SUPEMA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI sentenza 7 gennaio 2016, n. 61 Rilevato in fatto Dichiarato dal Tribunale di Nola il difetto di giurisdizione a favore del giudice tributario sulla domanda di M.G. di annullamento della cartella di pagamento n. (omissis) – notificata da Equitalia Sud S.p.a. in data 14 luglio 2007 –...
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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 gennaio 2016, n. 299. La fattura commerciale, avuto riguardo alla sua formazione unilaterale e alla funzione di far risultare documentalmente elementi relativi all’esecuzione di un contratto, si inquadra fra gli atti giuridici a contenuto partecipativo, consistendo nella dichiarazione indirizzata all’altra parte di fatti concernenti un rapporto già costituito. Pertanto, quando tale rapporto sia contestato fra le parti, la fattura non può costituire un valido elemento di prova delle prestazioni eseguite, ma può al massimo costituire un mero indizio
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 12 gennaio 2016, n. 299 Svolgimento del processo 1. – Con atto di citazione notificato il 17 e 19 marzo 1994, la Srl Immobiliare Atlantic conveniva in giudizio, dinanzi al Tribunale di Roma, R.M., chiedendone la condanna al pagamento della somma di Lire 10.320.000, oltre rivalutazione, interessi e...
Corte di Cassazione, sezione II, 21 dicembre 2015, n. 50177. Il delitto di truffa è configurabile anche quando il soggetto passivo del raggiro sia diverso dal soggetto passivo del danno ed in difetto di contatti diretti tra il truffatore e il truffato, sempre che sussista un nesso di causalità tra i raggiri o artifizi posti in essere per indurre in errore il terzo, il profitto tratto dal truffatore ed il danno patrimoniale patito dal truffato. Ne consegue che sussiste il delitto in esame anche nel caso di condotte poste i essere da pubblici funzionari fondanti l’apparente esistenza di accordi contrattuali stipulati tra P.A. e compagnie telefoniche, che espongono l’ente pubblico ad esposizione debitoria
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 21 dicembre 2015, n. 50177 Ritenuto in fatto Con decreto in data 09.07.2015, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno disponeva il sequestro preventivo delle somme rinvenute sui conti correnti e/o postali degli indagati (tra cui gli odierni ricorrenti) e, in caso di indisponibilità,...
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 4 novembre 2015, n. 22506. In tema di impugnazioni, qualora il giudicato esterno si sia formato nel corso del giudizio di secondo grado e la sua esistenza non sia stata ivi eccepita dalla parte interessata, la sentenza di appello che si sia pronunciata in difformità da tale giudicato è impugnabile con il ricorso per revocazione e non con quello per cassazione
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 4 novembre 2015, n. 22506 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI BLASI Antonino – Presidente Dott. BOTTA Raffaele – Consigliere Dott. ZOSO Liana Maria Teresa – Consigliere Dott. MELONI Marina – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 4 novembre 2015, n. 22468. In tema d’Irap, in base all’art. 2 del d.lgs. n. 446 del 1997, presupposto dell’imposta è la sussistenza di un’autonoma struttura organizzativa “esterna” che ricorre allorché il professionista impieghi beni strumentali eccedenti, secondo l'”id quod plerumque accidit”, il minimo indispensabile per l’esercizio dell’attività in assenza di organizzazione oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui, non essendo sufficiente l’assenza di limitazioni e controlli da parte di altri soggetti
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 4 novembre 2015, n. 22468 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CAPPABIANCA Aurelio – Presidente Dott. CIGNA Mario – Consigliere Dott. FERRO Massimo – Consigliere Dott. FEDERICO Guido – Consigliere Dott. LA TORRE Maria...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 2 novembre 2015, n. 22387. Nel procedimento sommario di cognizione, anche l’ordinanza di rigetto della domanda è appellabile ex art. 702 quater c.p.c., il cui richiamo al comma 6 dell’art. 702 ter c.p.c. va letto in continuità col comma 5, quest’ultimo riferito sia all’accoglimento che al rigetto, essendo peraltro contraria ai principi di eguaglianza, ragionevolezza e difesa un’appellabilità “secundum eventum litis”
