Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 23 marzo 2016, n. 12302 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. DIOTALLEVI Giovanni – Consigliere Dott. ALMA Marco Maria – Consigliere Dott. SGADARI Giuseppe – Consigliere Dott. D’ARRIGO...
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 marzo 2016, n. 12377. In tema di locazione, gli incrementi del bene locato, in applicazione dei principio generale dell’accessione, divengono di proprietà dei locatore, proprietario della cosa locata, pur con le specifiche modalità dettate dall’art. 1593 cod. civ., rimanendo, tuttavia, in facoltà delle parti di prevedere apposita clausola derogatrice volta ad escludere che il bene immobilizzato nel suolo sia ritenuto dal proprietario di quest’ultimo; in presenza di tale accordo, pertanto, il contratto di locazione, per tutta la sua durata, costituisce titolo idoneo a impedire l’accessione, configurandosi il diritto del conduttore sul bene costruito come diritto non reale, che si estingue con il venir meno dei contratto stesso e con il riespandersi dei principio dell’accessione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 marzo 2016, n. 12377 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 3/2/2015 la Corte di appello di Bologna ha riformato quella dei Tribunale di Ravenna in data 24/4/2011, assolvendo Z.P. e Z. D. dal reato di cui agli artt. 110, 392 cod. pen., commesso in data 4/4/2008...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 21 dicembre 2015, n. 50150. Poiché nel delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni la condotta violenta o minacciosa non è fine a se stessa, ma è strettamente connessa alla finalità dell’agente di far valere il preteso diritto, rispetto al cui conseguimento si pone come elemento accidentale, non può mai consistere in manifestazioni sproporzionate e gratuite di violenza. Quando la minaccia, dunque, si estrinseca in forme di tale forza intimidatoria e di sistematica pervicacia che vanno al di là di ogni ragionevole intento di far valere un diritto, allora la coartazione dell’altrui volontà, è finalizzata a conseguire un profitto che assume ex se i caratteri dell’ingiustizia. Con la conseguenza che in determinate circostanze e situazioni anche la minaccia dell’esercizio di un diritto, in sè non ingiusta, può diventare tale, se le modalità denotano soltanto una prava volontà ricattatoria, che fanno sfociare l’azione in mera condotta estorsiva
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 21 dicembre 2015, n. 50150 Ritenuto in fatto Con sentenza del 27.11 .2013 la Corte d’Appello di Brescia in parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Brescia in data 27.11.2012 , su appello del Pubblico Ministero, condannava A.T. per il delitto di estorsione aggravata come originariamente contestato...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 7 dicembre 2015, n. 48346. L’elemento della violenza nella fattispecie criminosa di violenza privata si identifica in qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente l’offeso della libertà di determinazione e di azione, potendo consistere anche in una violenza “impropria”, che si attua attraverso l’uso di mezzi anomali diretti ad esercitare pressioni sulla volontà altrui, impedendone la libera determinazione. Pertanto, integra il delitto di violenza privata la condotta di colui che parcheggi la propria autovettura dinanzi ad un fabbricato in modo tale da bloccare il passaggio impedendo l’accesso alla parte lesa, considerato che, ai fini della configurabilità del reato in questione, il requisito della violenza si identifica in qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente l’offeso della libertà di determinazione e di azione
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 7 dicembre 2015, n. 48346 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Genova aveva, in parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale monocratico di Chiavari, condannato la predetta imputata alla pena di giorni 15 di reclusione ( con pena sospesa ), oltre al...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 23 luglio 2015, n. 32383. Non integra il delitto di furto (articolo 624 cod. pen.), ma quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose (articolo 392 cod. pen.), l’appropriazione della cosa mobile altrui … finalizzata esclusivamente alla tutela del possesso e in assenza del fine di profitto. Ipotesi di furto per l’avvocato che si appropriadi fascicoli condivisi con gli associati
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 luglio 2015, n. 32383 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FUMO Maurizio – Presidente Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. CAPUTO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 luglio 2015, n. 31654. Esercizio arbitrario delle proprie ragioni e non violenza privata per il creditore che appoggia una pistola sulla scrivania del debitore
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 luglio 2015, n. 31654 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUNO Paolo Antonio – Presidente Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – rel. Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 giugno 2015, n. 23678. Commette rapina e non esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone il creditore che usa violenza contro un soggetto terzo rispetto al rapporto obbligatorio presupposto. Così pure la rapina è consumata se, anche in presenza della ragionevole convinzione dell’agente di esercitare un diritto, la violenza o la minaccia possiedono una tale forza intimidatoria da oltrepassare l’intento di far valere un diritto e manifestano la volontà di impossessarsi comunque della cosa
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 giugno 2015, n. 23678 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere Dott....
L'art. 4, secondo comma, legge 18 aprile 1975 n. 110, nell'equiparare alle armi improprie alcuni strumenti la cui destinazione naturale non è l'offesa alla persona, ma che tuttavia sono occasionalmente atti ad offendere, ne individua in modo specifico alcuni
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 febbraio 2015, n. 6261. L’art. 4, secondo comma, legge 18 aprile 1975 n. 110, nell’equiparare alle armi improprie alcuni strumenti la cui destinazione naturale non è l’offesa alla persona, ma che tuttavia sono occasionalmente atti ad offendere, ne individua in modo specifico alcuni che, per le loro caratteristiche,...
Corte di Cassazione, sezione feriale, sentenza 19 settembre 2014, n. 38559. E' punibile a titolo di tentata estorsione la rivendicazione proposta dall'ex-marito via SMS per ottenere la disponibilità dell'abitazione coniugale al fine di distruggere moralmente e psicologicamente la vittima
Suprema Corte di Cassazione sezione feriale sentenza 19 settembre 2014, n. 38559 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE FERIALE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BIANCHI Luisa – Presidente Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. CARRELLI PALOMBI Roberto – Consigliere Dott. LIGNOLA...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 19 settembre 2014, n. 38571. L’esercizio arbitrario delle proprie ragioni presuppone che l'agente sia animato dall'esercizio di un diritto nella consapevolezza di poter ricorrere al giudice
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 19 settembre 2014, n. 38571 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 25.5.12 la Corte di Appello di Bari pronunziava la riforma della sentenza emessa dal Giudice monocratico del Tribunale di Foggia,con la quale ROVEA Giorgio era stato dichiarato responsabile del delitto di cui all’art. 610 CP, commesso...