Articolo

Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 19 agosto 2015, n. 16899. La divulgazione a mezzo stampa di notizie lesive dell’onore è scriminata per legittimo esercizio del diritto di cronaca se ricorrono: a) la verità oggettiva (o anche solo putativa, purché frutto di un serio e diligente lavoro di ricerca), la quale non sussiste quando, pur essendo veri i singoli fatti riferiti, siano dolosamente o colposamente taciuti altri fatti, tanto strettamente ricollegabili ai primi da mutarne completamente il significato, ovvero quando i fatti riferiti siano accompagnati da sollecitazioni emotive, sottintesi, accostamenti, insinuazioni, allusioni o sofismi obiettivamente idonei a creare nella mente del lettore false rappresentazioni della realtà; b) l’interesse pubblico all’informazione, cioè la cosiddetta pertinenza; c) la forma “civile” dell’esposizione e della valutazione dei fatti, cioè la cosiddetta continenza. A differenza del diritto di cronaca, il diritto di satira, quale modalità corrosiva e spesso impietosa del diritto di critica, è sottratto al parametro della verità, in quanto esprime, mediante il paradosso e la metafora surreale, un giudizio ironico su un fatto, ma, appunto per questo, ne ricorre l’esercizio solo se il fatto è espresso in modo apertamente difforme dalla realtà, sicché possa apprezzarsene subito l’inverosimiglianza e il carattere iperbolico. Altrimenti, la satira non sfugge al limite della correttezza e continenza delle espressioni e delle immagini utilizzate, rappresentando comunque una forma di critica caratterizzata da particolari mezzi espressivi, e neppure può fondarsi su dati storicamente falsi.

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 19 agosto 2015, n. 16899 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 29.12.2005, D.P.A. convenne in giudizio F.G. e la società “(…)”, lamentando il carattere lesivo e diffamatorio sia della lettera, a firma di tale G.A. di (…), pubblicata nella rubrica delle Lettere al direttore sul...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 agosto 2015, n. 17198. In tema di azione di risarcimento dei danni da diffamazione a mezzo stampa, il diritto di cronaca soggiace al limite della continenza, che comporta moderazione, misura, proporzione nelle modalità espressive, le quali non devono trascendere in attacchi personali diretti a colpire l’altrui dignità morale e professionale, con riferimento non solo al contenuto dell’articolo, ma all’intero contesto espressivo in cui l’articolo è inserito, compresi titoli, sottotitoli, presentazione grafica, fotografie, trattandosi di elementi tutti che rendono esplicito, nell’immediatezza della rappresentazione e della percezione visiva, il significato di un articolo, e quindi idonei, di per sé, a fuorviare e suggestionare i lettori più frettolosi. La percezione visiva concorre quindi in maniera determinante all’attribuzione, da parte del pubblico dei lettori, di un significato diffamatorio alla pubblicazione a mezzo stampa. Questo carattere determinante dell’aspetto visivo è viepiù accentuato quando l’articolo è pubblicato su un quotidiano ad ampia diffusione rispetto al quale i lettori appartengono ad un pubblico notevolmente indifferenziato, e comunque non specialistico; trattasi di pubblico più incline ad una lettura poco approfondita, ed anche frettolosa, che può risolversi nella sola attenzione rivolta, sfogliando il giornale, ai titoli ed alle fotografie. Ne consegue la rilevanza dell’impaginazione; e, nel contesto dell’impaginazione, la rilevanza delle fotografie e dell’accostamento al contenuto scritto di immagini, titoli e sottotitoli

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 agosto 2015, n. 17198 Svolgimento del processo 1.- Il Dott. P.G. citò in giudizio risarcitorio la società editrice del quotidiano “Corriere della Sera” (R.C.S. Quotidiani S.p.A.) e il direttore responsabile (F.S. ), nonché i giornalisti Fu.Ma. e I.M. , per sentirli dichiarare responsabili di diffamazione in relazione...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 giugno 2015, n. 13328. Al medico convenuto in un giudizio di responsabilità, per superare la presunzione posta a suo carica dall’articolo 1218del codice civile, non basta dimostrare che l’evento dannoso occorso al paziente rientri «astrattamente» nel novero di quelle che nel lessico clinico vengono chiamate «complicanze», benché rilevate dalla statistica sanitaria

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 30 giugno 2015, n. 13328 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SPIRITO Angelo – Presidente Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. LANZILLO Raffaella – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta – Consigliere Dott. ROSSETTI Marco...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 giugno 2015, n. 13331. Ove la persona danneggiata muoia nel corso del giudizio di liquidazione del danno per causa indipendente dal fatto lesivo di cui il convenuto è chiamato a rispondere, la determinazione del danno biologico che gli eredi del defunto richiedano “iure successionis” va effettuata non più con riferimento alla durata probabile della vita futura del soggetto, ma alla sua durata effettiva

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 giugno 2015, n. 13331 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SPIRITO Angelo – Presidente Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. LANZILLO Raffaella – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta – Consigliere Dott. ROSSETTI Marco...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 luglio 2015, n. 16197. Il danno morale non è ricompreso nella nozione di danno biologico e va liquidato autonomamente

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 luglio 2015, n. 16197 Svolgimento del processo Con atto di citazione del 2002 P.A. ha convenuto davanti al Tribunale di Trieste D.F.D. , la s.c.a.r.l. Dinamica Autotrasporti e la s.p.a. Assicurazioni Generali, rispettivamente conducente, proprietaria e assicuratrice di un autocarro Fiat IVECO che il (omissis) omettendo di...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 22 luglio 2015, n. 15360. Con riferimento alla pubblicazione su un quotidiano della foto tessera

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 22 luglio 2015, n. 15360 Svolgimento del processo 1. – P.G.M. convenne in giudizio la R.T.I. – Reti Televisive Italiane S.p.a., per sentirla condannare al pagamento di un indennizzo ed al risarcimento dei danni derivanti dall’uso abusivo della sua immagine, posto in essere nell’ambito di un servizio televisivo...

Articolo

Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 22 luglio 2015, n. 15350. Nel caso di morte immediata o che segua entro brevissimo lasso di tempo alle lesioni

Suprema Corte di Cassazione Sezioni Unite Civili sentenza 22 luglio 2015, n. 15350 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. – Dott. SALME’ Giuseppe – rel. Presidente Sezione – Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione – Dott. AMATUCCI Alfonso – Presidente Sezione – Dott. BUCCIANTE Ettore – Consigliere –...