Consiglio di Stato sezione VI sentenza 11 gennaio 2016, n. 47 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 9101 del 2012, proposto da: An. Ca.; contro Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di...
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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 11 gennaio 2016, n. 57. L’art. 192, comma 3, del D.lgs. n. 152/2006, è una disposizione speciale sopravvenuta rispetto all’art. 107, comma 5, del D.lgs. n. 267/2000, ed attribuisce espressamente al Sindaco la competenza a disporre con ordinanza le operazioni necessarie alla rimozione ed allo smaltimento dei rifiuti previste dal comma 2. La disposizione sopravvenuta prevale sul disposto dell’art. 107, comma 5, del D.lgs. n. 267/2000
Consiglio di Stato sezione V sentenza 11 gennaio 2016, n. 57 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8244 del 2007, proposto dalla s.p.a. An.; contro Il Comune di (omissis); per la riforma della sentenza...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 12 gennaio 2016, n. 59. Il controllo giurisdizionale dei giudizi valutativi sul rendimento, sulle capacità lavorative e sulle attitudini del personale militare è assai limitato, in quanto si tratta di una tipica valutazione di “merito” riservata all’Amministrazione militare. Ne deriva che al giudice amministrativo non è consentito sostituirsi all’Autorità competente nel valutare se una qualità sia o meno posseduta dal valutando, né se la mancanza contestata sia o meno rilevante, e tantomeno se il rendimento lavorativo di questi sia o meno superiore alla media
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 12 gennaio 2016, n. 59 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3267 del 2011, proposto da: Ministero dell’Economia e delle Finanze – Comando Generale della Guardia di Finanza;...
Consiglio si Stato, sezione V, sentenza 11 gennaio 2016, n. 58. L’art. 2 del D. Lgs. 26 febbraio 1994, n. 143, stabilisce all’art. 2, comma 1, che tra i compiti dell’ANAS S.p.A. rientrano la gestione delle strade e delle autostrade di proprietà dello Stato, nonché la loro manutenzione ordinaria e straordinaria. La ‘gestione’ e la ‘manutenzione’ comportano l’obbligo della s.p.a. ANAS di evitare che sui beni da essa gestiti si accumulino rifiuti: la relativa negligenza di per sé implica la sussistenza di una colpa. Alla stregua dell’art. 840 c.c. e dei principi che ne discendono, è del tutto logico affermare che le aree destinate alla viabilità, nonché le aree sottostanti gli assi viari autostradali e non, rientrano pacificamente nella competenza di gestione della Società concessionaria, la quale, pur non potendo vigilare su getti improvvisi, estemporanei o isolati di rifiuti, deve comunque assicurare la conservazione dei beni stradali ed adottare i provvedimenti per la sicurezza del traffico – lett. e) e f) dell’art. 2 D. Lgs. n. 143/1994
Consiglio di Stato sezione V sentenza 11 gennaio 2016, n. 58 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5709 del 2007, proposto dall’A.N. S.p.A.; contro Il Comune di (omissis); per la riforma della sentenza del...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 12 gennaio 2016, n. 61. Ai fini del calcolo della potenza elettrica nominale per la valutazione istruttoria delle iniziative edificatorie, i limiti di capacità di generazione e di potenza sono da intendersi riferiti alla somma delle potenze nominali dei singoli impianti di produzione facenti capo al medesimo punto di connessione alla rete elettrica, appartenenti allo stesso soggetto, ovvero a soggetti che si trovino in posizione di controllante o controllato, ovvero che siano riconducibili ad unico centro di interesse.
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 12 gennaio 2016, n. 61 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1989 del 2015, proposto da: Comune di Potenza; contro Br. El. Srl; nei confronti di Sa. Ro.;...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 12 gennaio 2016, n. 68. L’istanza di accesso deve avere ad oggetto una specifica documentazione in possesso dell’Amministrazione indicata in modo sufficientemente preciso e circoscritto e non può riguardare dati ed informazioni generiche riguardanti un complesso non individuato di atti di cui non si conosce neppure con certezza la consistenza, il contenuto e finanche la effettiva sussistenza, assumendo un sostanziale carattere di natura meramente esplorativa
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 12 gennaio 2016, n. 68 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3495 del 2015, proposto da: Pa. Di Sa.; contro Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Svca...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 dicembre 2015, n. 49570. Non è punibile a titolo di tentativo il reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture false. Solo con la condotta di presentazione della dichiarazione il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 2, d.lgs. n. 74 del 2000) può considerarsi perfezionato; ne consegue che, a differenza di quanto, in precedenza, stabiliva l’art. 4, lett. g) della I. n. 516 del 1982 (che puniva ex se anche il semplice inserimento nella contabilità di fatture per operazioni inesistenti indipendentemente dall’allegazione alla dichiarazione), le condotte pregresse ad essa restano, sul piano penale, del tutto irrilevanti, non potendo essere punite neppure a titolo di tentativo
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 dicembre 2015, n. 49570 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 dicembre 2015, n. 49475. L’applicazione di una pena in base a criteri non più corrispondenti al giudizio di disvalore della condotta espresso dal legislatore è destinata a violare il principio di proporzionalità che deve assistere l’esercizio del potere punitivo attribuito all’autorità giudiziaria
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 dicembre 2015, n. 49475 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. FIDELBO Giorgi – rel. Consigliere Dott. GIORDANO Emilia Anna – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 dicembre 2015, n. 49463. L’accertata pluralità degli episodi di ‘spaccio’ non osta alla configurabilità della fattispecie di lieve entità di cui all’art. 73, co. 5, d.P.R. n. 309 del 1990. La non occasionalità della condotta illecita non ne è elemento costitutivo e, pertanto, non può esserne legittimamente esclusa la ricorrenza in ragione della mera reiterazione nel tempo delle condotte di cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 dicembre 2015, n. 49463 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere Dott. CAPOZZI...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 novembre 2015, n. 22627. I termini di decadenza e di inefficacia dell’impugnazione del licenziamento di cui all’art. 6 della l. n. 604 del 1966, come modificato dall’art. 32 della l. n. 183 del 2010, devono trovare applicazione quando si deduce l’invalidità del recesso datoriale, come nella specie prospettandone la nullità in quanto discriminatorio, senza che assuma rilievo la categoria legale di appartenenza del lavoratore e, quindi, anche nei confronti del dirigente
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 5 novembre 2015, n. 22627 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. GHINOY Paola – Consigliere Dott. TRICOMI Irene...