Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 settembre 2016, n. 19303
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 settembre 2016, n. 19303

Per la Cassa ragionieri ai fini della pensione il più favorevole criterio dei 15 migliori redditi degli ultimi 20 anni deve essere applicato solo in relazione ai redditi maturati fini al 31 dicembre 2003 Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 settembre 2016, n. 19303 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE...

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 settembre 2016, n. 17585
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 settembre 2016, n. 17585

In tema di erogazioni da parte dell’Inail di prestazioni di assistenza protesica agli invalidi di lavoro, nel caso in cui l’assistito si rechi presso le strutture dell’Inail o altre strutture per accertamenti, forniture e collaudo delle protesi, la diaria è un rimborso che spetta in aggiunta alle spese di viaggio e di soggiorno, per il...

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 2 settembre 2016, n. 17528
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 2 settembre 2016, n. 17528

Qualora l’accertamento abbia natura medico-legale e sia diretto a verificare la dipendenza causale di una determinata malattia rispetto ad un’attività lavorativa, trova applicazione il criterio secondo il quale deve ritenersi acquisita la prova del nesso causale nel caso sussista un’adeguata probabilità, sul piano scientifico, della risposta positiva Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 2...

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 24 agosto 2016, n. 17303
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 24 agosto 2016, n. 17303

In caso di dimissioni o cessazione del rapporto di lavoro per risoluzione consensuale, è negata l’indennità di disoccupazione, a meno che il lavoratore non dimostri l’esistenza di cause che rendevano impossibile proseguire il rapporto. Tra queste non rientra però l’impossibilità di fare carriera Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 24 agosto 2016, n. 17303...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 7 luglio 2016, n. 13882

In tema di infortunio in itinere nell’ipotesi particolare di sinistro stradale avvenuto nel tragitto di ritorno da una riunione sindacale: anche in tal caso si parla di occasione di lavoro e, conseguentemente, il lavoratore ha diritto all’indennizzo di cui all’art. 12 d.lgs. n. 38/2000   Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 7 luglio 2016,...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 1 giugno 2016, n. 11412

In tema di compensi per prestazioni giornalistiche, le tabelle elaborate dal Consiglio dell’ordine, pur non vincolanti, rappresentano un valido criterio orientativo in sede di determinazione giudiziale ex art. 2233 c.c. in quanto forniscono elementi utili ai fini della individuazione dei minimi inderogabili a garanzia dell’attività svolta dal professionista. Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 6 febbraio 2015, n. 2330. La potestà di infliggere sanzioni disciplinari è riservata dall'art. 2106 c.c. alla discrezionalità dell'imprenditore, in quanto contenuta nel più ampio potere di direzione dell'impresa. Ne consegue che il giudice, pur nel caso sia stato adito dal datore di lavoro per la conferma della sanzione disciplinare e sia stato dallo stesso esplicitamente richiestone, non può convertirla in altra meno grave

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 6 febbraio 2015, n. 2330  REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAMMONE Giovanni – rel. Presidente Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 14 novembre 2014, n. 24268. In materia di rapporto tra processo civile e processo penale, il primo puo' essere sospeso, in base a quanto dispongono l'articolo 295 c.p.c., articolo 654 c.p.p. e articolo 211 disp. att. c.p.p., solo se una norma di diritto sostanziale ricolleghi alla commissione del reato oggetto dell'imputazione penale un effetto sul diritto oggetto di giudizio nel processo civile, e sempre a condizione che la sentenza che sia per essere pronunciata nel processo penale possa esplicare nel caso concreto efficacia di giudicato nel processo civile, atteso che, fuori da tali casi, la sospensione di quest'ultimo si tradurrebbe in una violazione del principio di ragionevole durata del processo. La sospensione necessaria del processo civile per pregiudizialita' penale, ex articolo 295 cod. proc. civ., e' subordinata alla circostanza che il risultato delle indagini compiute dal pubblico ministero abbia dato luogo all'esercizio dell'azione penale e, quindi, che i due processi, civile e penale, si trovino contemporaneamente pendenti, sicche' la detta sospensione non puo' essere disposta sul presupposto della mera presentazione di una denuncia e della conseguente apertura di indagini preliminari, le quali non sono ancora processo penale, occorrendo, affinche' il nesso di pregiudizialita' sostanziale provochi interferenze sul corso del processo civile, che l'azione penale sia stata effettivamente esercitata, nelle forme previste dall'articolo 405 cod. proc. pen., mediante la formulazione dell'imputazione o la richiesta di rinvio a giudizio

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 14 novembre 2014, n. 24268 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAMMONE Giovanni – Presidente Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott....