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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 23 marzo 2015, n. 12200. Investita del ricorso avente ad oggetto l’ordinanza con la quale, in sede di opposizione alla richiesta di archiviazione, il giudice ha indicato al p.m. di compiere nuove indagini ex art. 409, comma 4, c.p.p., la Corte di cassazione, con la sentenza n. 12200/2015, ha affermato l’impugnabilità del provvedimento in tal senso adottato dal G.i.p. e la nullità dello stesso se emesso in violazione delle forme prescritte dall’art. 127, commi 1 e 5, c.p.p.

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 marzo 2015, n. 12200 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. DE MARZO G. – rel. Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 1 aprile 2015, n. 13908. Integra il delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù colui che proceda alla vendita ad altri di un essere umano, atteso che, in tal modo, egli esercita sullo stesso un potere corrispondente al diritto di proprietà. Inoltre, anche volendo considerare la seconda ipotesi considerata dall’art. 600, comma primo, cod. pen., va ribadito che non è necessaria un’integrale negazione della libertà personale, ma è sufficiente una significativa compromissione della capacità di autodeterminazione della persona offesa, idonea a configurare lo stato di soggezione rilevante ai fini dell’integrazione della norma incriminatrice. Pertanto, lo stato di soggezione continuativa – richiesto dall’art. 600 cod. pen. – deve essere rapportato all’intensità del vulnus arrecato all’altrui libertà di autodeterminazione, nel senso che esso non può essere escluso qualora si verifichi una qualche limitata autonomia della vittima, tale da non intaccare il contenuto essenziale della posizione di supremazia del soggetto attivo del reato. Ne discende, pertanto, anche sotto tale profilo la sussistenza dei reato contestato, in quanto risponde del delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù colui che sfrutta la prostituzione della persona offesa eccedendo il normale rapporto di meretricio

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 1 aprile 2015, n. 13908 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 31710/2014, il Tribunale di Lecce ha rigettato la richiesta di riesame proposta, nell’interesse di G.A., nei confronti dell’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, in relazione al delitto di cui all’art. 600 cod. pen....

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 25 febbraio 2015, n. 3802. Gli interessi sulle somme di denaro, liquidate a titolo risarcitorio, decorrono dalla data in cui il danno si è verificato, in quanto, ai sensi dell'art. 1219, secondo comma, cod. civ., il debitore del risarcimento del danno è in mora (mora ex re) dal giorno della consumazione dell'illecito

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 25 febbraio 2015, n. 3802 Svolgimento del processo Con sentenza depositata in data 25 giugno 2009 la Corte d’appello di Roma, in riforma della decisione di primo grado, ha accolto la domanda risarcitoria proposta dalla Società Autolinee Roma – S.A.R. s.r.l. nei confronti del Comune di Roma, in...