Consiglio di Stato, sezione quarta, sentenza 22 gennaio 2018, n. 382. L’art. 143 del d.lgs. n. 267/2000, al comma 1 (nel testo novellato dall’art. 2, comma 30, della legge 94/2009), richiede che la situazione di condizionamento dell’ente locale da parte della criminalità sia resa evidente da elementi concreti, univoci e rilevanti
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Consiglio di Stato, sezione quarta, sentenza 22 gennaio 2018, n. 382. L’art. 143 del d.lgs. n. 267/2000, al comma 1 (nel testo novellato dall’art. 2, comma 30, della legge 94/2009), richiede che la situazione di condizionamento dell’ente locale da parte della criminalità sia resa evidente da elementi concreti, univoci e rilevanti

L’art. 143 del d.lgs. n. 267/2000, al comma 1 (nel testo novellato dall’art. 2, comma 30, della legge 94/2009), richiede che la situazione di condizionamento dell’ente locale da parte della criminalità sia resa evidente da elementi concreti, univoci e rilevanti, che assumano valenza tale da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi...

Consiglio di Stato, sezione terza, sentenza 2 ottobre 2017, n. 4578. Le vicende che costituiscono il presupposto del provvedimento di scioglimento di un Consiglio comunale
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Consiglio di Stato, sezione terza, sentenza 2 ottobre 2017, n. 4578. Le vicende che costituiscono il presupposto del provvedimento di scioglimento di un Consiglio comunale

Le vicende che costituiscono il presupposto del provvedimento di scioglimento di un Consiglio comunale devono essere considerate nel loro insieme, e non atomisticamente, e risultare idonee a delineare, con una ragionevole ricostruzione, il quadro complessivo del condizionamento mafioso; assumono quindi rilievo situazioni non traducibili in episodici addebiti personali ma tali da rendere, nel loro insieme,...

Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 24 luglio 2017, n. 18227
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Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 24 luglio 2017, n. 18227

La decadenza dalla carica per non aver partecipato a tre sedute consecutive da parte del componente del consiglio di amministrazione di una società sottoposta al controllo regionale non fa venire meno la causa di ineleggibilità a consigliere regionale perché è necessario un atto volontario e soprattutto una delibera dell’amministrazione Suprema Corte di Cassazione sezione I...

Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 10 maggio 2017, n. 2174
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Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 10 maggio 2017, n. 2174

In tema di elezioni, nella nozione di “voti validi”, ai fini dell’applicazione della disposizione di cui all’art. 73, comma 10, del d.lgs. nr. 267 del 2000, andrebbero computati anche i voti riportati dai Sindaci al secondo turno e non solo quelli conseguiti dalle liste collegate al primo turno Consiglio di Stato sezione III sentenza 10...

Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 19 maggio 2016, n. 2080
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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 19 maggio 2016, n. 2080

Un annullamento d’ufficio di un finanziamento tra enti pubblici intervenuto dopo due anni e mezzo dal conferimento dei fondi per motivi strettamente formali senza invocare ragioni di interesse pubblico, oppure questioni alla gestione degli stessi fondi, non può trovare accesso nell’ordinamento Consiglio di Stato sezione V sentenza 19 maggio 2016, n. 2080 REPUBBLICA ITALIANA IN...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 19 dicembre 2014, n. 26911. La nullità derivante dall’adozione d’una delibera di conferimento dell’incarico professionale non accompagnata dall’attestazione della necessaria copertura finanziaria può essere sanata attraverso la ricognizione postuma di debito da parte dell’ente locale, ai sensi dell’art. 24 del decreto-legge 2 marzo 1989, n. 66 (convertito, con modificazioni, nella legge 24 aprile 1989, n. 144), poi seguito dal d.lgs. n. 267 del 2000 (art. 191 e 194); tale dichiarazione, per contro, non rileva e non può avere alcuna efficacia sanante ove il contratto stipulato dalla P.A. sia privo della forma scritta. Il credito di chi ha fornito la prestazione od il servizio nei confronti della p.a. sussiste dunque direttamente nei confronti del funzionario. Questi, ove manchino i necessari adempimenti formali per la validità dell’impegno di spesa assunto dalla p.a., ne risponderà in proprio verso il privato fornitore. L’insorgenza del rapporto obbligatorio direttamente tra il fornitore e l’amministratore o il funzionario che abbia consentito la prestazione comporta l’impossibilità di esperire nei confronti del Comune l’azione di arricchimento senza causa, stante il difetto del necessario requisito della sussidiarietà. Pertanto, dopo l’introduzione della normativa di cui agli artt. 191 e 194 del D.Lgs. n. 267/2000, la questione del riconoscimento dell’utilità della prestazione può porsi di regola solo allorché siano il funzionario o l’amministratore responsabili verso il privato a proporre l’azione di cui all’art. 2041 cod. civ. nei confronti della P.A.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 19 dicembre 2014, n. 26911 Motivi della decisione   II motivi di ricorso. 1.1. Con tutti e sette i motivi del proprio ricorso il ricorrente censura la sentenza impugnata nella parte in cui ha escluso che il Comune di Roccarainola abbia riconosciuto l’utilità dell’opera svolta dal professionista. Più...