Il dipendente pubblico non può essere mandato in pensione al raggiungimento dei requisiti contributivi o di anzianità. Vanno comunque analizzati i criteri di imparzialità e buona fede Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 23 settembre 2016, n. 18723 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta...
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 19 settembre 2016, n. 18315
Legittimo il licenziamento del dipendente dell’Agenzia delle entrate che gestiva di fatto due studi di consulenza e aveva partecipato alla redazione di processi verbali di accesso e contestazioni nei confronti di soggetti che risultavano nell’elenco clienti dello studio Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 19 settembre 2016, n. 18315 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 25 agosto 2016, n. 17335
Ai sensi della lettera b) dell’articolo 55-quater del Dlgs 165/2001, l’assenza per malattia è priva di rilievo disciplinare non quando è solo esistente, né quando è (anche) comunicata, ma quando è giustificata nelle forme, inderogabili, previste dal comma 1 dell’articolo 55-septies, e pertanto quando sia stata attestata da certificazione medica rilasciata da una struttura sanitaria...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 14 settembre 2016, n. 18099
Rimane in servizio il dipendente pubblico che, pur avendo raggiunto l’anzianità massima contributiva di 40 anni, non ha ancora compiuto 65 anni di età. Nel caso specifico, un dipendente comunale. L’ente pubblico non può collocare forzatamente a riposo il lavoratore limitandosi ad affermare che lo stesso possiede i requisiti soggettivi ed oggettivi, è, invece, necessaria...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 6 settembre 2016, n. 17637
La timbratura irregolare del cartellino da parte del dipendente Asl legittima il licenziamento Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 6 settembre 2016, n. 17637 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 11 luglio 2016, n. 14103
La gravità dell’inadempimento del lavoratore deve essere valutata nel rispetto della regola generale della “non scarsa importanza” di cui all’art. 1455 c.c., sicché l’irrogazione della massima sanzione disciplinare risulta giustificata solamente in presenza di un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali, tale, cioè, da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro per essersi irrimediabilmente incrinato...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 giugno 2016, n. 11868
a) il principio della immutabilità della contestazione non impedisce al datore di lavoro, nei casi di sospensione del procedimento disciplinare per la contestuale pendenza del processo penale relativo ai medesimi fatti, di utilizzare, all’atto della riattivazione del procedimento, gli accertamenti compiuti in sede penale per meglio circoscrivere l’addebito, ricompreso in quello originario, purché ciò avvenga...
In materia di rimborso delle spese legali al pubblico dipendente il fatto oggetto del giudizio penale deve essere stato compiuto nell’esercizio delle attribuzioni affidate al dipendente e deve esservi un nesso di strumentalità tra l’adempimento del dovere ed il compimento dell’atto, nel senso che il dipendente non avrebbe assolto ai suoi compiti se non ponendo in essere quella determinata condotta. Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 8 aprile 2016, n. 1406.
Consiglio di Stato sezione III sentenza 8 aprile 2016, n. 1406 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Terza ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 9334 del 2009, proposto da: Ma. Ra., rappresentato e difeso dall’avv. Ma. Ba., con domicilio eletto presso...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 27 novembre 2015, n. 5381. L’omessa o l’incompleta indicazione del titolo di studio, anche se l’omissione o l’incompletezza sono il risultato di una svista, comporta una vera e propria carenza della domanda sul requisito del titolo di studio. La sentenza ha precisato che l’Amministrazione legittimamente ha escluso il concorrente dalla partecipazione al concorso
Consiglio di Stato sezione V sentenza 27 novembre 2015, n. 5381 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 45 del 2013, proposto dal signor Pi.Fl., rappresentato e difeso dall’avvocato Do.To., con domicilio eletto presso il...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 23 novembre 2015, n. 5303. Nell’ambito del rapporto di pubblico impiego, rilevano, ai fini della configurabilità dell’esercizio di mansioni superiori e della loro rilevanza ai fini retributivi, quali presupposti imprescindibili, lo svolgimento di fatto, in modo continuativo e prevalente di funzioni rientranti nella qualifica superiore, il conferimento mediante atto formale delle mansioni stesse, l’esistenza di un posto che risulti vacante nel relativo organico
Consiglio di Stato sezione III sentenza 23 novembre 2015, n. 5303 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3195 del 2010, proposto da: Fr.Ri., rappresentato e difeso dall’avv. Le.Ra., con domicilio eletto presso Pa.An. in...