Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 6 marzo 2015, n. 9892 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. ZOSO Liana M. – rel. Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere...
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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6739. Non è possibile procedere alla sostituzione della pena detentiva e pecuniaria con il lavoro di pubblica utilità quando risulti contestata l'aggravante dell'aver procurato, in stato di ebbrezza, un incidente stradale e tale aggravante sia equivalente o subvalente rispetto alle attenuanti generiche
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV sentenza 16 febbraio 2015, n. 6739 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente – Dott. D’ISA Claudio – Consigliere – Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere – Dott. CIAMPI Francesco M. –...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6718. Può rispondere della morte di due persone conseguente ad un incidente avvenuto su pista ciclabile il direttore dei lavori che non abbia rispettato il progetto originario e, comunque, le regole ministeriali, di valenza cautelare, di costruzione dell'impianto
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 16 febbraio 2015, n. 6718 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanin – Presidente Dott. FOTI Giacomo – Consigliere Dott. VITELLI CASELLA Luc – rel. Consigliere Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6719. Perché possa riconoscersi la scriminante dell'uso legittimo delle armi, quale prevista dall'art. 53 cod. pen., occorre: che non vi sia altro mezzo possibile; che tra i vari mezzi di coazione venga scelto quello meno lesivo; che l'uso di tale mezzo venga graduato secondo le esigenze specifiche del caso, nel rispetto del fondamentale principio di proporzionalità. Ove risultino soddisfatte tali condizioni è da escludere che si possa porre a carico dell'agente il rischio del verificarsi di un evento più grave rispetto a quello da lui perseguito
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 16 febbraio 2015, n. 6719 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza dell’11 ottobre 2012 la Corte d’Appello di Cagliari confermava la sentenza del giudice di primo grado con la quale P.A. era stato assolto dal reato di cui all’art. 589 c.p., per avere commesso il fatto in presenza...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 gennaio 2015, n. 3786. Inammissibilità della costituzione di parte civile nel processo instaurato a carico di persone giuridiche come disciplinato dal D. Lgs. n. 231 del 2001; qualora erroneamente ammessa, ne deve essere dichiarata la nullità involgente le statuizioni di condanna al risarcimento dei danni nei confronti dell'ente
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 gennaio 2015, n. 3786 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. ROMIS Vincenzo – Consigliere Dott. CIAMPI Francesco M. – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere Dott. DELL’UTRI...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 23 gennaio 2015, n. 3272. Le norme antinfortunistiche sarebbero dettate non soltanto per la tutela dei lavoratori, ossia per eliminare il rischio che i lavoratori possano subire danni nell'esercizio della loro attività, ma anche a tutela dei terzi, cioè di tutti coloro che, per una qualsiasi legittima ragione, accedono là dove vi sono macchine che, se non munite dei presidi antinfortunistici imposti dalla legge, possono essere causa di eventi dannosi. Se infatti è giusto ritenere che il datore di lavoro ha una posizione di garanzia anche verso terzi, suscita invece perplessità l'idea di estendere tout court le norme antinfortunistiche per la loro tutela
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 23 gennaio 2015, n. 3272 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. ROMIS Vincenzo – Consigliere Dott. CIAMPI Francesco Mari – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 17 dicembre 2014, n. 52455. In tema di infortuni sul lavoro, nell’ipotesi di omicidio colposo per violazione delle norme poste a tutela della sicurezza sul posto di lavoro derivante dalla condotta di più soggetti titolari di autonome posizioni di garanzia, ciascuno è destinatario dell’obbligo giuridico di impedire l’evento ex art. 40, secondo comma, c.p. Ne deriva che tutti risponderanno di omicidio colposo, ognuno nella propria sfera di competenza, qualora si accerti che la predisposizione di misure di prevenzione ed antinfortunistiche avrebbe neutralizzato il rischio di verificazione dell’evento. In altri termini, qualora l'obbligo di impedire l'evento ricada su più persone che debbano intervenire o intervengano in tempi diversi, il nesso di causalità tra la condotta omissiva o commissiva del titolare di una posizione di garanzia non viene meno per effetto del successivo mancato intervento da parte di un altro soggetto, parimenti destinatario dell'obbligo di impedire l'evento, configurandosi, in tale ipotesi, un concorso di cause ai sensi dell'art. 41 c.p.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 17 dicembre 2014, n. 52455 Ritenuto in fatto Con sentenza resa in data 27/5/2013, la Corte d’appello di Genova ha confermato la decisione in data 14/3/2001 con la quale il Tribunale di La Spezia ha condannato C.L. , B.S. e D.R. alla pena di sei mesi di reclusione...
Corte di Cassazione, sezione feriale, sentenza 15 dicembre 2014, n. 52103. L'obbligo della motivazione della sentenza di applicazione concordata della pena va conformato alla particolare natura della medesima e deve ritenersi adempiuto qualora il giudice dia atto, ancorche' succintamente, di aver proceduto alla delibazione degli elementi positivi richiesti (la sussistenza dell'accordo delle parti, la corretta qualificazione giuridica del fatto, l'applicazione di eventuali circostanze ed il giudizio di bilanciamento, la congruita' della pena, la concedibilita' della sospensione condizionale della pena ove la efficacia della richiesta sia ad essa subordinata) e di quelli negativi (che non debba essere pronunciata sentenza di proscioglimento a norma dell'articolo 129 c.p.p.). In particolare, il giudizio negativo in ordine alla ricorrenza di una delle ipotesi di cui all'articolo 129 c.p.p. deve essere accompagnato da una specifica motivazione soltanto nel caso in cui dagli atti o dalle deduzioni delle parti emergano concreti elementi circa la possibile applicazione di cause di non punibilita', dovendo, invece, ritenersi sufficiente, in caso contrario, una motivazione consistente nell'enunciazione, anche implicita, che e' stata compiuta la verifica richiesta dalla legge e che non ricorrono le condizioni per una pronuncia di proscioglimento ai sensi della disposizione citata
Suprema Corte di Cassazione sezione feriale penale sentenza 15 dicembre 2014, n. 52103 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE FERIALE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. IZZO Fausto – rel. Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 2 dicembre 2014, n. 50379. È vietata l'espulsione dello straniero nei primi sei mesi di vita del figlio, tale principio valorizza la relazione di genitorialità dal momento del concepimento al compimento del sesto mese di vita del figlio, a prescindere dalla attualità del rapporto di convivenza e dall'esistenza di un vincolo di coniugio. In tal caso, secondo una lettura costituzionalmente orientata dell'art. 19, comma 2, lett. d) D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, è vietata l'espulsione dello straniero dal territorio dello Stato.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 2 dicembre 2014, n. 50379 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott. ZOSO Liana Maria T – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 17 novembre 2014, n. 47289. In ordine ai presupposti per applicare la legge c.d. Balduzzi: 1) il medico si deve trovare in colpa, avendo violato regole cautelari diverse dalle linee guida; 2) l'operatività di regole cautelari diverse dalle linee guida è dovuta alla presenza nel caso concreto di una situazione di rischio peculiare, difforme da quella standard per la quale operano le linee guida; 3) il medico deve aver rispettato le linee guida. Ciò significa, per converso, che, in presenza del rispetto delle linee guida, ma nel parmanere di una situazione di rischio standard non modificata da circostanze peculiari del caso concreto, l'esecuzione maldestra dell'attività medica determina comunque una responsabilità per colpa, non trovando applicazione la legge Balduzzi
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 17 novembre 2014, n. 47289 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. BLAIOTTA Rocco Marc – rel. Consigliere Dott. ZOSO Liana M.T. – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere...