Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione V SENTENZA 16 giugno 2014, n. 25774 Svolgimento del processo 1. Con la sentenza resa in data 19 aprile 2012, confermata dalla Corte d’appello di Reggio Calabria il 16 maggio 2013, il Tribunale di Palmi condannava S.D. alla pena di giustizia per il delitto di sostituzione di persona, poichè al...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 giugno 2014, n. 23923. Esercizio arbitrario delle proprie ragioni; violenza sulle cose
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 6 giugno 2014, n. 23923 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. BRUNO Paolo Antonio – Consigliere Dott. VESSICHELLI Maria – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – rel. Consigliere Dott. POSITANO...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza del 23 maggio 2014, n. 21025. Condannati in concorso per i reati di resistenza ex art. 337, lesioni, oltraggio. Il primo alla guida ed il secondo come passeggero in uno ad altri soggetti, venivano fermati dai CC di Muro Lucano per una infrazione stradale. Chiesti i documenti, il primo spintonava e si scagliava contro i carabinieri che stavano procedendo al controllo, il secondo interveniva a favore del passeggero per opporsi all'atto d'ufficio che i pubblici ufficiali stavano compiendo, colpendo al volto e e spintonando il maresciallo e procurando allo stesso le lesioni consistite in un trauma contusivo alla mano sinistra, profferendo al contempo frasi minacciose e integranti l'oltraggio. La valutazione, doppiamente conforme resa dai giudici del merito, riposa sul contenuto del verbale di arresto confermato altresì dal tenore delle relazioni di servizio di due agenti della Polizia locale intervenuti sul luogo nonchè da alcune affermazioni dell'imputato (in sede di interrogatorio davanti al GIP) e di altro teste presente ai fatti
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza del 23 maggio 2014, n. 21025 Intestazione LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente – Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere – Dott. APRILE Ercole – Consigliere – Dott. BASSI A. – Consigliere – Dott. PATERNO’ RADDUSA...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza del 30 maggio 2014, n. 22669. Una volta accertato che il veicolo condotto dall'imputato, in stato di ebbrezza alcolica, fosse andato ad urtare una vettura ferma al bordo della strada, la circostanza che al momento del sinistro piovesse non fosse idonea a rendere dubbio il collegamento causale tra lo stato di ebbrezza (rectius tra la condotta colposa del conducente) ed il sinistro, con buon governo del principio di causalità, correttamente richiamato nella pronuncia, secondo il quale, per escludere il collegamento causale tra la condotta dell'agente e l'evento alla stessa materialmente conseguente, è necessario accertare la sopravvenienza di un evento che, inserendosi nell'iter causale, abbia innescato un percorso eziologico completamente diverso rispetto a quello determinato dall'agente ovvero, pur inserendosi nel percorso causale collegato alla condotta, si connoti per l'assoluta anomalia ed eccezionalità
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza del 30 maggio 2014, n. 22669 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente – Dott. ROMIS Vincenzo – Consigliere – Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere – Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere – Dott. SERRAO Eugenia – rel....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 20 giugno 2014, n. 26799. Ai sensi dell'art. 482 cod. pen., le condotte di falsificazione di copie che tengono luogo, come nella specie, degli originali, qualora il relativo documento abbia l'apparenza dell'originale e sia utilizzato come tale, non presentandosi come mera riproduzione fotostatica. Nella prospettiva dell'elemento soggettivo, non rileva che l'immutatio veri sia stata commessa non solo senza l'animus nocendi vel decipiendi, ma anche con la certezza di non produrre alcun danno, essendo sufficiente che la falsificazione sia avvenuta consapevolmente e volontariamente
