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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 giugno 2015, n. 24922. Il mancato o inesatto adempimento da parte del difensore di fiducia dell’incarico di partecipare al processo e di proporre impugnazione, a qualsiasi causa ascrivibile, non può essere invocato dall’imputato quale ipotesi di nullità della sentenza, poichè incombe all’imputato l’onere di scegliere un difensore professionalmente valido e di vigilare sull’esatta osservanza dell’incarico conferito

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 giugno 2015, n. 24922 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – rel. Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ANDRONIO...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 giugno 2015, n. 24937. La fattispecie di favoreggiamento, di cui all’art. 3 n. 8 legge 75/58 si perfeziona favorendo “in qualsiasi modo” la prostituzione altrui, al punto da non essere neppure necessaria una condotta attiva, ma essendo sufficiente ogni forma di interposizione agevolativa

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 giugno 2015, n. 24937 Ritenuto in fatto 1. Vicenda processuale e provvedimento impugnato – Si procede nei confronti del ricorrente per favoreggiamento della prostituzione di una donna, V.T. , alla quale egli era legato sentimentalmente. Detto, in estrema sintesi, secondo l’accusa, la condotta incriminata sarebbe consistita nel...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 giugno 2015, n. 24895. Integra il reato di violenza sessuale e non quello di molestia sessuale il toccamento non casuale dei glutei, anche se sopra i vestiti, essendo configurabile la contravvenzione, ai sensi dell’art. 660 c.p., solo in presenza di espressioni verbali a sfondo sessuale o di atti di corteggiamento, invasivi ed insistiti, diversi dall’abuso sessuale

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 giugno 2015, n. 24895 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 8.1.2008, il Tribunale di Viterbo ha dichiarato M.N. colpevole dei reati del reato previsto e punito dagli artt. 81 e 609 bis c.p. (capo A) per avere, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso,...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 maggio 2015, n. 22127. Quando l’azienda in crisi chieda e ottenga l’ammissione al concordato preventivo non è possibile chiedere il sequestro per la confisca per equivalente in relazione ai debiti tributari a carico dell’impresa

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 maggio 2015, n. 22127 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 29 maggio 2015, n. 23272. Risponde del reato di violenza sessuale di gruppo il genitore che, pur non partecipando alla commissione di atti sessuali sul figlio minore, sia presente sul luogo del fatto ed agevoli concretamente l’abuso sessuale posto in essere da parte del correo

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 29 maggio 2015, n. 23272 Ritenuto in fatto La Corte di Appello di Torino, pronunciando nei confronti dell’odierna ricorrente, con sentenza del 20.6.2014, confermava la sentenza con cui in data 25.10.2013 il GUP del Tribunale di Torino, all’esito di giudizio abbreviato, aveva condannato O.L. , con l’attenuante del...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 aprile 2015, n. 15853. Nei reati tributari “la presentazione di una proposta di concordato preventivo e la sua approvazione di omologazione da parte del tribunale non fa venir meno la responsabilita’ dell’amministratore della societa’ che non ha versato quanto dovuto all’erario ai fini degli obblighi IVA

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 aprile 2015, n. 15853 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – rel. Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 maggio 2015, n. 18513. Il ritardo mentale non impedisce di per sé una valido all’atto sessuale

  Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 maggio 2015, n. 18513 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 maggio 2015, n. 18501. Omesso versamento IVA; nei reati omissivi integra la causa di forza maggiore l’assoluta impossibilità, non la semplice difficoltà di porre in essere il comportamento omesso. Ne consegue che: a) il margine di scelta esclude sempre la forza maggiore perché non esclude la suitas della condotta; b) la mancanza di provvista necessaria all’adempimento dell’obbligazione tributaria penalmente rilevante non può pertanto essere addotta a sostegno della forza maggiore quando sia comunque il frutto di una scelta/politica imprenditoriale volta a fronteggiare una crisi di liquidità; c) non si può invocare la forza maggiore quando l’inadempimento penalmente sanzionato sia stato con-causato dai mancati accantonamenti e dal mancato pagamento alla singole scadenze mensili e dunque da una situazione di illegittimità; d) l’inadempimento tributario penalmente rilevante può essere attribuito a forza maggiore solo quando derivi da fatti non imputabili all’imprenditore che non ha potuto tempestivamente porvi rimedio per cause indipendenti dalla sua volontà e che sfuggono al suo dominio finalistico. Alla luce delle considerazioni che precedono, sono state valutate inconsistenti le tesi dei ricorrenti volte a giustificare la condotta omissiva con le pessime condizioni economiche in cui versava l’impresa dell’imputato

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 maggio 2015, n. 18501 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 15/11/2013 la Corte d’appello di Bari ha confermato la sentenza del 13/04/2012, impugnata dal solo imputato, con la quale il Tribunale di quello stesso capoluogo aveva dichiarato il sig. R.G. colpevole, nella sua qualità di legale...