Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 ottobre 2015, n. 42993 Ritenuto in fatto 1. Vicenda processuale e provvedimento impugnato – L’imputato è stato accusato di maltrattamenti e violenza sessuale in danno della propria moglie e, per tale motivo, è stato condannato in primo grado alla pena di quattro anni ed otto mesi di...
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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 ottobre 2015, n. 21119. È ius receptum che le controversie tra proprietari di fabbricati vicini relative all’osservanza di norme che prescrivono distanze tra le costruzioni o rispetto ai confini appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario, senza che rilevi l’avvenuto rilascio del titolo abilitativo all’attività costruttiva, la cui legittimità può essere valutata “incidenter tantum” dal giudice ordinario attraverso l’esercizio del potere di disapplicazione del provvedimento amministrativo. Inoltre, ogni concessione edilizia è rilasciata con salvezza dei diritti dei terzi. Il ruolo del giudice amministrativo, investito della domanda di annullamento della licenza, concessione o permesso di costruire (rilasciati con salvezza dei diritti dei terzi), ha ad oggetto il controllo di legittimità dell’esercizio del potere da parte della P.A. ovvero concerne esclusivamente il profilo pubblicistico relativo al rapporto fra il privato e la P.A., ma non può impedire l’esercizio della azione civilistica intrapresa dal vicino per far rispettare la normativa in tema di distanze, che siano queste previste dal codice civile o dagli strumenti urbanistici.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 ottobre 2015, n. 21119 Svolgimento del processo 1) Le parti sono proprietarie di villette a schiera confinanti, poste all’interno di un complesso condominiale. Ogni villetta ha due ingressi: uno con portico e l’altro attraverso una veranda che dal giardino immette al piano rialzato. Ogni lato portico è...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 20 ottobre 2015, n. 41974. La norma incriminatrice dell’art. 348 cod. pen., trova la propria ratio nella necessità di tutelare l’interesse generale, di pertinenza della pubblica amministrazione, a che determinate professioni, richiedenti particolari requisiti di probità e competenza tecnica, vengano esercitate soltanto da chi, avendo conseguito una speciale abilitazione amministrativa, risulti in possesso delle qualità morali e culturali richieste dalla legge. Ne consegue che risponde di abusiva professione di avvocato chi, sebbene abilitato alla professione di avvocato, senza iscrizione nell’albo professionale, partecipi ad un’udienza davanti al giudice rappresentando una parte processuale, anche se materialmente si limiti ad un mero atto di presenza
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 20 ottobre 2015, n. 41974 Ritenuto in fatto G.A. veniva tratto a giudizio per rispondere del reato di cui all’art. 348 cod. pen.. per aver esercitato la professione di avvocato quale difensore di fiducia di P.E. nel procedimento penale n. 1307/06 sino alla fase dell’udienza preliminare avanti al...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 ottobre 2015, n. 42392. Ai fini della configurabilità del reato di molestia o disturbo alle persone, si intende aperto al pubblico il luogo cui ciascuno può accedere in determinati momenti ovvero il luogo al quale può accedere una categoria di persone che abbia determinati requisiti. Ne consegue che devono essere considerati luoghi aperti al pubblico l’androne di un palazzo e la scala comune a più abitazioni
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 21 ottobre 2015, n. 42392 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Firenze, in data 11 dicembre 2013, in parziale riforma della sentenza di primo grado, ha dichiarato estinto il reato di molestie contestato a R.C. e ha confermato la sua affermazione di responsabilità...
