Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 giugno 2014, n. 27177 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 11/11/2013, il Tribunale del riesame di Bologna, in riforma dell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Bologna in data 14/10/2013, ha applicato a V.C. la misura cautelare di cui all’art. 282 bis...
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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 23 giugno 2014, n. 27081. In tema di titolarità del diritto di querela, e dunque di individuazione della persona offesa, cui tale diritto compete, deve intendersi quale soggetto passivo del reato colui che subisce la lesione dell'interesse penalmente protetto.
Suprema Corte di Cassazione, sezione II sentenza 23 giugno 2014, n. 27081 Svolgimento del processo Con sentenza del 13.6.2012, il Tribunale di Arezzo dichiarò O.L. responsabile dei reati di cui agli artt. 497 bis, 477, 482, 648, 494, 640 c.p., e disposto l’aumento per la recidiva, unificati i reati sotto il vincolo della continuazione, lo...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 23 giugno 2014, n. 27174. La "pronta comunicazione" del legittimo impedimento del difensore è condizione necessaria perché la richiesta di differimento dell'udienza possa essere accolta. Inequivoca è sul punto la volontà del legislatore, che all'art. 420 ter c.p.p. – e, prima, all'art. 486 c.p.p., comma 5 – ha espressamente previsto che il giudice rinvia l'udienza quando l'assenza del difensore è dovuta a legittimo impedimento "purché" prontamente comunicato. L'impedimento è "prontamente" comunicato quando tale comunicazione avvenga "non appena" conosciuta la contestualità degli impegni professionali. E' sufficiente che l'istanza sia proposta "in prossimità" della conoscenza da parte del difensore della contemporaneità degli impegni professionali. Ciò si verifica quando, ricevuta la notificazione della fissazione di udienza davanti al giudice rispetto al quale poi si intende far valere l'impedimento professionale, il difensore verifichi che per la medesima data ha precedenti impegni di udienza avanti diversa autorità giudiziaria e ritenga di dover dare ad essi prevalenza. La "prontezza" della comunicazione va pertanto determinata con riferimento al momento in cui il difensore ha conoscenza dell'impedimento.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 giugno 2014, n. 27174 Ritenuto in fatto 1. La Corte d’appello di Potenza, con sentenza del 7/6/2013, in parziale riforma di quella emessa dal Tribunale di Matera, ha condannato S.V. e S.D. per il furto di 19 segnali stradali, sottratti al deposito provinciale in loc. (omissis) (artt....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 20 giugno 2014, n. 14110. Anche con riferimento all'art. 3, secondo comma, della Legge n. 903 del 1977 – il cui testo è stato trasfuso nel comma 5 dell'art. 22 del denunciato DLgs n. 1 del 2001, poi abrogato dal DLgs n. 198 del 2006 – la regula iuris, qui ribadita, essendovi perfetta equivalenza, ai fini della progressione in carriera (automatica o no), fra periodi di effettivo servizio e periodi di astensione obbligatoria dal lavoro per maternità, ove la contrattazione collettiva ricolleghi la promozione all'anzianità di servizio, in questa, anche se intesa come servizio effettivo, devono computarsi i periodi di astensione obbligatoria, tranne che la stessa contrattazione subordini la promozione a particolari requisiti
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 20 giugno 2014, n. 14110 Svolgimento del processo La Corte di Appello di Brescia, confermando la sentenza del Tribunale di quella stessa sede, rigettava la domanda di B.L. , proposta nei confronti della Camera di Commercio e dell’Industria Artigianato ed Agricoltura di Breccia di cui era dipendente, avente...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 giugno 2014, n. 14084. Il vigilante che ha assunto l'obbligo di vegliare sull'immobile di un altro soggetto, ove, a fronte di segnalazione ricevuta, non provveda ad effettuare l'intervento al fine di verificare se effettivamente sia in corso effrazione e non avverte e chiede l'intervento delle forza di polizia, è tenuto a risarcire i danni patiti dalla parte che ha subito l'omessa vigilanza
