In ipotesi di sentenza di patteggiamento che abbia omesso di dichiarare la falsità di un documento, la Corte di Cassazione può adottare direttamente i provvedimenti previsti dall’art. 537 cod. proc. pen., non occorrendo alcuna valutazione di merito per una declaratoria che la legge pone come effetto inevitabile della sentenza di condanna, a cui è equiparabile...
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L’espressione in questione “ti restano pochi giorni” (del tutto equivalente a quella “devi morire’, di cui a Sez. 5, 10.4.2010 De Ceglie, non massimata) se, in astratto, è inidonea a configurare gli estremi della minaccia – perché si perfezioni il delitto di minaccia, è necessario che l’agente prospetti un male ingiusto che, quand’anche non proveniente da lui, dipenda dalla sua volontà – può assumere, nel particolare contesto in cui è stata pronunciata od in ragione di peculiari modalità della vicenda o della qualità delle persone coinvolte, il contenuto della minaccia, ove l’evento morte possa, plausibilmente e realisticamente, prospettarsi come riconducibile alla volontà dell’agente. Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 14 aprile 2016, n. 15646
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 14 aprile 2016, n. 15646 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza indicata in epigrafe, il Tribunale di Perugia-sezione distaccata di Assisi riformava la sentenza del 9 marzo 2011 del Giudice di pace di Assisi, dichiarando G.F. colpevole dei reato di minaccia in danno di Clemente Lori e,...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 febbraio 2016, n. 4828. E’ nulla la notifica del decreto di fissazione dell’udienza per il giudizio di appello eseguita, ex art. 157, comma ottavo bis, cod. proc. pen., presso il difensore di fiducia dell’imputato, nonostante l’esistenza agli atti del domicilio ritualmente dichiarato dall’imputato, in quanto, in tal caso, il domicilio legale non può prevalere su quello dichiarato, considerato che l’art. 157, comma ottavo bis cod. proc. pen. è chiaramente riferibile, nell’organizzazione della norma in cui si inserisce, alle ipotesi considerate dai commi precedenti; ne consegue che tale nullità tempestivamente eccepita comporta la nullità del giudizio di appello e della sentenza impugnata
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 5 febbraio 2016, n. 4828 Ritenuto in fatto Il difensore di C.O. e R.G. ricorre, con atto unico curato nell’interesse di entrambi gli assistiti, avverso la pronuncia indicata in epigrafe, recante la conferma della sentenza emessa dal Tribunale di Bologna in data 03/10/2011: gli imputati risultano essere stati...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 11 novembre 2015, n. 45173. Per la punibilità è sufficiente che le offese provengano da una parte o dal suo patrocinatore e che concernano l’oggetto della causa o del ricorso pendente innanzi alla autorità giudiziaria, a nulla rilevando che esse siano dirette a persone diverse dalle controparti o dai loro patrocinatori
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 11 novembre 2015, n. 45173 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PALLA Stefano – Presidente Dott. PEZZULLO Rosa – rel. Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. CAPUTO Angelo – Consigliere Dott. LIGNOLA...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 ottobre 2015, n. 40150. L’intervento di una causa estintiva della pena non fa venir meno l’interesse dell’imputato alla dichiarazione in sede di esecuzione della continuazione rispetto agli altri reati per i quali è stato ugualmente condannato
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 6 ottobre 2015, n. 40150 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PALLA Stefano – Presidente Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. CAPUTO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 ottobre 2015, n. 40148. La dichiarazione con la quale la persona offesa ha chiesto “che vengano perseguiti i reati ravvisati” va qualificata come valida manifestazione del diritto di querela
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 6 ottobre 2015, n. 40148 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 9 maggio 2014 il Giudice di Pace di Bari ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di C. A. e G. V. in ordine al reato di ingiurie loro ascritto in concorso. Il giudice rilevava che...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza del 16 marzo 2015, n. 11079. In tema di ricorso per cassazione, quando ci si trova dinanzi a una “doppia pronuncia conforme” e cioè a una doppia pronuncia (in primo e in secondo grado) di eguale segno (vuoi di condanna, vuoi di assoluzione), l’eventuale vizio di travisamento può essere rilevato in sede di legittimità solo nel caso in cui il ricorrente rappresenti (con specifica deduzione) che l’argomento probatorio asseritamente travisato è stato per la prima volta introdotto come oggetto di valutazione nella motivazione del provvedimento di secondo grado. Le regole dettate dall’art. 192 c.p.p., comma 3, non si applicano alle dichiarazioni della persona offesa, le quali possono essere legittimamente poste da sole a fondamento dell’affermazione di penale responsabilità dell’imputato, previa verifica, corredata da idonea motivazione, della credibilità soggettiva del dichiarante e dell’attendibilità intrinseca del suo racconto, che peraltro deve in tal caso essere più penetrante e rigoroso rispetto a quello cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza del 16 marzo 2015, n. 11079 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PALLA Stefano – Presidente – Dott. MICCOLI G. – rel. Consigliere – Dott. DE MARZO Giusepp – Consigliere – Dott. CAPUTO Angelo – Consigliere – Dott. DEMARCHI ALBENGO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 18 marzo 2015, n. 11432. L’indebita percezione anche di poche centinaia di euro è un danno economicamente apprezzabile per la pubblica amministrazione anche se non rilevante. Ciò basta per la Cassazione per ritenere configurabile i delitti di truffa aggravata e di peculato. Nel caso di specie, si trattava di un messo comunale il quale era stato condannato per truffa aggravata per aver attestato false presenze, con un danno stimato in poco più di 600 euro, e per peculato d’uso per aver utilizzato indebitamente l’auto a disposizione del comune, per un danno quantificabile in 100 euro
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 18 marzo 2015, n. 11432 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PALLA Stefano – Presidente Dott. VESSICHELLI Maria – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – Consigliere Dott. LIGNOLA Ferdinand –...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 febbraio 2015, n. 5643. Le norme disciplinanti il sequestro di persona e la sottrazione di minore sono tra loro alternative, perché tutelano beni giuridici e diritti soggettivi diversi, ossia la libertà fisica nel caso del sequestro di persona e il diritto dell'affidatario dell'incapace a mantenere il bambino sotto la propria custodia per quanto riguarda il delitto di sottrazione di persone incapaci. Ne consegue che nel caso di sottrazione di un minore con modalità clandestine contro la volontà del genitore affidatario può configurarsi il delitto di cui all'art. 605 c.p.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 6 febbraio 2015, n. 5643 Ritenuto in fatto 1. Il Tribunale di Palermo, Sezione per il riesame dei provvedimenti cautelari, con ordinanza in data 17.4.2014, ai sensi dell’art. 309 c.p.p., confermava l’ordinanza emessa del locale G.I.P. in data 29.10.2013, con la quale era stata applicata a V.M....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 marzo 2015, n. 9305. Il socio di maggioranza e al tempo stesso presidente del cda non può permettersi di svendere i beni dell'impresa solo perchè l'azienda è in crisi. E il socio di minoranza ha tutto il diritto di chiedere una consulenza tecnica per verificare se il prezzo dell'operazione sia di comodo o veritiero
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 marzo 2015, n. 9305 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PALLA Stefano – Presidente Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – rel. Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. PISTORELLI...