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 20 giugno 2014, n. 26799 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 27/03/2013, la Corte d’appello di Milano ha confermato la decisione di primo grado che aveva condannato alla pena ritenuta di giustizia A.G.N., avendolo ritenuto responsabile del reato di cui agli artt. 477 e 482 cod. pen.,...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 19 giugno 2014, n. 26482. Al Sindaco, quale autorità locale di protezione civile e nell'ambito del territorio comunale, compete la gestione dell'emergenza provocata da eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo, di calamità naturali o catastrofi; se questi eventi non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del comune, questi è tenuto a chiedere l'intervento di altri mezzi e strutture al prefetto, che adotta i provvedimenti di competenza coordinandoli con quelli del sindaco le cui attribuzioni hanno natura concorrente (e non residuale) con quelle del prefetto che ne ha la direzione. Ne consegue che in tale ultima evenienza, fino a quando il prefetto non abbia concretamente e di fatto assunto la direzione dei servizi di emergenza, il sindaco mantiene integri i suoi poteri e gli obblighi di gestione dell'emergenza ed in particolare quelli di allettamento ed evacuazione delle popolazioni che si trovino nelle zone a rischio, indipendentemente dall'esistenza di una situazione di urgenza
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 19 giugno 2014, n. 26482 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 1.10.2010 il Tribunale di Mantova, in composizione monocratica, condannava alle pene di giustizia, oltre al risarcimento dei danni e al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva in favore delle parti civili, I.G. e B.G. avendoli dichiarati...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 19 giugno 2014, n. 26494. Non basta il versamento dell’assegno di mantenimento in caso di separazione tra coniugi per far fronte alle esigenze di un figlio invalido. In questi caso, la violazione degli obblighi di assistenza familiare sussiste ex art. 570 c.p., qualora il genitore non partecipi alle spese mediche né provveda all’assistenza quotidiana e materiale. L’obbligo di assistenza sussiste anche quando a provvedere allo stato di bisogno è l’altro coniuge con il proprio lavoro o l’aiuto di altri congiunti
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 19 giugno 2014, n. 26494 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 12 novembre 2012 la Corte d’appello di Firenze ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Firenze in data 16 gennaio 2009, che condannava B.C. alla pena di mesi due di reclusione ed euro 200,00 di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 giugno 2014, n. 26017. Lo stato di quasi-flagranza sussiste, e quindi l’arresto è legittimo, anche qualora sia trascorso un certo lasso di tempo, pure non breve, durante il quale, comunque, l’azione della polizia giudiziaria si sia svolta senza soluzione di continuità, anche per l’espletamento degli accertamenti volti a qualificare la gravità del fatto, per valutare l’esercizio della facoltà di arresto
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 giugno 2014, n. 26017 Ritenuto in fatto 1. Con l’ordinanza indicata in epigrafe, il Tribunale di Perugia non convalidava l’arresto di H.G. , indagata – in concorso con altra persona – del reato di furto aggravato, ai sensi degli artt. 110, 624, 625 n. 2, cod....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 giugno 2014, n. 26016. Le persone imputate di reato reciproco possono assumere l’ufficio di testimone nel procedimento connesso o collegato purché vengano rispettate le garanzie previste per la testimonianza assistita ex art. 210 c.p.p..
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 giugno 2014, n. 26016 Fatto e diritto Propone ricorso per cassazione B.F. , avverso la sentenza del Tribunale di Palermo, in data 26 marzo 2013 – recante motivazione contestuale al dispositivo – con la quale, in riforma della sentenza di assoluzione di primo grado, appellata agli effetti...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 17 giugno 2014, n. 26036. Non spetta all'imputato fornire la prova negativa della reale conoscenza del procedimento e della sentenza pronunciata con giudizio contumaciale o con decreto di condanna, ma è onere del giudice della richiesta reperire agli atti l'eventuale prova positiva; e la mera regolarità della notifica non può più ormai essere considerata, di per sé sola, dimostrativa dell'effettiva conoscenza della sentenza da parte del destinatario
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 17 giugno 2014, n. 26036 Motivi della decisione Ricorre per Cassazione D.C.F. avverso il provvedimento della Corte d’Appello di Milano che ha respinto, perché tardivamente presentata, la sua richiesta di restituzione nel termine per impugnare la sentenza emessa in data 6.5.2011 dal Tribunale di Milano, sul presupposto della...