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 20 giugno 2014, n. 14084 Svolgimento del processo 1. Con citazione del 2 aprile 1998 G.T. , nella veste di assicurata danneggiata da un furto con scasso della cassaforte interna alla villa isolata sita in (omissis) , furto avvenuto la notte del (omissis) , convenne dinanzi al...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 23 giugno 2014, n. 14206. Ai fini della ricerca della comune intenzione dei contraenti, il primo e principale strumento è rappresentato dal senso letterale delle parole e delle espressioni utilizzate, con la conseguente preclusione del ricorso ad altri criteri interpretativi, quando la comune volontà delle parti emerga in modo certo ed immediato dalle espressioni adoperate e sia talmente chiara da escludere la ricerca di una volontà diversa; precisandosi, poi, che il rilievo da assegnare alla formulazione letterale va verificato alla luce dell'intero contesto contrattuale, considerando le singole clausole in correlazione tra loro, a norma dell'art. 1363 cod. civ.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 23 giugno 2014, n. 14206 Svolgimento del processo 1. B.C. e C.A. convennero in giudizio, davanti al Tribunale di Napoli, M.A. , esponendo che essi, insieme al convenuto, erano soci della s.p.a. G.C. e che avevano sottoscritto col M. una convenzione in base alla quale gli attori si...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 giugno 2014, n. 13885. Nella specie di lite tra Condominio e condomino non trova applicazione, nemmeno in via analogica, la disposizione dell'art. 1132 c.c., che disciplina la materia delle spese processuali del condomino che abbia ritualmente dissentito dalla deliberazione di promuovere una lite o di resistere ad una domanda rispetto ad un terzo estraneo e neppure l'art. 1101 c.c., richiamato dall'art. 1139 c.c. Nell'ipotesi di controversia tra condomini, l'unità condominiale viene a scindersi di fronte al particolare oggetto della lite, per dare vita a due gruppi di partecipanti al Condominio in contrasto tra loro, con la conseguenza che il giudice, nel dirimere la controversia provvedere anche definitivamente sulle spese del giudizio, determinando, secondo i principi di diritto processuale, quale delle due parti in contrasto debba sopportare, nulla significando che nel giudizio il gruppo dei condomini, costituenti la maggioranza, sia stato rappresentato dall'amministratore
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 giugno 2014, n. 13885 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 7 giugno 1995 D.E.V. ed M.A. , quali proprietari di unità immobiliari site nel fabbricato di (omissis) (n. 3 appartamenti, n. 2 locali a piano terra ed un locale seminterrato adibito a video-pub-bar e...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 20 giugno 2014, n. 14128. L'assegno per il coniuge deve tendere al mantenimento del tenore di vita da questo goduto durante la convivenza matrimoniale, e tuttavia indice di tale tenore di vita può essere l'attuale disparità di posizioni economiche tra i coniugi
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 20 giugno 2014, n. 14128 In un procedimento di divorzio tra C.C. e C.C., la Corte d’Appello di Bologna, con sentenza in data 03/1/2012 in riforma della sentenza del locale Tribunale, determinava in E. 300,00 l’assegno in favore della moglie. Ricorre per cassazione il marito, che pure deposita...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 20 giugno 2014, n. 14143. Il marito non può eludere il suo obbligo di mantenimento della moglie, creando una esposizione debitoria, e che l'accertamento di una evasione fiscale rende incerto l'ammontare dei suoi attuali redditi, comunque evidentemente superiore a quanto dichiarato.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 20 giugno 2014, n. 14143 In un procedimento di modifica delle condizioni di divorzio tra F.F. e R.D., la Corte d’Appello di Perugia, con decreto in data 1/12/2011, rigettava il reclamo avverso il provvedimento del Tribunale di Terni, confermando in €. 316,00 l’importo dell’assegno in favore della...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 20 giugno 2014, n. 14119. Rispettato il dettato normativo dell'art. 602 cod. civ., quando la sottoscrizione delle disposizioni di ultima volontà è stata apposta a margine o in altra parte della scheda, anziché in calce alla medesima, a causa della mancanza di spazio su cui apporla. Nella specie la Corte territoriale ha appunto giustificato la mancanza di sottoscrizione in calce alle disposizioni di ultima volontà con il fatto che nella seconda pagina della ritenuta scheda testamentaria, costituita da un mezzo foglio uso bollo, non vi era lo spazio sufficiente per apporvi la firma, sicché ha specularmente considerato valida la sottoscrizione presente all'inizio del primo foglio, quale ideale prosecuzione dello scritto (ovverosia, come inizio di una virtuale terza pagina).
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 20 giugno 2014, n. 14119 Svolgimento del processo 1. Per quanto ancora interessa in questa sede, nel dicembre 1992, M.R. conveniva in giudizio la sorella M.F. innanzi al Tribunale di Arezzo perché fosse pronunciata la nullità della lettera 6.12.1986 redatta dalla comune madre P.P. quale testamento, con declaratoria...