Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 18 agosto 2016, n. 35018
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 18 agosto 2016, n. 35018

Ai fini dell’integrazione del delitto in discorso – che ha natura di reato di pericolo – è necessario che la minaccia – da valutarsi con criterio medio ed in relazione alle concrete circostanze del fatto – sia idonea a cagionare effetti intimidatori sul soggetto passivo, ancorché il turbamento psichico non si verifichi in concreto. Di...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 8 settembre 2016, n.37397
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 8 settembre 2016, n.37397

L’attribuzione dei connotato di puttaniere al proprio coniuge, per quanto di fatto separato e impegnato in una relazione extra-coniugale, può valere – oggettivamente e con tutti i connotati del dolo per chi pronuncia la espressione – a lederne la reputazione e dunque la considerazione sociale, soprattutto se quella attribuzione è avvenuta ad opera della ex...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 30 agosto 2016, n.35778
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 30 agosto 2016, n.35778

Il delitto di cui all’art. 612 bis cp è un reato a fattispecie alternative, ciascuna delle quali è idonea a realizzarlo; pertanto, ai fini della sua configurazione non è essenziale il mutamento delle abitudini di vita della persona offesa, essendo sufficiente che la condotta incriminata abbia indotto nella vittima uno stato di ansia e di...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 26 agosto 2016, n. 35540
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 26 agosto 2016, n. 35540

Il termine “animali” utilizzato dall’imputato nel rivolgersi alle p.o. si presenta offensivo dell’onore e decoro dei destinatari, con esso volendosi attribuire alle persone offese mancanza di senso civico e di educazione, caratteristica questa, secondo la comune sensibilità, lesiva dell’ altrui reputazione. Se, infatti, il bene giuridico tutelato dalla norma ex art. 595 c.p., è l’onore...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 25 luglio 2016, n. 32162
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 25 luglio 2016, n. 32162

Il nuovo testo dell’articolo 625 bis c.p.p. prevede due istituti distinti: uno, il ricorso per la correzione di errore materiale, costituisce un mezzo di emenda del testo grafico; l’altro (il ricorso per correzione di errori di fatto) costituisce una vera e propria impugnazione, dovendosi qualificare come errore di fatto che legittima il ricorso avverso sentenze...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 25 luglio 2016, n. 32135
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 25 luglio 2016, n. 32135

Fuori dai casi in cui la disciplina introduttiva dell’abolitio criminis preveda che il giudice dell’impugnazione decide sulla stessa ai soli effetti civili, nel giudizio sull’impugnazione dell’imputato avverso una sentenza di condanna agli effetti penali e agli effetti civili, il proscioglimento con la formula «perché il fatto non è previsto dalla legge come reato» preclude l’esame,...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 15 luglio 2016, n.30340
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 15 luglio 2016, n.30340

Alla luce del nuovo art. 61, n. 5, cod. pen., l’età avanzata della vittima del reato rileva in misura maggiore, attribuendo al giudice di verificare, allorché il reato sia commesso in danno dì persona anziana, se la condotta criminosa posta in essere sia stata agevolata dalla scarsa lucidità o incapacità di orientarsi da parte della...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 27 maggio 2016, n. 22548
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 27 maggio 2016, n. 22548

L’idoneità degli atti, richiesta per la configurabilità del reato tentato, deve essere valutata con giudizio ex ante, tenendo conto delle circostanze in cui opera l’agente e delle modalità dell’azione, la desistenza volontaria presuppone la costanza della possibilità di consumazione del delitto, per cui, qualora tale possibilità non vi sia più, ricorre, sussistendone i presupposti, l’ipotesi...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 24 maggio 2016, n. 21696
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 24 maggio 2016, n. 21696

Non applicabilità del più lieve delitto di “Abuso di mezzi di correzione” qualora sia stata adoperata, sia pur per finalità disciplinari, «un’azione non consentita, sia per la sua natura che per la sua potenzialità».   Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 24 maggio 2016, n. 21696 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO...

Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 maggio 2016, n. 19441.
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 maggio 2016, n. 19441.

Niente contraffazione di moneta per il soggetto trovato con un ingente quantitativo di banconote se queste non prendono spunto da un modello che circola ma sono frutto di fantasia. Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 10 maggio 2016, n. 19441 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA...