Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 22 settembre 2016, n. 3924
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Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 22 settembre 2016, n. 3924

Il criterio di ragionevolezza nell’interpretazione che consente di conservare la manifestazione di volontà della parte può trovare applicazione anche nelle gare di appalto, ove sia necessario un intervento interpretativo del giudice per chiarire equivocità apparenti dell’offerta, che ben può trovare giustificazione in altri atti della parte versati in gara, senza violazione alcuna della par condicio...

Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 22 settembre 2016, n. 3919
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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 22 settembre 2016, n. 3919

Il concorrente escluso da una gara preordinata all’affidamento di un contratto pubblico, con provvedimento divenuto inoppugnabile, non ha titolo per ottenere il ristoro dei pregiudizi derivanti dalla mancata aggiudicazione o dalla perdita di “chance”, non sussistendo gli estremi del danno “iniuria datum” Consiglio di Stato sezione V sentenza 22 settembre 2016, n. 3919 REPUBBLICA ITALIANA...

Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 20 settembre 2016, n. 3914
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Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 20 settembre 2016, n. 3914

L’obbligo di acquisire l’autorizzazione della centrale di committenza regionale sorge solo a fronte di una rinnovata volontà di procedere all’acquisizione dei servizi secondo il modulo procedimentale previsto dall’art.6, comma 15 bis, l.r. cit., sicchè, in difetto del predetto presupposto, resta inconfigurabile qualsivoglia inosservanza di un preciso dovere provvedimentale sanzionabile Consiglio di Stato sezione III sentenza...

Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 20 luglio 2016, n. 3275
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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 20 luglio 2016, n. 3275

L’art. 75 del d.p.r. n. 445 del 2000, richiamato dall’art. 38, comma 2, del d.lgs. n. 163 del 2006, stabilisce che la non veridicità della dichiarazione sostitutiva comporta la decadenza dai benefici eventualmente conseguiti, senza che tale norma lasci alcun margine di discrezionalità all’Amministrazione; ciò senza contare che l’interessata era stata preventivamente edotta della necessità...

Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 20 luglio 2016, n. 3266
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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 20 luglio 2016, n. 3266

In materia di gare d’appalto, e con specifico riferimento alle operazioni preliminari da svolgere in seduta pubblica, la verifica dell’integrità dei plichi non esaurisce la sua funzione nella constatazione che gli stessi non hanno subito manomissioni o alterazioni, ma è destinata a garantire che il materiale documentario trovi correttamente ingresso nella procedura, giacché la pubblicità...

Consiglio di Stato, adunanza plenaria, sentenza 25 maggio 2016, n. 10
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Consiglio di Stato, adunanza plenaria, sentenza 25 maggio 2016, n. 10

Anche dopo l’entrata in vigore dell’art. 31, comma 8, del decreto legge 21 giugno 2013 n. 69, (Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia), convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, non sono consentite regolarizzazioni postume della posizione previdenziale, dovendo l’impresa essere in regola con l’assolvimento degli obblighi previdenziali ed assistenziali fin dalla...

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È stata sottoposta alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea la questione se è compatibile con la normativa comuniTARia quella nazionale che impedisce all’operatore economico di indicare altra impresa al posto di quella originariamente indicata quale “impresa ausiliaria”. L’ordinanza ha rilevato che l’operatore economico è escluso dalla gara per un fatto che non è a lui riconducibile, né oggettivamente, né soggettivamente. Consiglio di Stato, sezione IV, ordinanza 15 aprile 2016, n. 6073.

Consiglio di Stato sezione IV ordinanza 15 aprile 2016, n. 6073 REPUBBLICA ITALIANA Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quarta ha pronunciato la presente ORDINANZA sul ricorso numero di registro generale 6073 del 2015, proposto da: Ca. Co. S.r.l., con sede in Caserta, in persona del legale rappresentante pro-tempore, in proprio e quale...

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Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 22 gennaio 2016, n. 209. La revisione dei prezzi di cui all’art. 6, l. 24 dicembre 1993 n. 537 e all’art. 115 del codice dei contratti si applica solo alle proroghe contrattuali, come tali previste ab origine negli atti di gara ed oggetto di consenso “a monte”, ma non anche agli atti successivi al contratto originario con cui, mediante specifiche manifestazioni di volontà, è stato dato corso tra le parti a distinti, nuovi ed autonomi rapporti giuridici, ancorché di contenuto identico a quello originario per quanto concerne la remunerazione del servizio, senza che sia stata avanzata alcuna proposta di modifica del corrispettivo, che pure la parte privata era libera di formulare. La proroga del termine finale di un appalto, infatti, comporta il solo differimento del termine di scadenza del rapporto, mentre il rinnovo del contratto costituisce una nuova negoziazione con la controparte, ossia un rinnovato esercizio dell’autonomia negoziale attraverso cui vengono liberamente pattuite le condizioni del rapporto

Consiglio di Stato sezione III sentenza 22 gennaio 2016, n. 209 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Terza ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3768 del 2015, proposto da: Co. St. Eu. Mu.; contro INPS – Istituto Nazionale della Previdenza Sociale...