Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 22 marzo 2016, n. 12257 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IZZO Fausto – Presidente Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – rel. Consigliere Dott. TANGA Antonio Leonard – Consigliere Dott....
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 17 marzo 2016, n. 11209. In tema di responsabilità amministrativa degli enti, la nozione di «profitto di rilevante entità», rilevante ai fini dell’applicazione delle sanzioni interdittive (articolo 13, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231) non può essere riferita al solo profitto inteso come margine (o utile) netto di guadagno, in quanto la valutazione che il giudice è chiamato a compiere non va operata alla stregua di criteri strettamente economico-aziendalistici, ma deve tenere conto di tutti gli elementi che connotano in termini di valore economico l’operazione negoziale. Inoltre, il profitto non va limitato al vantaggio economico attuale, immediatamente conseguito dal reato, ma deve comprendere anche l’utile potenziale
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 17 marzo 2016, n. 11209 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DIOTALLEVI Giovanni – Presidente Dott. ALMA Marco Maria – Consigliere Dott. PELLEGRINO Andrea – Consigliere Dott. BELTRAMI Sergio – Consigliere Dott. ARIOLLI...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 26 febbraio 2016, n. 8045. La falsa denuncia di smarrimento di assegni bancari presentata dopo aver consegnato il titolo ad una terza persona in pagamento di un’obbligazione, integra il delitto di calunnia anche quando preceda la negoziazione dei titoli. Sebbene in caso di falsa denuncia di smarrimento non venga formulata direttamente una accusa concernente uno specifico reato, tuttavia, la calunnia deve ritenersi configurabile in quanto, trattandosi di reato di pericolo, è sufficiente che i fatti falsamente rappresentati all’Autorità Giudiziaria, pur se non univocamente indicativi di una fattispecie specifica di reato, siano tali da rendere ragionevolmente prevedibile l’apertura di un procedimento penale, per un fatto procedibile d’ufficio, a carico di una persona determinata. La pronuncia è successiva all’abrogazione, da parte del Dlgs n. 7/2016 in materia di depenalizzazione, del reato di “Appropriazione di cose smarrite, del tesoro e di cose avute per errore o caso fortuito”, previsto dall’articolo 647 del codice penale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 26 febbraio 2016, n. 8045 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. TRONCI Andrea – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo – Consigliere Dott. CORBO Antoni...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 31 marzo 2016, n. 6209. L’imperfetta compilazione della cartella clinica per la presenza di vuoti temporali di ore nelle annotazioni non può tradursi in uno svantaggio processuale per il paziente che chiede il risarcimento del danno per errori dei sanitari, anziché per la parte il cui difetto di annotazione è imputabile. L’omessa regolare tenuta della cartella clinica, infatti, non può far presumere che non siano stati commessi errori da parte dei sanitari
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 31 marzo 2016, n. 6209 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIVALDI Roberta – Presidente Dott. SESTINI Danilo – rel. Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere Dott. CIRILLO Francesco Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 marzo 2016, n. 6155. La frase “sta bene provvederò” apposta dal cliente in calce alla parcella redatta da un avvocato non configura riconoscimento di debito con conseguente inapplicabilità della presunzione posta dall’art. 1988 cod. civ. L’avvocato, ottenuto un determinato compenso con la società attraverso apposito decreto ingiuntivo non può pretendere, con una domanda riconvenzionale, di ottenere cifre maggiori che allargano inevitabilmente l’ambito della richiesta iniziale
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 30 marzo 2016, n. 6155 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – rel. Consigliere Dott. LOMBARDO Luigi Giovanni – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 30 marzo 2016, n. 6108. Il versamento di sanzioni in misura ridotta a titolo di ravvedimento operoso, ex art. 13 del D.lgs. n. 472/1997, se non produce alcun effetto preclusivo in ordine ad un eventuale accertamento da parte dell’Ufficio, costituisce, al contrario, causa ostativa al rimborso di quanto versato a tale titolo da parte del contribuente, laddove l’istanza di rimborso sia fondata, come nel caso di specie, sulla carenza del presupposto sanzionatorio
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 30 marzo 2016, n. 6108 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI AMATO Sergio – Presidente Dott. CAPPABIANCA Aurelio – Consigliere Dott. FEDERICO Guido – rel. Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere Dott. CRICENTI...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 marzo 2016, n. 6054. E’ legittimo il licenziamento intimato dal datore di lavoro allorché risultino violati i generali doveri di correttezza e buona fede per aver il lavoratore, durante un periodo di assenza per malattia, svolto attività extra-lavorative (nella specie viaggi e attività venatorie) gravemente stressanti per il fisico, e in grado di pregiudicare o ritardare la sua guarigione e il rientro in servizio
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 marzo 2016, n. 6054 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VENUTI Pietro – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. CAVALLARO Luigi –...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 marzo 2016, n. 6049. Con la proposizione del ricorso per Cassazione, il ricorrente non può rimettere in discussione, contrapponendone uno difforme, l’apprezzamento in fatto dei giudici del merito, tratto dall’analisi degli elementi di valutazione disponibili ed in sé coerente; l’apprezzamento dei fatti e delle prove, infatti, è sottratto al sindacato di legittimità, dal momento che nell’ambito di detto sindacato, non è conferito il potere di riesaminare e valutare il merito della causa, ma solo quello di controllare, sotto il profilo logico formale e della correttezza giuridica, l’esame e la valutazione fatta dal giudice di merito, cui resta riservato di individuare le fonti del proprio convincimento e, all’uopo, di valutare le prove, controllarne attendibilità e concludenza e scegliere, tra le risultanze probatorie, quelle ritenute idonee a dimostrare i fatti in discussione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 marzo 2016, n. 6049 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. DE GREGORIO Federico...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 11 aprile 2016, n. 14768. Il danno da perdita del rapporto parentale deve essere provato da chi ne chiede il risarcimento. Non è sufficiente, a questo fine, dichiarare l’esistenza di un vincolo familiare con il deceduto, bensì occorre dimostrare sia la sussistenza della relazione parentale, sia la sua intensità. Tali questioni attengono al merito della pretesa e condizionano la risarcibilità del danno lamentato
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 11 aprile 2016, n. 14768 Ritenuto in fatto 1. La Corte di Appello di Venezia con sentenza in data 8 Maggio 2015 in parziale riforma della sentenza del Gip del Tribunale di Bassano del Grappa, il quale aveva riconosciuto la responsabilità di Sp.Le. per il reato di omicidio...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 aprile 2016, n. 6540. La responsabilità del giornalista per lesione dell’altrui onore o reputazione è esclusa dal legittimo esercizio del diritto di cronaca e tale esercizio è legittimo sia quando il giornalista riferisce fatti veri, sia quando riferisce fatti che apparivano veri al momento in cui furono riferiti (in virtù del principio della c.d. verità putativa). Ne consegue che al giornalista, convenuto nel giudizio di risarcimento del danno da diffamazione, per andare esente da responsabilità basta dimostrare non la verità storica dei fatti narrati, ma anche soltanto la loro verosimiglianza; fornita tale prova, è onere di chi afferma di essere stato diffamato dimostrare che la fonte da cui il giornalista ha tratto la notizia, al momento in cui questa venne diffusa, non poteva ritenersi attendibile
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 aprile 2016, n. 6540 Svolgimento del processo 1.- B.L. citò in giudizio il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca chiedendo che fosse condannato al risarcimento dei danni da lui subiti per il contenuto, ritenuto diffamatorio, di una lettera inviata dal Dirigente Scolastico del Circolo Didattico di (omissis) al...