Onlus, regolarmente costituita ed operante, non dia corso ad alcuna scopo benefico con relative elargizioni di danaro in favore di soggetti bisognosi, ma si occupi unicamente di rimborsare spese asseritamente sostenute dai volontari che vi operano, può configurarsi, a carico dei beneficiari dei rimborsi e degli organismi dirigenti della organizzazione il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di plurime truffe
La massima Quando una Onlus, regolarmente costituita ed operante, non dia corso ad alcuna scopo benefico con relative elargizioni di danaro in favore di soggetti bisognosi, ma si occupi unicamente di rimborsare spese asseritamente sostenute dai volontari che vi operano, può configurarsi, a carico dei beneficiari dei rimborsi e degli organismi dirigenti della organizzazione il...