Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 8 maggio 2014, n. 18957 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. BASSI Alessand – Consigliere Dott. PATERNO’ RADDUSA...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 6 maggio 2014, n. 18745. Incorre nell'esercizio abusivo della professione l'avvocato sospeso – a seguito di una sanzione disciplinare – che continui a incontrare i detenuti suoi assistiti. Il colloquio in carcere costituisce, infatti, un atto tipico e riservato agli avvocati, né può scriminare la condotta sostenere di aver parlato d'altro, in quanto gli incontri sono stati comunque resi possibili dal «rapporto difensivo».
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 6 maggio 2014, n. 18745 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. SERPICO Francesco – Consigliere Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. LEO Guglielmo – rel. Consigliere Dott. APRILE...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 8 maggio 2014, n.18948. Per effetto della novella introdotta con la legge 6 novembre 2012, n. 190, il legislatore ha scorporato dal testo dell'art. 317 cod. pen. le ipotesi di concussione per induzione, conservando l'originario nomen iuris per i soli fatti di costrizione realizzata mediante abuso dei poteri o della qualità di pubblico ufficiale. Per i comportamenti che invece, con la medesima modalità abusiva, inducono l'interlocutore del pubblico ufficiale alla prestazione, è stata introdotta la fattispecie di “induzione indebita a dare o promettere utilità” (art. 319-quater cod. pen.). Pertanto, integrano la fattispecie di induzione indebita a dare e promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p., i fatti concussivi commessi per induzione del terzo, pure se commessi precedentemente all'entrata in vigore della novella n. 190/2012 che ha introdotto tale norma, poiché quest'ultima prevede un trattamento sanzionatorio più favorevole per il reo, in ottemperanza a quanto disposto dall'art. 2, comma 4, c.p..
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 8 maggio 2014, n.18948 Ritenuto in fatto 1. È impugnata la sentenza in data 6/07/2012 della Corte d’appello di Genova con la quale S.G. , in riforma della sentenza assolutoria pronunciata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sanremo all’esito di un giudizio abbreviato, è stato...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 24 aprile 2014, n. 17712. L'omessa valutazione di memorie difensive fa cadere la misura cautelare
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 24 aprile 2014, n. 17712 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. DE AMICIS...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 19 maggio 2014, n. 20546. In tema di delitti contro l'onore, non è richiesta la presenza di un animus iniuriandi vel diffamandi, ma appare sufficiente il dolo generico, che può anche assumere la forma del dolo eventuale, in quanto basta che l'agente, consapevolmente, faccia uso di parole ed espressioni socialmente interpretabili come offensive, ossia adoperate in base al significato che esse vengono oggettivamente ad assumere
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 19 maggio 2014, n. 20546 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 26/04/2013, la Corte d’appello di Lecce ha confermato l’affermazione di responsabilità di S.L. per i reati di percosse e ingiuria nei confronti di R.L. e, in parziale accoglimento dell’appello dell’imputato, ha ridotto la pena inflitta allo...
Corte di Cassazione, s.u.p., sentenza 5 maggio 2014, n. 18292. Nel processo penale a carico di imputati minorenni la competenza per il giudizio abbreviato, sia esso instaurato nell'ambito dell'udienza preliminare o a seguito di decreto di giudizio immediato, spetta al giudice nella composizione collegiale prevista dall'art. 50-bis, c. 2, dell'ordinamento giudiziario
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 5 maggio 2014, n. 18292 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. SIRENA Pietro Antonio – Consigliere Dott. CARMENINI Secondo Libero – Consigliere Dott. LOMBARDI Alfredo Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 aprile 2014, n. 17706. La facolta' di esecuzione della pena nello Stato di consegna puo' trovare accoglimento quando la "residenza" del cittadino straniero comunitario (Legge n. 69 del 2005, articolo 18, lettera r) assuma caratteri di rilevanza ed implichi un suo radicamento reale e non effimero ("non estemporaneo") nel territorio italiano, dimostrativo del fatto che egli abbia ivi istituito la sede principale dei propri interessi affettivi e lavorativi nel quadro di una progressiva e lecita integrazione col tessuto sociale del luogo di residenza italiano
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 aprile 2014, n. 17706 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 22 aprile 2014, n. 17624. Il comma 3 dell'articolo 408 c.p.p., prevede la possibilita' di presentare opposizione senza stabilire in proposito alcuna formalita', e senza indicare luogo ed ufficio di presentazione dell'atto. L'introduzione di formalita' non prescritte dalla legge, e comunque non presidiate dalla sanzione di inammissibilita', implicherebbe una indebita restrizione del diritto della persona offesa, privando quest'ultima della possibilita' di ricorso ad un mezzo ampiamente utilizzato dall'amministrazione giudiziaria, ed introducendo difficolta' logistiche e necessita' di spesa non giustificate ne' da una prescrizione esplicita del legislatore, ne' da un contrapposto interesse, ferma restando la necessita' che risulti certa l'identita' del mittente
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 aprile 2014, n. 17624 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. LEO Guglielmo – rel. Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 aprile 2014, n. 17024. Il sequestro conservativo di tutti i beni, mobili ed immobili, dell'azienda può determinare l'impossibilità per il rappresentante legale di versare le ritenute operate sul trattamento economico dei dipendenti per carenza di liquidità finanziaria
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 aprile 2014, n. 17024 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GENTILE Mario – rel. Consigliere Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. PEZZELLA...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 maggio 2014, n. 18999. Il reato di atti persecutori è strutturalmente una fattispecie di reato abituale, in quanto primo elemento del fatto tipico è il compimento di "condotte reiterate", omogenee od eterogenee tra loro, con cui l'autore minaccia o molesta la vittima, ad evento di danno, che prevede più eventi in posizione di equivalenza, uno solo dei quali è sufficiente ad integrarne gli elementi costitutivi necessari: a) cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero b) ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva, ovvero, ancora, c) costringere (la vittima) ad alterare le proprie abitudini di vita. Il perdurante e grave stato di ansia o di paura non integra una condizione di vera e propria patologia, che può assumere rilevanza solo nell'ipotesi di contestazione del concorso formale con l'ulteriore delitto di lesioni: la fattispecie prevista dall'art. 612 bis cod. pen., infatti, non può essere ridotta ad una sorta di mera ripetizione di quella contenuta nell'art. 582 cod. pen. – il cui evento è configurabile sia come malattia fisica che come malattia mentale e psicologica – e per la sua consumazione deve ritenersi dunque sufficiente che gli atti ritenuti persecutori abbiano un effetto comunque destabilizzante dell'equilibrio psicologico della vittima
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 8 maggio 2014, n. 18999 Ritenuto in fatto 1. C.M. e I.P. erano condannati alla pena di giustizia, con sentenza del Tribunale di Torino in data 19 marzo 2012, per i reati di violenza privata, molestia o disturbo alle persone, atti persecutori in danno dei coniugi P.S....