Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 1 febbraio 2017, n. 4909
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Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 1 febbraio 2017, n. 4909

La costrizione, che deve seguire alla violenza o minaccia, attiene all’evento del reato, mentre l’ingiusto profitto con altrui danno si atteggia a ulteriore evento, sicché si ha solo tentativo nel caso in cui la violenza o la minaccia non raggiungono il risultato di costringere una persona al facere ingiunto; del resto, perché sussista una minaccia...

Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 17 gennaio 2017, n.1964
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Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 17 gennaio 2017, n.1964

Trattenere a bordo di un veicolo una persona che voglia scendere, proseguendo la marcia in modo che essa non possa abbandonare il veicolo senza rischiare una lesione della propria integrità fisica, integra il reato di sequestro di persona SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III PENALE SENTENZA 17 gennaio 2017, n.1964 Ritenuto in fatto Con la...

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Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 22 dicembre 2016, n. 54531

Il sequestro preventivo dei cani è  legittimo: si tratta di cose pertinenti ai reati contestati la cui disponibilità da parte dell’indagato può protrarre la loro consumazione (Nel caso di specie per i reati di cui agli artt. 674 e 659 cod. pen.: secondo un esposto dei vicini di casa, i rumori e i cattivi odori...

Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 11 novembre 2016, n. 47940
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Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 11 novembre 2016, n. 47940

Accolta la richiesta di affidamento in prova per il giovane che abbia commesso una rapina aggravata e che sia tossicodipendente. Questo perchè il Tribunale non ha fornito ulteriori elementi sulla pericolosità del soggetto visto che non ha dimostrato l’appartenenza alla criminalità organizzata ed essendo il giovane anche di buona famiglia Suprema Corte di Cassazione sezione...

Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 11 novembre 2016, n. 47939
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Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 11 novembre 2016, n. 47939

Manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 41 bis Legge n. 354 del 1975 sia in relazione all’art. 3 Cost. che in relazione agli artt. 29 e 30 Cost. Suprema Corte di Cassazione sezione I penale sentenza 11 novembre 2016, n. 47939 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE...

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Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 23 giugno 2016, n.26312

L’invio di SMS può integrare il reato di cui all’art. 660 cod.pen.; si tratta, infatti, di molestia commessa col mezzo del telefono e gli SMS non possono essere assimilati a messaggi di tipo epistolare, in quanto il destinatario di essi è costretto, sia “de auditu” che “de visu”, a percepirli, con corrispondente turbamento della quiete...

Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 26 maggio 2016, n. 22143
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Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 26 maggio 2016, n. 22143

Riconosciuto il credito dell’istituto bancario per il mutuo stipulato con impresa estranea alla mafia e senza consenso all’accollo del mutuo trasferita nell’impresa alla quale erano stati confiscati i beni per mafia Suprema Corte di Cassazione sezione I penale sentenza 26 maggio 2016, n. 22143 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6623. Da una parte l’art. 143 cod. proc. pen. non contiene alcuna sanzione processuale per gli atti in relazione ai quali è stata omessa l’obbligatoria traduzione – tanto meno ne sancisce espressamente la nullità – dall’altra la norma contiene un esplicito riferimento alla finalità della traduzione: quella di consentire l’esercizio dei diritti e delle facoltà della difesa. Se ne può, quindi, ragionevolmente dedurre che l’omessa (o comunque, non tempestiva) traduzione non attiene alla struttura dell’atto – quindi non ne determina la nullità, non rientrando in alcuna delle nullità di ordine generale di cui all’art. 178 cod. proc. pen. – ma concerne la sua efficacia e, quindi, eventualmente può incidere sulla validità degli atti successivi e conseguenti all’atto non tradotto. L’omissione dell’adempimento non incide sulla perfezione e sulla validità dell’atto stesso ma sulla sua efficacia, con la conseguenza che la traduzione può essere successivamente disposta, determinandosi una sorta di restituzione nel termine, con riferimento al momento produttivo degli effetti, per consentirne l’eventuale impugnazione da parte dell’indagato/imputato alloglotta

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 febbraio 2016, n. 6623 Ritenuto in fatto 1. Con l’ordinanza indicata in epigrafe il Tribunale di Catania respingeva la richiesta di riesame proposta nell’interesse di D.C.I.M. avverso quella del G.I.P. dello stesso Tribunale applicativa della misura della custodia cautelare in carcere in relazione al delitto di favoreggiamento...

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