Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 16 maggio 2017, n. 24131
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Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 16 maggio 2017, n. 24131

Il reato di danneggiamento di un bene esposto a pubblica fede non è stato abrogato dal D.Lgs. 7 del 2016 e, pertanto, continua ad essere previsto dalla legge come reato. Suprema Corte di Cassazione sezione II penale sentenza 16 maggio 2017, n. 24131 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE...

Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 29 maggio 2017, n. 26858
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Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 29 maggio 2017, n. 26858

L’esposizione di una res alla pubblica fede comporta che essa si trovi “fuori dalla sfera di diretta vigilanza e quindi, affidata interamente all’altrui senso di onestà e di rispetto”, per necessità, consuetudine o destinazione naturale: la ratio della previsione risiede, quindi, come precisato acutamente da altra dottrina, nella “minorata possibilità di difesa connessa alla particolare...

Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 30 gennaio 2017, n. 4200
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Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 30 gennaio 2017, n. 4200

Deve riconoscersi la esposizione della bicicletta a pubblica fede quando, come nel caso in specie, il proprietario la collochi temporaneamente lungo la strada e si allontani per svolgere gli incombenti programmati o usuali per poi riprendere il possesso del mezzo di trasporto Suprema Corte di Cassazione sezione IV penale sentenza 30 gennaio 2017, n. 4200...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 1 marzo 2016, n. 8331. Per pubblica fede deve intendersi il senso di affidamento verso la proprietà altrui sul quale fa affidamento chi deve lasciare una cosa, anche solo temporaneamente, incustodita e la ratio dell’aggravamento della pena, previsto dall’art. 625 n. 7, terza ipotesi, codice penale, non è correlata alla natura – pubblica o privata – del luogo ove si trova la “cosa”, ma alla condizione di esposizione di essa, sicchè tale condizione può sussistere anche se “la cosa” si trovi in luogo privato cui si possa liberamente accedere. In tale contesto, non è idoneo ad incidere sulla configurabilità dell’aggravante in questione l’adozione, o meno, da parte del proprietario, di cautele, che non eliminano il pubblico affidamento della res. In ogni caso cautele che si traducono in congegni di chiusura quali l’apposizione di un lucchetto, una serratura con chiave, od un antifurto, non realizzano un ostacolo tale da costituire impedimento assoluto alla sottrazione del bene, attesa la limitata efficienza di tali congegni e la facilità con la quale possono essere superati, non costituendo un serio ostacolo all’azione furtiva, che non fa venir meno l’esposizione della cosa alla pubblica fede

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 1 marzo 2016, n. 8331 Ritenuto in fatto 1.Con sentenza del 11.6.2014 la Corte di Appello di Torino confermava la sentenza con la quale il G.U.P. del locale Tribunale, all’esito del rito abbreviato, aveva condannato T.N., riconosciute le circostanze attenuanti generiche, alla pena di mesi 8 di reclusione...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 marzo 2015, n. 9245. In tema di responsabilità per il delitto di tentato furto delle offerte contenute nelle cassette all'interno del santuario, aggravato dalla violenza sulle cose e dall'esposizione alla pubblica fede; l'aggravante dell'esposizione alla pubblica fede può essere esclusa da una sorveglianza esercitata sulla cosa solo se questa formi oggetto di una diretta e continua custodia da parte del proprietario o di persona addetta; ciò è a dirsi a maggior ragione in considerazione del fatto che l'azione illecita si è compiuta in un luogo di culto aperto ai fedeli, per cui si rende applicabile alla fattispecie anche l'ulteriore regula iuris, secondo cui la menzionata aggravante è configurabile anche in caso di sorveglianza saltuaria quando la cosa si trovi in luoghi privati ma aperti al pubblico, posto che la ragione dell'aggravamento consiste nella volontà di apprestare una più energica tutela a quelle cose mobili che sono lasciate dal possessore, in modo permanente o temporaneo, senza custodia continua

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 marzo 2015, n. 9245 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 1 ottobre 2013 la Corte d’Appello di Bologna, investita dell’appello proposto da E. F. avverso la sentenza di condanna emessa nei suoi confronti dal Tribunale di Ferrara in esito al giudizio abbreviato, ha così disposto:...

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