Ai fini della configurabilità del reato di turbata libertà degli incanti, non è sufficiente accertare il collegamento tra due società che partecipano alla medesima gara d’appalto, ma è necessario fornire la prova che, dietro la costituzione di imprese apparentemente distinte, si nasconda un unico centro decisionale di offerte coordinate o che le imprese, utilizzando il...
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Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 28 luglio 2016, n. 33043
Ai fini della configurabilità del concorso di persone nel reato, il contributo concorsuale acquista rilevanza non solo quando abbia efficacia causale, ponendosi come condizione dell’evento illecito, ma anche quando assuma la forma di un contributo agevolatore e di rafforzamento del proposito criminoso già esistente nei concorrenti, in modo da aumentare la possibilità di commissione del...
Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 27 luglio 2016, n.32567
E’ configurabile il concorso colposo nel delitto doloso, a condizione che il reato sia previsto anche nella forma colposa e che la condotta del concorrente contenga tutti i requisiti della colpa SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV PENALE SENTENZA 27 luglio 2016, n.32567 RITENUTO IN FATTO 1. Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Perugia,...
Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 22 giugno 2016, n. 25846
La partecipazione alle attività preparatorie del delitto e, in particolare, ai sopralluoghi nella sede della progettata esecuzione di esso, costituisce condotta concorsuale a norma dell’art. 110 c.p., poichè la concezione unitaria del concorso di persone nel reato comporta che l’attività del concorrente possa essere rappresentata da qualsiasi comportamento esteriore che fornisca un apprezzabile contributo, in...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 marzo 2016, n. 9953. Le chiamate in correità di un soggetto affetto da disturbi mentali, vanno vagliate rigorosamente e secondo un preciso ordine logico: a) in primo luogo, valutandone la credibilità in relazione alla sua personalità, alle sue condizioni di vita, al suo passato, ai suoi rapporti con l’accusato, nonché alla genesi e alle cause della confessione e delle accuse; b) successivamente, analizzando le caratteristiche delle dichiarazioni relativamente alla loro precisione, consistenza, coesione, costanza e spontaneità; c) infine, verificando se la credibilità soggettiva del dichiarante e l’attendibilità intrinseca delle sue dichiarazioni, sono confermate da riscontri esterni, che possono essere di qualsiasi natura e anche indiretti
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 marzo 2016, n. 9953 Ritenuto in fatto 1. In parziale riforma della sentenza di condanna per il reato ex artt.81, comma 2, 110, 117 e 314 cod. pen. emessa dal Tribunale di Milano, la seconda sezione penale della Corte di appello di Milano, con sentenza n. 7761...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 22 gennaio 2016, n. 3043. In tema a di trasferimento fraudolento di valori; da un lato, l’attività del concorrente si può estrinsecare: a) sia in capo al soggetto che risulti formalmente intestatario della quota, che nella realtà appartiene al socio occulto; b) sia in capo al soggetto che, essendo socio effettivo e non mero prestanome, accetta consapevolmente che nella sua società entri un soggetto come socio occulto attraverso la presenza di un prestanome. Quanto, poi, al profilo soggettivo, solo la totale inconsapevolezza del fine illecito in base al quale la persona sottoposta, o sottoponibile, a misure di prevenzione patrimoniale patrimoniale agisce, può assumere rilievo in ordine all’esclusione della sussistenza dell’elemento soggettivo del reato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 gennaio 2016, n. 3043 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESATA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 novembre 2015, n. 45699. In caso di custodia cautelare in carcere il giudice deve motivare sull’inidoneità degli arresti domiciliari “aggravati”. Alla luce del nuovo art. 275, comma 3-bis, c.p.p., annullata l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere in ragione dell’omessa motivazione circa l’idoneità o meno nel caso concreto della misura degli arresti domiciliari con le procedure di controllo, ex art. 275-bis, comma 1, c.p.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 novembre 2015, n. 45699 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 26 novembre 2015, n. 46992. E’ responsabile ai sensi dell’art. 113 cod. pen. di cooperazione nel delitto colposo l’agente il quale, trovandosi a operare in una situazione di rischio da lui immediatamente percepibile, pur non rivestendo alcuna posizione di garanzia, contribuisca con la propria condotta cooperativa all’aggravamento dei rischio, fornendo un contributo causale giuridicamente apprezzabile alla realizzazione dell’evento, ancorché la condotta del cooperante in sé considerata appaia tale da non violare alcuna regola cautelare, essendo sufficiente l’adesione intenzionale dell’agente all’altrui azione negligente, imprudente o inesperta, assumendo così sulla sua azione il medesimo disvalore che, in origine, è caratteristico solo dell’altrui comportamento
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 26 novembre 2015, n. 46992 Ritenuto in fatto 1. – P.F., S.F., R.R: e P.C. I., tramite i rispettivi difensori di fiducia, ricorrono avverso la sentenza di cui in epigrafe, con la quale, in parziale riforma della sentenza del Giudice di Pace di Lipari n. 45 del 10.6.2013...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 7 settembre 2015, n. 36012. Nel caso di rinnovazione del dibattimento per mutamento del giudice, le dichiarazioni acquisite nella precedente fase dibattimentale possono essere utilizzate, mediante la semplice lettura, a condizione che vi sia il consenso delle parti
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 settembre 2015, n. 36012 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. DIOTALLEVI G. – rel. Consigliere Dott. ALMA Marco Maria – Consigliere Dott. PELLEGRINO Andrea – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 settembre 2015, n. 35814. Risponde del reato di abbandono di persona incapace il medico di turno presso il reparto di psichiatria di una casa di cura “aperta”, quand’egli non prenda provvedimenti per garantire una più stretta sorveglianza a un malato psichiatrico grave, propenso alla fuga e incapace di provvedere a se stesso. Nel caso in cui tale paziente si allontani dalla struttura e muoia, l’aggravante di cui all’art.591, 3° co., può trovare applicazione solo se le cause del decesso sono tra quelle che il medico avrebbe dovuto prevenire
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 2 settembre 2015, n. 35814 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. LOCATELLI Giuseppe – Consigliere Dott. LA POSTA Lucia – Consigliere Dott. BONI Monica – rel. Consigliere Dott....