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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 3 giugno 2014, n. 12364. Non può essere presunta l'«origine professionale» dell'epatite cronica soltanto perché contratta da un infermiera. Ella deve, infatti, fornire la prova rigorosa di tempi, modalità e dinamica dell'infortunio, trattandosi di una malattia ad «eziologia plurifattoriale».

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 3 giugno 2014, n. 12364 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – rel....

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 4 giugno 2014, n. 12562. Negli infortuni sul lavoro non scatta il concorso di colpa del dipendente per essersi esposto ad un rischio inutile se tale comportamento integrava una prassi nota all'impresa

suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 4 giugno 2014, n. 12562 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. LORITO Matilde – rel. Consigliere Dott. GHINOY Paola...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 4 aprile 2014, n. 8006. Relativamente alla condanna del datore di lavoro per licenziamento illegittimo, disposta, ex art. 18 della L. n. 300 del 1970, nella misura delle retribuzioni spettanti nel "triennio post recesso", tale periodo segna di norma un limite oltre il quale l'eziologia della inoccupazione non è automaticamente riferibile più al licenziamento, ove non si oppongano condizioni di mercato specifiche o qualità soggettive del dipendente e pertanto essa è da considerarsi congrua

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Sentenza 4 aprile 2014, n. 8006 Svolgimento del processo La Corte di Appello di Roma con sentenze rispettivamente non definitiva e definitiva, riformando in parte la sentenza del Tribunale di Roma, nel dichiarare l’illegittimità del licenziamento intimato al dott. P.V. dall’Ospedale pediatrico Bambin Gesù, di cui era dipendente quale...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 27 maggio 2014, n. 11831. Va condannata a risarcire il danno per «mancata tutela delle condizioni di lavoro», ex art. 2087 del c.c., il datore che lascia inalare polveri d'amianto e fumi di saldatura a un proprio dipendente, provocandone il decesso per neoplasia polmonare

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 27 maggio 2014, n. 11831 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MIANI CANEVARI Fabrizio – Presidente Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. TRIA Lucia – rel. Consigliere Dott. GHINOY Paola...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 27 maggio 2014, n. 11832. Si afferma che esattamente il giudice di merito esclude la ravvisabilita' di un ramo di azienda, oggetto di cessione ai sensi dell'articolo 2112 c.c., in un complesso di servizi – privi di struttura aziendale autonoma e preesistente – consistenti nella gestione e manutenzione di strutture informatiche ed in assistenza tecnica, che restino disomogenei per funzioni svolte e professionalita' coinvolte, non integrati tra loro e privi di coordinamento unitario. Ne' puo' assumere rilievo, al fine di ravvisare un trasferimento di ramo di azienda, la sola decisione, assunta dal soggetto cedente, di unificare alcuni beni e lavoratori, affidando a questi un'unica funzione al momento del trasferimento, in quanto la qualificazione come ramo di azienda contrasterebbe sia con le direttive comunitarie nn. 1998/50 e 2001/23, che richiedono gia' prima di quest'atto "un'entita' economica che conservi la propria identita'", ossia un assetto gia' formato, sia con gli articoli 4 e 36 Cost., che impediscono di rimettere discipline inderogabili di tutela dei lavoratori (corte cost. n. 115 del 1994) ad un mero atto di volonta' del datore di lavoro, incontrollabile per l'assenza di riferimenti oggettivi.

  Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 27 maggio 2014, n. 11832 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. MAROTTA Caterina – Consigliere Dott. TRICOMI Irene – Consigliere Dott. BUFFA Francesco –...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 maggio 2014, n. 12108. Ove sia invocata l'applicazione della Legge n. 183 del 2010, articolo 32, commi 5, 6 e 7 riguardo alle conseguenze economiche della dichiarazione di nullita' del termine apposto al contratto di lavoro – e' necessario che il ricorso investa specificamente le conseguenze patrimoniali dell'accertata nullita' della clausola di durata, non essendo possibile chiedere l'applicazione diretta della norma al di fuori del motivo di impugnazione

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 maggio 2014, n. 12108 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere Dott. GHINOY...