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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 28 luglio 2015, n. 33021. L’imprenditore che preferisce utilizzare la liquidità disponibile per procurarsi materie prime, continuare le lavorazioni e pagare i dipendenti, versando i contributi previdenziali e assicurativi, quand’anche ciò sia provato e giustificato da finalità di impresa, cionondimeno realizza il presupposto dell’inadempimento consapevole all’obbligo di corresponsione in favore dell’Erario, avendo questi il preciso dovere di assicurare la relativa provvista

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 28 luglio 2015, n. 33021 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – rel. Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione III, ordinanza 15 luglio 2015, n. 30489. Integra l’abnormità in caso di imposizione al p.m. della imputazione coatta sia nei confronti di soggetto non iscritto nel registro degli indagati, sia a carico di soggetto già iscritto ma per reati per i quali il p.m. non abbia formulato richiesta di archiviazione, così enunciando un principio di diritto che, oltre a tutelare le prerogative del p.m. in ordine all’esercizio dell’azione penale, risponde alla esigenza di evitare che la parte possa trovarsi imputata e avviata alla udienza preliminare o al dibattimento con riferimento a reati per i quali non abbia prima avvertito la necessità, né avuto la possibilità di esplicare le proprie facoltà difensive. Nel caso in esame si è proprio verificato il suindicato effetto, posto che, nell’ambito di procedimento contro ignoti e all’esito della udienza in camera di consiglio, il Gip ha contestualmente disposto l’iscrizione e la imputazione coatta per il reato ex art. 544 bis cod.proc.pen. nei confronti dell’attuale ricorrente, sino a quel momento rimasto estraneo al procedimento e che, dunque, non aveva avuto alcuna possibilità di intervenire nel contraddittorio in camera di consiglio. L’abnormità non si configura, invece, con riferimento alla disposizione di iscrizione nel registro degli indagati, posto che la mera iscrizione non pregiudica le prerogative difensive dei soggetto interessato, dovendo il p.m., dopo avere effettuato la predetta iscrizione e proceduto alle eventuali ulteriori indagini, elaborare nuovamente le proprie determinazioni e richieste, a tal punto conoscibili dal soggetto iscritto e, come tale, anche legittimato ad interloquire in ordine ad esse.

Suprema Corte di Cassazione sezione III ordinanza 15 luglio 2015, n. 30489 Ritenuto in fatto Il gip presso il Tribunale di Cuneo, con ordinanza dell’8/2/2014, ha ordinato al p.m. di iscrivere il nome di F.P. nel registro degli indagati e di formulare l’imputazione a carico di costui in ordine al reato di cui all’art. 544...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 giugno 2015, n. 24974. La condotta contemplata dall’art. 6, L. 401/89 come presupposto per l’applicazione dell’obbligo di presentazione alla autorità di P.S. in occasioni di competizioni sportive, a seguito della introduzione della norma di cui all’art. 2 bis, L. 377/01, deve consistere in una specifica istigazione alla violenza nelle forme dell’incitamento, inneggiamento e induzione alla violenza medesima. Nel caso di specie risulta pacifica addirittura la configurabilità di una ipotesi di reato a carico dell’imputato, avendo egli rivolto espressa minaccia ad un operatore di Polizia, che effettuava videoriprese nell’ambito della doverosa attività di controllo, prima dell’inizio della competizione calcistica: infatti, le espressioni quali ” pezzo di sbirro te ne devi andare, esci fuori non sai come ti finisce” non possono che qualificarsi come istigazione diretta alla violenza, atteso il loro contenuto non meramente insultante o diffamatorio, ma specificamente ed effettivamente idoneo, avuto riguardo alle modalità ed al contesto in cui esse sono state pronunciate, ad incitare alla violenza e a turbare la tranquilla competizione sportiva

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 giugno 2015, n. 24974 Ritenuto in fatto II Gip presso il Tribunale di Palermo, con ordinanza del 28/9/2013, ha convalidato il provvedimento emesso, ex art. 6, co. 2, L. 401/89, dai Questore di Palermo in data 23/9/2013, notificato il 24/9/2013, con il quale è stato imposto a...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 aprile 2015, n. 15834. E’ legittimo il sequestro preventivo di terreni che siano stati coltivati con il mais “Mon 810”

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III PENALE sentenza 16 aprile 2015, n. 15834 Ritenuto in fatto Il Gip presso il Tribunale di Pordenone, con decreto del 5/8/2014, disponeva il sequestro preventivo di due terreni nella disponibilità di G. F., siti uno in Comune di Vivaro, in catasto fl. 14, mappale 264, l’altro in Comune di...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 marzo 2015, n. 11036. Qualora il diritto di astensione venga esercitato nei modi stabiliti dalla legge, esso costituisce una causa di rinvio del procedimento anche delle udienze camerali

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 marzo 2015, n. 11036 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. SAVINO Mariapia Gaeta – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – rel. Consigliere Dott. ANDRONIO...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 febbraio 2015, n. 6821. La condotta di promessa o dazione di denaro o altra utilità, attraverso cui si convinca una persona minore di età ad intrattenere rapporti sessuali con il soggetto agente, integra gli estremi della fattispecie di cui al comma secondo e non al primo dell'art. 600 bis del codice penale", precisando, altresì, che: l'atto sessuale compiuto dal minore prostituito, a differenza di quanto avviene per i maggiorenni, non può essere inquadrato in un'area di libertà; da tale assenza di libertà della prostituzione minorile; di cui il fruitore della prestazione sessuale non può non essere a conoscenza, discende, in forza della precisa incriminazione prevista dal co. 2 dell'art. 600 bis cod.pen., la punibilità della condotta del cliente medesimo, che diversamente è immune da sanzione quando viene in rapporto, sempre da cliente, con la prostituzione del soggetto adulto; in tale logica punitiva del cliente del minorenne, la condotta di induzione alla prostituzione minorile di cui al primo comma della citata disposizione deve essere sganciata dal rapporto sessuale con l'agente, dovendo avere riguardo alla prostituzione esercitata nei confronti di terzi, anche identificabili in un solo soggetto, purché diverso dall'induttore

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza  17 febbraio 2015, n. 6821 Ritenuto in fatto Il Gup presso il Tribunale di Milano, con sentenza del 14/4/2011, resa a seguito di rito abbreviato, dichiarava V.S. , D.F.R. e R.N. corresponsabili dei reati di cui agli artt. 600 bis co. 1 e 600 ter co. 1 cod.pen.,...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 ottobre 2014, n. 42550. Il rilascio della concessione in sanatoria determina la estinzione dei soli reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti e non riguarda gli altri reati concernenti aspetti delle costruzioni aventi una oggettivita' giuridica diversa rispetto a quella della mera tutela urbanistica del territorio

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 ottobre 2014, n. 42550 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – rel. Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere...