Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza n. 22395 del 1 ottobre 2013 Svolgimento del processo Con sentenza del 14/7 – 30/8/11 la Corte d’appello di Catanzaro ha rigettato l’impugnazione proposta dalla società Giustino Costruzioni s.p.a. avverso la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Catanzaro che l’aveva condannata a reintegrare i dipendenti M....
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 3 ottobre 2013, n. 22626. Ai fini della validità del licenziamento intimato per ragioni disciplinari non è necessaria la previa affissione del codice disciplinare, in presenza della violazione di norme di legge e comunque di doveri fondamentali del lavoratore, riconoscibili come tali senza necessità di specifica previsione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 3 ottobre 2013, n. 22626 Svolgimento del processo 1. La Corte d’Appello di Ancona, con la sentenza n. 602/11, decidendo sull’impugnazione proposta dalla Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana spa, nei confronti di C.G. , avverso la sentenza del Tribunale di Ascoli Piceno n. 740/10 del 13...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 4 ottobre 2013 n. 22728. In caso di licenziamento l’indennità per il mancato preavviso non può essere chiesta alla società committente se la cessazione del rapporto è maturata quando il contratto d’appalto era già terminato
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 4 ottobre 2013 n. 22728[1] E’ esatto il rilievo della Corte di merito per la quale il credito invocato non era temporalmente ed eziologicamente connesso alla cessazione del contratto d’appalto e che dalla stessa motivazione del licenziamento non emergeva alcun collegamento causale tra lo...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 30 settembre 2013, n. 22333. Conferma della condanna di un direttore di banca al risarcimento in favore dell’istituto di credito, per avere concesso affidamenti a terzi senza la prestazione delle dovute garanzie
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 30 settembre 2013, n. 22333 Svolgimento del processo Con sentenza depositata il 22/2/2011 la Corte d’Appello di Bologna ha confermato la sentenza del Tribunale di accoglimento della domanda della Unipol Banca volta ad ottenere il risarcimento del danno causato da G..C. , dipendente della Banca quale direttore della...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 2 ottobre 2013 n. 22538. È illegittimo il licenziamento del dipendente assente per malattia provocata dall’azione di mobbing che il datore di lavoro esercita su di lui
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 2 ottobre 2013 n. 22538[1] [1] Testo scaricabile e consultabile dal portale giuridico del Sole24Ore – Guida al Diritto http://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/civile/civile/sentenzeDelGiorno/2013/10/malattia-provocata-da-mobbing-no-al-licenziamento-anche-oltre-il-comporto_0.html Archivio sentenze ordinanze sentenze-ordinanze/cassazione-civile-2011/ sentenze-ordinanze/cassazione-civile-2012/ sentenze-ordinanze/cassazione-civile-2013/ Studio legale D’Isa @AvvRenatoDIsa renatodisa.com
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 1 ottobre 2013 n. 22396. Legittimo il licenziamento del dipendente che abbia offeso il legale rappresentante della società dandole della “mentecatta” e “pazzoide”
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 1 ottobre 2013 n. 22396[1] Mentre all’azienda non spetta invece il risarcimento del danno all’immagine. Nei confronti della persona giuridica ed in genere dell’ente collettivo è configurabile la risarcibilità del danno non patrimoniale allorquando il fatto lesivo incida su una situazione giuridica della persona giuridica...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 20 settembre 2013, n. 21627. In tema di licenziamento per giusta causa, l’immediatezza della comunicazione del provvedimento espulsivo rispetto al momento della mancanza addotta a sua giustificazione, ovvero rispetto a quello della contestazione, si configura quale elemento costitutivo del diritto al recesso del datore di lavoro
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro Sentenza 20 settembre 2013, n. 21627 IN NOME DEL POPOLO ITALIANOLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAMORGESE Antonio – Presidente Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. CURZIO Pietro – Consigliere Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – rel. Consigliere ha...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 21922 del 25 settembre 2013. Illegittimo il licenziamento per la pretesa del dipendente di avere un ordine scritto per l’esecuzione di un nuovo compito
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza n. 21922 del 25 settembre 2013 Svolgimento del processo La Corte d’appello di Milano, in parziale riforma della decisione di primo grado, dichiarava la illegittimità del licenziamento intimato in data 28 gennaio 2008 dalla T. s.r.l. alla dipendente A. P.; condannava la società appellata a reintegrare la lavoratrice...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 18 settembre 2013 n. 21356. Non può ritenersi che il demansionamento sia legittimato dalla volontà di impedire il licenziamento in quanto mansioni dequalificanti devono essere comunque accettate (e prima ancora proposte, il che non sembra neppure essere stato dedotto) dal lavoratore
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 18 settembre 2013 n. 21356[1] Non può ritenersi che il demansionamento sia legittimato dalla volontà di impedire il licenziamento in quanto mansioni dequalificanti devono essere comunque accettate (e prima ancora proposte, il che non sembra neppure essere stato dedotto) dal lavoratore [1] Testo scaricabile e...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 settembre n. 21203. Legittimo il licenziamento di chi si reca ripetutamente tardi al lavoro falsificando l’orario di ingresso
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 settembre 2013 n. 21203[1] I giudici di appello avevano infatti evidenziato la gravità della condotta posta in essere dal ricorrente, il quale, nel rendersi responsabile dell’addebito, era venuto meno ai doveri di correttezza nell’esecuzione del rapporto ricorrendo a timbrature false dell’orario di entrata; allontanandosi...