Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 19 gennaio 2017, n. 2669
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 19 gennaio 2017, n. 2669

L’orientamento giurisprudenziale consolidato esclude che il reato di cui all’art. 571 cod. pen. sia configurabile in caso di eccesso di mezzi di correzione violenti o di uso sistematico della violenza, ma non in qualunque ipotesi di ricorso a forme di violenza fisica, che ha ritenuto integrato il reato di abuso di mezzi di correzione in...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 22 novembre 2016, n. 49538
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 22 novembre 2016, n. 49538

Il giudice di appello che riformi la decisione di condanna pronunciata in primo grado, pervenendo a una sentenza di assoluzione, deve, sulla base di uno sviluppo argomentativo che si confronti con le ragioni addotte a sostegno del decisum impugnato, metterne in luce le carenze o le aporie, che ne giustificano l’integrale riforma, ed, anzi, non...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 7 novembre 2016, n. 46616
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 7 novembre 2016, n. 46616

I giudici della commissione tributaria possono essere giudicati dai magistrati locali perché è inapplicabile nei loro confronti l’articolo 11 del codice di procedura penale sui procedimenti a carico dei magistrati In tema di competenza per i procedimenti riguardanti i magistrati, la regola fissata dall’art. 11 c.p.p. che prevede lo spostamento della competenza all’ufficio giudiziario limitrofo...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 17 ottobre 2016, n. 43894
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 17 ottobre 2016, n. 43894

Quando il pubblico ufficiale pone in essere una condotta oggettivamente illegittima, in assenza dei necessari presupposti legittimanti, e sulla base di una decisione da lui assunta autonomamente o comunque al di fuori dell’obbligo di eseguire altrui decisioni, non è punibile, a norma dell’art. 393-bis cod. pen., una reazione strettamente proporzionata all’esigenza di esercitare un proprio...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 22 settembre 2016, n. 39462
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 22 settembre 2016, n. 39462

Ai fini dell’accertamento del reato di «corruzione propria», anche nell’ipotesi in cui risulti provata la dazione di denaro o di altra utilità in favore del pubblico ufficiale, «è necessario dimostrare che il compimento dell’atto contrario ai doveri di ufficio è stato la causa della prestazione dell’utilità e della sua accettazione da parte del pubblico ufficiale,...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 22 settembre 2016, n. 39458
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 22 settembre 2016, n. 39458

Applicabile il fatto di particolare tenuità nel caso della moglie che sostituisce la serratura di casa per non far entrare il marito dal quale si stava separando Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 22 settembre 2016, n. 39458 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 17 giugno 2016, n. 25413
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 17 giugno 2016, n. 25413

In ordine al dovere del giudice dì accertare quali siano le condizioni economiche dell’imputato prima di ordinare la sospensione condizionale della pena subordinata al risarcimento del danno deve compiere un motivato apprezzamento delle condizioni economiche dell’imputato se dagli atti, eventualmente acquisiti proprio su iniziativa della difesa di quest’ultimo, emergono elementi tali da far dubitare della...

Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 31 maggio 2016, n. 23014
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 31 maggio 2016, n. 23014

E’ configurabile il reato di esercizio abusivo della professione nella condotta dell’odontotecnico che provvede alla cura delle carie, atteso quanto dispone il secondo periodo dell’art. 11 del r.d. 31 maggio 1928, n. 1334, secondo cui “E’ in ogni caso vietato agli odontotecnici di esercitare, anche alla presenza ed in concorso dei medico o dell’abilitato all’odontoiatria,...

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Il mancato o inesatto adempimento da parte del difensore di fiducia dell’incarico di proporre impugnazione, a qualsiasi causa ascrivibile, non è idoneo a realizzare le ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore. Il mancato o inesatto adempimento da parte del difensore di fiducia dell’incarico di proporre impugnazione, a qualsiasi causa ascrivibile, non è idoneo ad integrare le ipotesi di caso fortuito e di forza maggiore – che si concretano in forze impeditive non altrimenti vincibili, le quali legittimano la restituzione in termini – sia perché consiste in una falsa rappresentazione della realtà, superabile mediante la normale diligenza ed attenzione, sia perché non può essere esclusa, in via presuntiva, la sussistenza di un onere dell’assistito di vigilare sull’esatta osservanza dell’incarico conferito, nelle ipotesi in cui il controllo sull’adempimento defensionale non sia impedito al comune cittadino da un complesso quadro normativo. Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 maggio 2016, n. 18716.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 5 maggio 2016, n. 18716 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza emessa il giorno 1 dicembre 2015, la Corte di appello di Bologna ha rigettato la richiesta di restituzione nel termine presentata da S.A. per proporre appello avverso la sentenza emessa dal Tribunale monocratico di Forlì in data...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 26 febbraio 2016, n. 8045. La falsa denuncia di smarrimento di assegni bancari presentata dopo aver consegnato il titolo ad una terza persona in pagamento di un’obbligazione, integra il delitto di calunnia anche quando preceda la negoziazione dei titoli. Sebbene in caso di falsa denuncia di smarrimento non venga formulata direttamente una accusa concernente uno specifico reato, tuttavia, la calunnia deve ritenersi configurabile in quanto, trattandosi di reato di pericolo, è sufficiente che i fatti falsamente rappresentati all’Autorità Giudiziaria, pur se non univocamente indicativi di una fattispecie specifica di reato, siano tali da rendere ragionevolmente prevedibile l’apertura di un procedimento penale, per un fatto procedibile d’ufficio, a carico di una persona determinata. La pronuncia è successiva all’abrogazione, da parte del Dlgs n. 7/2016 in materia di depenalizzazione, del reato di “Appropriazione di cose smarrite, del tesoro e di cose avute per errore o caso fortuito”, previsto dall’articolo 647 del codice penale

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 26 febbraio 2016, n. 8045 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. TRONCI Andrea – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo – Consigliere Dott. CORBO Antoni...