Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 8 ottobre 2015, n. 20180 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 3 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente Dott. VIVALDI Roberta – rel. Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere Dott. BARRECA Giuseppina Luciana...
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 7 ottobre 2015, n. 20082. Deve ritenersi legittimo il licenziamento per giusta causa intimato dal datore di lavoro al dipendente che, in qualità di capo piazzale della raffineria, abbia agevolato, risultando complice degli stessi autori, la sottrazione di carburante attraverso la fraudolenta alterazione della tara dell’autocisterna
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 7 ottobre 2015, n. 20082 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VENUTI Pietro – Presidente Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. DE MARINIS Nicola...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 7 ottobre 2015, n. 20072. La notifica a mezzo Pec del ricorso per Cassazione si perfeziona per il notificante nel momento in cui viene generata la ricevuta di accettazione e per il destinatario con la ricevuta di consegna. La mancata produzione della ricevuta di avvenuta consegna determina l’inesistenza della notifica con conseguente impossibilità per il giudice di disporne il rinnovo ex articolo 291 c.p.c. Così si è pronunciata la Cassazione in relazione alle modalità con cui si notifica il ricorso in Cassazione tramite Pec.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 7 ottobre 2015, n. 20072 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. MAMMONE Giovanni – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. GHINOY Paola –...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 6 ottobre 2015, n. 19902. Nel giudizio di indebito oggettivo, l’attore può invocare sia l’invalidità, sia l’inesistenza d’un titolo giustificativo del pagamento. Nel primo caso, ha l’onere di provare che il titolo del pagamento sia invalido; nel secondo caso, ha il solo onere di allegare – ma non di provare, essendo impossibile – l’inesistenza di qualsiasi titolo giustificativo del pagamento, e sarà onere del convenuto dimostrare che il pagamento era sorretto da una giusta causa
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 6 ottobre 2015, n. 19902 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. STALLA Giacomo Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 20 ottobre 2015, n. 21184. Le spese relative al giudizio di divisione vanno poste a carico della massa allorché attengano al comune interesse dei condividenti, mentre valgono i principi generali sulla soccombenza per quelle spese che, secondo il prudente apprezzamento del giudice di merito, siano conseguenza di eccessive pretese o di inutili resistenze, cioè dell’ingiustificato comportamento della parte
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 20 ottobre 2015, n. 21184 Considerato in fatto Con ordinanza del 03.12.2013 il Tribunale di Catanzaro, chiamato a pronunciarsi sull’opposizione proposta da L.C. avverso i decreti di liquidazione del compenso spettante all’Ing. P.A. e all’impresa edile Torchia Tommaso & C. sas, nominati rispettivamente direttore ed esecutore dei lavori...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 21 ottobre 2015, n. 21449. La donazione indiretta consiste nell’elargizione di una liberalità che viene attuata, anziché con il negozio tipico descritto nell’art. 769 c.c., mediante un negozio oneroso che produce, in concomitanza con l’effetto diretto che gli è proprio ed in collegamento con altro negozio, l’arricchimento animo donandi del destinatario della liberalità medesima
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 21 ottobre 2015, n. 21449 Svolgimento del processo P.M.E. fu nominato erede universale, con testamento ricevuto in forma pubblica il 14 dicembre 1993, dal padre adottivo P.M.D. , poi deceduto il (…) ; l’eredità fu accettata puramente e semplicemente; avuto sentore dell’esistenza di altri cespiti, oltre quelli ammontanti...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 settembre 2015, n. 19541. L’accettazione del paziente in una struttura deputata a fornire assistenza sanitario- ospedaliera, ai fini del ricovero o di una visita ambulatoriale, comporta la conclusione di un contratto dì prestazione d’opera atipico di spedalità, in base al quale la stessa è tenuta ad una prestazione complessa, che non si esaurisce nella effettuazione delle cure mediche e di quelle chirurgiche, ma si estende ad una serie di altre prestazioni, quali la messa a disposizione di personale medico ausiliario e di personale paramedico, di medicinali, e di tutte le attrezzature tecniche necessarie, nonchè di quelle lato sensu alberghiere. La responsabilità della casa dì cura nei confronti del paziente ha natura contrattuale, con conseguente applicazione dell’art. 1228 cod. civ. anche nei rapporti tra il medico e la struttura
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 settembre 2015, n. 19541 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente – Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere – Dott. STALLA Giacomo Maria – Consigliere – Dott. SCRIMA Antonietta –...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 13 ottobre 2015, n. 4699. Il giudizio di non anomalia dell’offerta non può considerarsi legittimo qualora nella relativa procedura di verifica l’Amministrazione abbia consentito al concorrente di giustificare i propri costi del lavoro sulla base di un CCNL che, in virtù del chiaro disposto dell’art. 86, comma 3, D.Lgs. n. 163 del 2006, non valutabile come valido parametro di riferimento, in quanto sottoscritto da sigle sindacali non maggiormente rappresentative, oltre che recante diversi non irrilevanti scostamenti rispetto ai parametri di riferimento stabiliti dalle tabelle ministeriali del settore interessato, calcolate sulla base della contrattazione collettiva stipulata dai sindacati comparativamente più rappresentativi. Né, in senso contrario, può attribuirsi rilievo alla circostanza che la lex specialis di gara rechi alcun obbligo per i concorrenti di applicare al proprio personale un determinato contratto collettivo. Il giudizio di anomalia, in ogni caso, deve essere particolarmente rigoroso qualora il settore sia regolato da contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati da soggetti sindacali comparativamente maggiormente rappresentativi
Consiglio di Stato sezione III sentenza 13 ottobre 2015, n. 4699 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 763 del 2015, proposto da: G. S.p.A., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 20 ottobre 2015, n. 21281. Per il notificante la prova della tempestività della notificazione è fornita in maniera sufficiente dal timbro dell’ufficiale giudiziario apposto sull’atto, recante l’indicazione della data e del numero cronologico, anche se privo di sottoscrizione.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 20 ottobre 2015, n. 21281 Svolgimento del processo e motivi della decisione I. – Il Consigliere relatore, designato ai sensi dell’ars. 377 c.p.c., ha depositato in cancelleria la seguente relazione ex arti. 380-bis e 375 c.p.c.: “1. – Con sentenza n. 658/13 la Corte d’appello...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 25 settembre 2015, n. 19119. In tema di contenzioso tributario, in caso di pendenza separata di procedimenti relativi all’accertamento del maggior reddito contestato ad una società di capitali e di quello di partecipazione conseguentemente contestato al singolo socio, quest’ultimo giudizio deve essere sospeso, ai sensi del combinato disposto del Decreto Legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, articolo 1 e articolo 295 c.p.c., in attesa del passaggio in giudicato della sentenza emessa nei confronti della società, costituendo l’accertamento tributario nei confronti della società un indispensabile antecedente logico-giuridico di quello nei confronti dei soci, in virtù dell’unico atto amministrativo da cui entrambe le rettifiche promanano, e non ricorrendo, com’è per le società di persone, un’ipotesi di litisconsorzio necessario.
Suprema Corte di Cassazione Sezione VI Civile Ordinanza 25 settembre 2015, n. 19119 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IACOBELLIS Marcello – rel. Presidente Dott. CARACCIOLO Giuseppe – Consigliere Dott. COSENTINO Antonello – Consigliere Dott. CRUCITTI Roberta –...