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 2 novembre 2015, n. 22387 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETITTI Stefano – Presidente Dott. MANNA Felice – Consigliere Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott. GIUSTI Alberto – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 2 novembre 2015, n. 22369. In tema di attività detenute all’estero, la “dichiarazione riservata”, di cui all’art. 6 del d.l. n. 282 del 2002, convertito nella legge n. 27 del 2003, ottenuta in copia dagli intermediari di cui all’art. 13 del d.l. n. 350 del 2001, convertito nella legge n. 409 del 2001, costituisce certificazione del tutto idonea a comprovare l’avvenuto rimpatrio della somma in Italia
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 2 novembre 2015, n. 22369 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IACOBELLIS Marcello – Presidente Dott. CARACCIOLO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. CIGNA Mario – Consigliere Dott. COSENTINO Antonello – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 2 novembre 2015, n. 22353. Il carattere ingiurioso del licenziamento, che, in quanto lesivo della dignità e dell’onore del lavoratore, da luogo al risarcimento del danno ulteriore rispetto alle conseguenze previste dalla Legge n. 300 del 1970, articolo 18, non si identifica con la mancanza di giustificatezza dello stesso, bensì con le particolari forme o modalità offensive del recesso del datore di lavoro, le quali vanno rigorosamente provate da chi le adduce, unitamente al lamentato pregiudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 2 novembre 2015, n. 22353 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VENUTI Pietro – Presidente Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. GHINOY Paola –...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 novembre 2015, n. 22349. In tema di recesso del socio di s.r.l., la previsione contenuta nell’art. 2473, comma 1, c.c. riguarda l’ipotesi in cui venga operata una «…rilevante modificazione dei diritti attribuiti ai soci a norma dell’art. 2468, comma 4, c.c.», modificazione per la quale la disposizione richiamata richiede «…il consenso di tutti i soci…». Come si desume dall’art. 2468, comma 3, c.c. cui rinvia il citato comma 4 della stessa norma, i diritti in parola sono quei «particolari diritti riguardanti l’amministrazione della società o la distribuzione degli utili», che l’atto costitutivo attribuisce “a singoli soci”. Ora, il combinato disposto normativo succitato si riferisce, dunque, al solo caso in cui vengano attribuiti a singoli soci, dall’atto costitutivo, particolari diritti in materia di amministrazione della società o di distribuzione di utili, ovverosia diritti diversi, quantitativamente o qualitativamente, da quelli normalmente spettanti a ciascun socio sulla base della partecipazione detenuta, come, per esempio, il diritto alla nomina di uno o più amministratori, o di porre il veto al compimento di talune operazioni, o all’attribuzione di una determinata aliquota degli utili netti eccetera. (Nel caso di specie, la S.C. ha ritenuto infondata la doglianza prospettata dal ricorrente, il quale aveva invocato il legittimo esercizio del diritto di recesso adducendo una lesione del diritto di sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale, spettante a tutti i soci, in proporzione delle partecipazioni da essi possedute)
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 2 novembre 2015, n. 22349 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 15 dicembre 2015, n. 49361. Va riconosciuta l’impossibilità di attribuire al capo squadra nonché preposto alla sicurezza in cantiere un obbligo di presenza costante e continua sui luoghi di lavoro, escludendosi, in ogni caso, che il medesimo possa essere considerato responsabile per l’infortunio causato dalla condotta abnorme del prestatore infortunato
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 15 dicembre 2015, n. 49361 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. MENICHETTI Carla – Consigliere Dott. GIANNITI Pasquale – Consigliere Dott. DELL’UTRI Marco – rel. Consigliere Dott. PAVICH...