Corte di Cassazione, sezione seconda civile, sentenza 14 febbraio 2018, n. 3581. Non può scattare l’usucapione del cortile se c’è una situazione di compossesso
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Corte di Cassazione, sezione seconda civile, sentenza 14 febbraio 2018, n. 3581. Non può scattare l’usucapione del cortile se c’è una situazione di compossesso

Non può scattare l’usucapione del cortile se c’è una situazione di compossesso Sentenza 14 febbraio 2018, n. 3581 Data udienza 22 novembre 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDO Luigi Giovanni – Presidente Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott....

Corte di Cassazione, sezione V, sentenza  26 febbraio 2016, n. 7974. In tema di abbandono di persone minori o incapaci, l’amministratore di sostegno non risponde del reato di cui all’art. 591 c.p.
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 26 febbraio 2016, n. 7974. In tema di abbandono di persone minori o incapaci, l’amministratore di sostegno non risponde del reato di cui all’art. 591 c.p.

In tema di abbandono di persone minori o incapaci, l’amministratore di sostegno non risponde del reato di cui all’art. 591 c.p. in quanto, salvo che sia diversamente stabilito nel decreto di nomina, lo stesso non è investito di una posizione di garanzia rispetto ai beni della vita e dell’incolumità individuale del soggetto incapace ma solo...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 novembre 2015, n. 44874. Integra il reato di falso materiale l’alterazione di un certificato medico mediante l’aggiunta di una annotazione, ancorché vera (il che priva di rilievo l’argomentazione difensiva incentrata sulla buona fede dell’imputato), in un contesto cronologico successivo e, pertanto, diverso da quello reale, a nulla rilevando che il soggetto agisca per ristabilire la verità effettuale, in quanto la certificazione medica del Pronto Soccorso acquista carattere definitivo in relazione ad ogni singola annotazione ed esce dalla sfera di disponibilità dei suo autore nel momento stesso in cui la singola annotazione viene registrata, laddove l’annotazione clinica oggetto dell’alterazione in questione è successiva alla redazione dello stesso certificato dei Pronto Soccorso. La diagnosi riportata nel referto ha natura di fede privilegiata, essendo preordinata alla certificazione di una situazione caduta nella sfera conoscitiva del pubblico ufficiale, che assume anche un rilievo giuridico esterno alla mera indicazione sanitaria o terapeutica. L’atto pubblico fidefacente è caratterizzato – oltre che dall’attestazione di fatti appartenenti all’attività dei pubblico ufficiale o caduti sotto la sua percezione – dalla circostanza che esso sia destinato ab initio alla prova e cioè precostituito a garanzie della pubblica fede e redatto da un pubblico ufficiale autorizzato, nell’esercizio di una speciale funzione certificatrice

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 novembre 2015, n. 44874 Ritenuto in fatto Con sentenza deliberata il 13/12/2013, la Corte di appello di Ancona ha confermato la sentenza dei Tribunale di Camerino 22/01/2013 con la quale N.M.P. – assolto con altri quattro coimputati dal reato di omicidio colposo in danno di P.S. –...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 novembre 2015, n. 44171. Gli oggetti lasciati incustoditi a bordo di un’autovettura in sosta devono ritenersi esposti alla pubblica fede laddove gli stessi, pur non essendone parti essenziali o pertinenze, ne costituiscano, secondo l’uso corrente, normale dotazione; tali devono essere considerati gli oggetti destinati in modo durevole al servizio o all’ornamento del veicolo

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 novembre 2015, n. 44171 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Bologna del 31/07/2014, veniva confermata l’affermazione di responsabilità di M.K. e A.A.i per il reato continuato di cui agli artt. 624 e 625 cod. pen. e 55 d....

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 ottobre 2015, n. 42392. Ai fini della configurabilità del reato di molestia o disturbo alle persone, si intende aperto al pubblico il luogo cui ciascuno può accedere in determinati momenti ovvero il luogo al quale può accedere una categoria di persone che abbia determinati requisiti. Ne consegue che devono essere considerati luoghi aperti al pubblico l’androne di un palazzo e la scala comune a più abitazioni

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 21 ottobre 2015, n. 42392 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Firenze, in data 11 dicembre 2013, in parziale riforma della sentenza di primo grado, ha dichiarato estinto il reato di molestie contestato a R.C. e ha confermato la sua affermazione di responsabilità...