Al fine dell’accertamento dell’idoneità dell’espressione utilizzata a ledere il bene protetto dalla fattispecie incriminatrice di cui all’art. 595 c.p., occorre fare riferimento ad un criterio di media convenzionale in rapporto alle personalità dell’offeso e dell’offensore nonché al contesto nel quale detta espressione sia pronunciata; nel contempo è necessario considerare che l’uso di un linguaggio meno...
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 23 maggio 2016 10612, n.10612
La qualificazione di una disposizione testamentaria, nel caso di specie quale sostituzione fedecommissaria o lascito sottoposto a condizione, costituisce quaestio voluntatis; il giudice è tenuto pertanto ad indagare l’effettiva volontà testamentaria, anche attraverso la valutazione dell’insieme delle espressioni usate dal de cuius. SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II CIVILE SENTENZA 23 maggio 2016 10612, n.10612...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 6 maggio 2016, n. 18954
Il rinvio dell’articolo 324, comma 7, ai commi 9 e 9-bis dell’articolo 309 c.p.p. comporta, per un verso, l’applicazione integrale della disposizione di cui al comma 9-bis e, per altro verso, l’applicazione della disposizione del comma 9 in quanto compatibile con la struttura e la funzione del provvedimento applicativo della misura cautelare reale e del...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 3 maggio 2016, n. 18478
L’intervenuta abrogazione della fattispecie di reato prevista dall’art. 485 c.p. operata dal legislatore attraverso l’art. 1 del d.lgs. 15 gennaio 2016, n. 7, determinando il venir meno della possibilità di una pronuncia definitiva di condanna agli effetti penali perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato, comporti conseguentemente il venir meno del...
Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 2 maggio 2016, n. 18162
Ai fini della concessione del beneficio della continuazione del reato la ludopatia non è assimilabile alla tossicodipendenza. Anche se la cura della ludopatia è entrata tra le patologie inserite nei «livelli essenziali di assistenza», essa resta comunque non assimilabile, ai fini della concessione del beneficio della continuazione del reato, alla tossicodipendenza Suprema Corte di Cassazione...
Corte di Cassazione, sezione VI civile, sentenza 12 maggio 2016, n. 9707.
In tema di radiofonia mobile, l’abrogazione dell’art. 318 del dpr n.156/1973ad opera dell’art. 218 del dlgs. N.259/2003 non ha fatto venire meno l’assoggettabilità dell’uso del telefono cellulare alla tassa governativa di cui all’art. 21 della tariffa allegata al dpr n.641/1972, in quanto la relativa previsione è riprodotta nell’art. 160 del dlgs. n.259 cit. Va esclusa...
Corte di Cassazione, sezione VI civile, ordinanza 12 maggio 2016, n. 9788.
Anche per le cooperative aventi ad oggetto attività agricole è dovere del giudice, oltre che quello della verifica delle clausole statutarie e del loro tenore, esaminare anche in concreto l’atteggiarsi dell’attività di impresa svolta dal sodalizio mutualistico esaminando le attività economiche svolte, alla luce della disciplina introdotta dall’art. 1 del D.Lgs. n.228/01, senza che su...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 13 maggio 2016, n. 9904.
Il lavoratore non è licenziabile sulla supposta irregolarità della timbratura del badge quando il sistema stesso sia poco affidabile e preveda come nel caso concreto la rilevazione del cartellino a meno di 3 metri dal lettore Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 13 maggio 2016, n. 9904 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 19 maggio 2016, n. 2095.
L’emanazione del provvedimento di aggiudicazione definitiva non è sufficiente in generale per superare la potestà della pubblica amministrazione di emanare atti di secondo grado, impediti solo dalla sussistenza del seguente contratto con l’aggiudicatario Consiglio di Stato sezione V sentenza 19 maggio 2016, n. 2095 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 19 maggio 2016, n. 2090.
Il potere di ordinanza sindacale può essere attivato solamente quando si tratti di affrontare situazioni di carattere eccezionale e impreviste, costituenti concreta minaccia per la pubblica incolumità, per le quali sia impossibile utilizzare i normali mezzi apprestati dall’ordinamento giuridico: tali requisiti non ricorrono di conseguenza, quando le pubbliche amministrazioni possono adottare i rimedi di carattere...