Corte di Cassazione, sezione VI, 23 ottobre 2015, n. 21672. In tema di procedimento per decreto ingiuntivo, qualora il decreto sia stato emesso nei confronti di distinti soggetti, l’atto di citazione in opposizione al decreto, equivalendo alla comparsa di risposta, costituisce, nel regime dell’art. 38, primo comma, c.p.c., nel testo novellato dall’art. 45 della l. n. 69 del 2009, il veicolo necessario della deduzione da parte degli ingiunti di qualsiasi eccezione di incompetenza del giudice che emise il decreto. Ne consegue che, qualora ognuno degli ingiunti proponga separata citazione in opposizione al decreto notificandola anche agli altri senza sollevare eccezione di incompetenza del giudice del monitorio, tale eccezione resta preclusa per ogni specie di competenza e non può essere svolta nella comparsa di costituzione che ciascun ingiunto ritenga di depositare dopo la notifica dell’opposizione altrui. Nel regime della rilevazione della questione di competenza, di cui all’art. 38 c.p.c., nel testo sostituito dalla L. n. 69 del 2009, ove il convenuto abbia sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale inderogabile nella comparsa di risposta depositata direttamente all’udienza di prima comparizione ai sensi dell’art. 183 c.p.c., anziché nel termine di cui all’art. 166 c.p.c., e, dunque, tardivamente, il potere di rilevazione ufficioso della stessa eccezione o di una diversa eccezione di incompetenza territoriale inderogabile dev’essere esercitato necessariamente ed espressamente dal giudice nella detta udienza. In mancanza, la competenza resta radicata avanti al giudice adito, dovendosi escludere che l’esercizio espresso del potere ufficioso per la questione di competenza tardivamente sollevata dalla parte non occorra in ragione del già esercitato potere da parte di essa, giacché detto esercizio deve considerarsi, per la sua tardività, tamquam non esset.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI ORDINANZA 23 ottobre 2015, n. 21672 Fatto e diritto Ritenuto quanto segue: p.1. La s.p.a. Brembo ha proposto istanza di regolamento di competenza contro la s.p.a. Impresa Fratelli Rota Nodari e la s.r.l. Innova Tecnologia avverso la sentenza ex art. 281-sexies c.p.c. del 24 settembre 2014; con la quale...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 13 ottobre 2015, n. 4713. Sussiste l’obbligo delle competenti Amministrazioni di adottare il Sistema di valutazione della performance, del piano delle performance e della relazione sulla performance, in ragione della previsione contenuta nell’art. 57, comma 21, D.Lgs. n. 235 del 2010. La norma, invero, non prevede una espressa sospensione o un rinvio generalizzato del relativo obbligo, comunque operante anche per le amministrazioni finanziarie, né contiene un’affermazione espressa di inapplicabilità del sistema di valutazione previsto dal D.Lgs. n. 150 del 2009, ma afferma, in relazione a tale personale, la possibilità di introdurre aggiustamenti e correttivi (limiti e modalità di applicazione)
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 13 ottobre 2015, n. 4713 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 743 del 2015, proposto da: Dirpubblica (Federazione del Pubblico Impiego), rappresentata e difesa dall’avv. Ca.Me., con domicilio...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 15 ottobre 2015, n. 4768. È inammissibile alla gara una società che ha prodotto un certificato della Camera di commercio che attesta un’attività “minore” (per qualità e quantità) rispetto a quella prevista dal bando
Consiglio di Stato sezione V sentenza 15 ottobre 2015, n. 4768 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2018 del 2015, proposto dalla Cooperativa Sociale – Onlus Po. in persona del legale rappresentante pro tempore,...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 ottobre 2015, n. 39885. È idonea a integrare il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche la simulazione di aumento di capitale. La simulazione di un aumento di capitale non poteva ritenersi una semplice dichiarazione mendace ma costituisce elemento essenziale di un’operazione articolata e artificiosa senza la quale la società non avrebbe potuto conseguire il finanziamento, che, conseguito sulla base delle dichiarazioni e della falsa documentazione di avvenuta esecuzione dei lavori, costituiva il profitto ingiusto della truffa
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 ottobre 2015, n. 39885 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. GALLO Domenico – Consigliere Dott. TADDEI M. B. – rel. Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 ottobre 2015, n. 39881. La condotta del commercialista che non restituisce tempestivamente i libri contabili alla società e che non presenta il modello unificato di dichiarazione IVA integra il reato di appropriazione indebita aggravata
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 ottobre 2015, n. 39881 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. DE CRESCIENZO Ugo – rel. Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione feriale, sentenza 2 ottobre 2015, n. 39844. Nell’ipotesi del fatto di lieve entità di cui all’art. 73, comma 5 d.P.R. n. 309 del 1990 il connotato dell’occasionalità del fatto non costituisce indice indefettibile di minima offensività della condotta, essendo compatibile con la sua ripetizione nel tempo
Suprema Corte di Cassazione sezione feriale sentenza 2 ottobre 2015, n. 39844 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE FERIALE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. TADDEI Margherita Bianca – Consigliere Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere...