Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 13 maggio 2015, n. 19783 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIEFFI Severo – Presidente Dott. CASSANO Margherita – rel. Consigliere Dott. MAZZEI Antonella – Consigliere Dott. LA POSTA Lucia – Consigliere Dott....
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, sezione V, ordinanza 15 maggio 2015, n. 20346. Nel procedimento penale davanti al giudice di pace, la particolare tenuità del fatto, quale causa di improcedibilità ex articolo 34 del decreto legislativo 28 agosto 2000 n. 274, richiede, in caso di avvenuto esercizio dell’azione penale, la mancata opposizione dell’imputato e della persona offesa (si veda il comma 3° del citato articolo 34). Con riferimento alla eventuale opposizione della persona offesa, sussistendo contrasto di giurisprudenza, va rimessa alle sezioni Unite la questione della valenza della mancata comparazione all’udienza davanti al giudice di pace
Suprema Corte di Cassazione sezione V ordinanza 15 maggio 2015, n. 20346 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. BRUNO Paolo Antonio – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – rel. Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 maggio 2015, n. 11224. Ai fini della tutela della ditta o della denominazione sociale accordata dagli artt. 2564 e 2567 c.c., quando si deduca il pericolo di confusione per l’uso fattone da altro imprenditore, così come ai fini della tutela ex art. 2598 n. 1 c.c. quando tale uso integri altresì concorrenza sleale, è sufficiente che si verifichi una situazione potenzialmente pregiudizievole e cioè la virtuale possibilità di confusione tra le ditte e le denominazioni sociali di due imprenditori, ovvero la astratta idoneità del comportamento tenuto dalla ditta o società concorrente ad incidere negativamente sul profitto che l’imprenditore si propone di ottenere attraverso l’esercizio dell’impres
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 maggio 2015, n. 11224 Svolgimento del processo Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Roma ha confermato la condanna della Infodis Italia s.r.l. e dei coniugi F.O. e P.F. al pagamento in favore della Infodis s.r.l., successivamente dichiarata fallita, della somma di Euro 77.468,53 a titolo...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 giugno 2015, n. 11615. In tema di liquidazione delle spese processuali, il giudice non può limitarsi a determinare in maniera generica i diritti di procuratore e degli onorari di avvocato in misura inferiore a quelli presentati, ma ha l’onere di motivare adeguatamente l’eventuale eliminazione e la riduzione di voci
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 4 giugno 2015, n. 11615 Svolgimento del processo È stata depositata la seguente relazione. «1. In relazione all’incidente stradale verificatosi in data 10 marzo 2009 tra la vettura di proprietà di O. R. e quella di proprietà di M. R. D.C., assicurata con la T.A. s.p.a., il Giudice...
Corte di Cassazione, sezioni unite, ordinanza 3 giugno 2015, n. 11373. Visti gli artt. 134 Cost. e 23 l. 87/1953, dichiarata rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 15 d.p.r. 601/1973, per contrasto, nei sensi di cui in motivazione, con gli artt. 3 e 41 Cost
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite ordinanza interlocutoria 3 giugno 2015, n. 11373 Svolgimento del processo In relazione alle formalità di cancellazione di ipoteca e privilegio speciale, oggetto di atto notarile 30.9.2003, concernenti mutuo agevolato in precedenza erogato e gestito da società poi incorporata, Sviluppo Italia s.p.a. – società d’intermediazione finanziaria – usufruì dell’esenzione dall’imposta...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 3 giugno 2015, n. 11377. Poiché la sussistenza del potere rappresentativo in capo a chi ha speso il nome altrui è elemento costitutivo della pretesa che il terzo contraente intenda far valere in giudizio sulla base di detto negozio, non costituisce eccezione, e pertanto non ricade nelle preclusioni previste dagli artt. 167 e 345 cod. proc. civ., la deduzione della inefficacia per lo pseudo rappresentato del contratto concluso dal falsus procurator; ne consegue che, ove il difetto di rappresentanza risulti dagli atti, di esso il giudice deve tener conto anche in mancanza di specifica richiesta della parte interessata, alla quale, a maggior ragione, non è preclusa la possibilità di far valere la mancanza del potere rappresentativo come mera difesa
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 3 giugno 2015, n. 11377 Ritenuto in fatto 1. – I rappresentanti di F.A. (cioè i suoi due figli, F.C. e Ch. , muniti di procura del padre) e Hypo Vorarlberg Leasing s.p.a. hanno concluso, con due distinti contratti del 21 dicembre 2002, una compravendita immobiliare. Non tutto...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 maggio 2015, n. 10127. A causa del mancato completamento della rete fognaria, il comune deve risarcire il privato per la perdita di potabilità dell’acqua passante nel fosso che attraversa il fondo di sua proprietà. E l’amministrazione va anche condannata al ripristino delle tubature fino all’imbocco di una struttura destinata alla depurazione, facendo salva però l’autonomia del municipio nel decidere se agganciarsi ad un depuratore già esistente o utilizzare altro mezzo idoneo
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 maggio 2015, n. 10127 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Giovanni B. – Presidente Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. LANZILLO Raffaella – rel. Consigliere Dott. D’AMICO Paolo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 29 maggio 2015, n. 11152. Se le “tabelle” applicate per la liquidazione del danno non patrimoniale da morte di un prossimo congiunto cambino nelle more tra l’introduzione del giudizio e la sua decisione, il giudice (anche d’appello) ha l’obbligo di utilizzare i parametri vigenti al momento della decisione
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 29 maggio 2015, n. 11152 Considerato in diritto Con il primo mezzo è denunciata, in relazione all’art. 360, comma primo, n. 3, cod. proc. civ., violazione o falsa applicazione degli artt. 1226 e 2056 cod. civ., 3, 32, 111 Cost., nonché dedotto vizio di motivazione. La Corte di...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 25 maggio 2015, n. 2589. L’esclusione dalle gare pubbliche per inaffidabilità dell’impresa concorrente per grave negligenza e malafede commessa nel corso di esecuzione di precedenti contratti pubblici può essere pronunciata in termini di automaticità soltanto quando il comportamento di deplorevole trascuratezza e slealtà sia stato posto in essere in occasione di un pregresso rapporto negoziale intercorso con la stessa stazione appaltante che indice la gara. In caso contrario, il giudizio d’inaffidabilità professionale su un’impresa partecipante a una gara pubblica è subordinato alla preventiva motivata valutazione della stazione appaltante
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 25 maggio 2015, n. 2589 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello n. 671 del 2015, proposto da Bu. s.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 22 maggio 2015, n. 2562. In materia di contratti della P.A., ogni questione relativa al recesso esercitato nel corso del rapporto contrattuale riguarda l’esercizio di diritti potestativi iscrivibili nell’autotutela di diritto privato, con conseguente radicamento della giurisdizione del giudice ordinario. Tale principio è applicabile anche al recesso dai contratti di fornitura o servizi, di cui all’art. 1, comma 13, del d.l. 6 luglio 2012, n. 95, convertito in legge 7 agosto 2012, n. 135
Consiglio di Stato sezione V sentenza 22 maggio 2015, n. 2562 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6804 del 2014, proposto da: En. S.r.l., rappresentato e difeso dall’avv. Fr.Sc., con domicilio eletto presso Fr.Sc....