Non può scattare l’usucapione del cortile se c’è una situazione di compossesso Sentenza 14 febbraio 2018, n. 3581 Data udienza 22 novembre 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDO Luigi Giovanni – Presidente Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 26 febbraio 2016, n. 7974. In tema di abbandono di persone minori o incapaci, l’amministratore di sostegno non risponde del reato di cui all’art. 591 c.p.
In tema di abbandono di persone minori o incapaci, l’amministratore di sostegno non risponde del reato di cui all’art. 591 c.p. in quanto, salvo che sia diversamente stabilito nel decreto di nomina, lo stesso non è investito di una posizione di garanzia rispetto ai beni della vita e dell’incolumità individuale del soggetto incapace ma solo...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 23 novembre 2015, n. 46491. L’omessa notifica alla persona offesa della richiesta di archiviazione per presunto ‘mutamento’ del domicilio del difensore annulla il decreto emesso “de plano”. Affetto da nullità il decreto di archiviazione pronunciato dal Giudice per le indagini preliminari in ipotesi di omessa notifica (alla persona offesa) della richiesta di archiviazione, nel caso in cui il domicilio eletto, all’epoca della formalizzazione della querela, sia nel frattempo mutato per trasferimento del difensore ad altro Foro
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 novembre 2015, n. 46491 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo Maria – Presidente Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 7 dicembre 2015, n. 48346. L’elemento della violenza nella fattispecie criminosa di violenza privata si identifica in qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente l’offeso della libertà di determinazione e di azione, potendo consistere anche in una violenza “impropria”, che si attua attraverso l’uso di mezzi anomali diretti ad esercitare pressioni sulla volontà altrui, impedendone la libera determinazione. Pertanto, integra il delitto di violenza privata la condotta di colui che parcheggi la propria autovettura dinanzi ad un fabbricato in modo tale da bloccare il passaggio impedendo l’accesso alla parte lesa, considerato che, ai fini della configurabilità del reato in questione, il requisito della violenza si identifica in qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente l’offeso della libertà di determinazione e di azione
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 7 dicembre 2015, n. 48346 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Genova aveva, in parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale monocratico di Chiavari, condannato la predetta imputata alla pena di giorni 15 di reclusione ( con pena sospesa ), oltre al...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 12 novembre 2015, n. 45230. Nonostante non sia pacifico se il giudice di pace possa auto-assegnarsi un termine diverso e maggiore di quello di quindici giorni per il deposito della motivazione (art. 32 D. Lgs. 28.8.2000, n. 274), qualora agisca in tal senso, senza notificare l’avviso di deposito della motivazione stessa, la proposizione dell’impugnazione nei termini di legge sana la nullità derivante dall’omissione, avvalendosi l’impugnante della facoltà al cui esercizio l’atto omesso e nullo era preordinato
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 12 novembre 2015, n. 45230 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. MICCOLI Grazi – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 novembre 2015, n. 44575. In tema di utilizzabilità degli atti processuali, le dichiarazioni rese dal fallito al curatore non sono soggette alla disciplina di cui all’art. 63, comma secondo, c.p.p., che prevede l’inutilizzabilità delle dichiarazioni rese all’Autorità giudiziaria o alla Polizia giudiziaria da chi, sin dall’inizio, avrebbe dovuto essere sentito in qualità d’imputato, in quanto il curatore non rientra in queste categorie e la sua attività non può farsi rientrare nella previsione dell’art. 220 Disp. Att. che concerne le attività ispettive e di vigilanza
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 4 novembre 2015, n. 44575 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo M. – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silva – rel. Consigliere Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. SAVANI Piero – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 novembre 2015, n. 44893. Il delitto di minaccia è reato di pericolo che non presuppone la concreta intimidazione della persona offesa, ma solo la comprovata idoneità della condotta ad intimidirla (Cass. 47739/2008, 21601/2010, 644/2014), nella specie sussistente sia per il tenore della frase (‘tanto te la faccio pagare’ ), che, come osservato nella sentenza impugnata, aveva attitudine ad intimorire prospettando, sia pure in modo indeterminato, il verificarsi di eventi spiacevoli a carico del destinatario, sia per il gesto che l’aveva accompagnata (aveva puntato il dito contro)
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 novembre 2015, n. 44893 Ritenuto in fatto 1. II PG territoriale ricorre avverso la sentenza dei Giudice di pace di Olbia che ha ritenuto L.P. responsabile del reato di minaccia in danno di G.R. (tanto te la.faccio pagare’). 2. Con i primi due motivi si deduce violazione...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 novembre 2015, n. 44874. Integra il reato di falso materiale l’alterazione di un certificato medico mediante l’aggiunta di una annotazione, ancorché vera (il che priva di rilievo l’argomentazione difensiva incentrata sulla buona fede dell’imputato), in un contesto cronologico successivo e, pertanto, diverso da quello reale, a nulla rilevando che il soggetto agisca per ristabilire la verità effettuale, in quanto la certificazione medica del Pronto Soccorso acquista carattere definitivo in relazione ad ogni singola annotazione ed esce dalla sfera di disponibilità dei suo autore nel momento stesso in cui la singola annotazione viene registrata, laddove l’annotazione clinica oggetto dell’alterazione in questione è successiva alla redazione dello stesso certificato dei Pronto Soccorso. La diagnosi riportata nel referto ha natura di fede privilegiata, essendo preordinata alla certificazione di una situazione caduta nella sfera conoscitiva del pubblico ufficiale, che assume anche un rilievo giuridico esterno alla mera indicazione sanitaria o terapeutica. L’atto pubblico fidefacente è caratterizzato – oltre che dall’attestazione di fatti appartenenti all’attività dei pubblico ufficiale o caduti sotto la sua percezione – dalla circostanza che esso sia destinato ab initio alla prova e cioè precostituito a garanzie della pubblica fede e redatto da un pubblico ufficiale autorizzato, nell’esercizio di una speciale funzione certificatrice
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 novembre 2015, n. 44874 Ritenuto in fatto Con sentenza deliberata il 13/12/2013, la Corte di appello di Ancona ha confermato la sentenza dei Tribunale di Camerino 22/01/2013 con la quale N.M.P. – assolto con altri quattro coimputati dal reato di omicidio colposo in danno di P.S. –...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 novembre 2015, n. 44171. Gli oggetti lasciati incustoditi a bordo di un’autovettura in sosta devono ritenersi esposti alla pubblica fede laddove gli stessi, pur non essendone parti essenziali o pertinenze, ne costituiscano, secondo l’uso corrente, normale dotazione; tali devono essere considerati gli oggetti destinati in modo durevole al servizio o all’ornamento del veicolo
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 novembre 2015, n. 44171 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Bologna del 31/07/2014, veniva confermata l’affermazione di responsabilità di M.K. e A.A.i per il reato continuato di cui agli artt. 624 e 625 cod. pen. e 55 d....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 ottobre 2015, n. 42392. Ai fini della configurabilità del reato di molestia o disturbo alle persone, si intende aperto al pubblico il luogo cui ciascuno può accedere in determinati momenti ovvero il luogo al quale può accedere una categoria di persone che abbia determinati requisiti. Ne consegue che devono essere considerati luoghi aperti al pubblico l’androne di un palazzo e la scala comune a più abitazioni
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 21 ottobre 2015, n. 42392 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Firenze, in data 11 dicembre 2013, in parziale riforma della sentenza di primo grado, ha dichiarato estinto il reato di molestie contestato a R.C. e ha confermato la sua affermazione di responsabilità...