La massima 1. La legge subordina l’accessibilità del documento amministrativo ad un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso. L’interesse (diretto, concreto ed attuale) è dunque riferito al documento del quale si chiede l’ostensione; la “corrispondenza” è da intendersi invece quale nesso...
Categoria: Diritto Amministrativo
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 febbraio 2014, n. 530. La previsione dell’art. 87, comma 3, D.Lgs. n. 104 del 2010 in relazione al dimezzamento dei termini processuali nel giudizio in materia di silenzio, si applica anche alla notifica dell’appello, poiché atto non compreso tra quelli per la cui notificazione restano confermati i termini ordinari che sono individuati espressamente, nella stessa disposizione, nel ricorso introduttivo, nel ricorso incidentale e nei motivi aggiunti. All’uopo, invero, non può sostenersi la riconduzione dell’atto di appello alla nozione di ricorso introduttivo, in quanto relativa al ricorso di primo grado
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 febbraio 2014, n. 530 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5204 del 2013, proposto dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, in persona del Ministro pro tempore,...
Consiglio di Stato, adunanza plenaria, sentenza 3 febbraio 2014, n. 8. In tema di procedura di gara, conservazione dei plichi e valutazioni di congruità dell’offerta
La massima 1. L’art. 119 comma 6, c.p.a., non prefigura un tertium genus di tutela cautelare – oltre quella prevista dall’art. 62 c.p.a. nei confronti delle ordinanze cautelari e dall’art. 98 contro le sentenze del T.A.R. – ma, senza scissione dell’azione impugnatoria, in relazione alla specificità della materia per le quali è previsto il rito...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 3 febbraio 2014, n. 2290. Le controversie attinenti ad una procedura di selezione “idoneativa” e “non concorsuale” avviata da una ASL per il conferimento di un incarico dirigenziale (nella specie, di dirigente di struttura complessa), aventi ad oggetto atti adottati in base alla capacità ed ai poteri propri del datore di lavoro privato, appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario. Allorquando, però, la controversia, esuli dalla procedura avviata e dai relativi atti ed investa direttamente una scelta discrezionale ulteriore, come quella della indizione di una nuova procedura selettiva, la cognizione non può che appartenere al giudice amministrativo, in ragione della situazione soggettiva vantata nei confronti di tale scelta discrezionale della pubblica amministrazione
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE SENTENZA 3 febbraio 2014, n. 2290 Ritenuto in fatto Con avviso pubblico n. 775 del 2-4-2008 l’ASL di Bari indisse una procedura selettiva per il conferimento dell’incarico di direttore della struttura complessa di Chirurgia generale presso l’Ospedale (omissis). All’esito della procedura la Commissione esaminatrice individuò la terna di candidati...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 17 gennaio 2014, n. 175. Per il Tribunale amministrativo del Veneto “la realizzata recinzione sui quattro lati del campo da calcio, l’installazione di otto fori su altrettanti pali equidistanti preordinati all’illuminazione notturna dell’area stessa ed il posizionamento del fabbricato adibito fra l’altro, a spogliatoio, fanno acquisire alla realizzata struttura il rilievo urbanistico – edilizio proprio degli “impianti sportivi all’aperto”. Per il Collegio, invece, nel caso di specie non è stato realizzato un impianto sportivo all’aperto ma è stato utilizzato per la pratica sportiva un terreno di proprietà, senza porre in essere attività di rilievo edilizio
Consiglio di Stato sezione V sentenza 17 gennaio 2014, n. 175 Fatto e diritto 1. Con ricorso al Tribunale amministrativo del Veneto, rubricato al n. 3769/2000, i signori Renato Grigoletto e Leandrina Tomaello impugnavano il provvedimento in data 4 ottobre 2000, n. 26/2000, con il quale il Comune di Marcon aveva ordinato la demolizione opere...
Consiglio di Stato, adunanza plenaria, sentenza n. 6 del 29 gennaio 2014. Riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e giudice amministrativo, in materia di controversie riguardanti la concessione e la revoca di contributi e sovvenzioni pubbliche, deve essere attuato sulla base del generale criterio di riparto fondato sulla natura della situazione soggettiva azionata
La massima 1. Il riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e giudice amministrativo, in materia di controversie riguardanti la concessione e la revoca di contributi e sovvenzioni pubbliche, deve essere attuato sulla base del generale criterio di riparto fondato sulla natura della situazione soggettiva azionata, con la conseguenza che: – sussiste sempre la giurisdizione del...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 22 gennaio 2014 n. 313. In tema di appalti la tempestività del ricorso va verificata sull’aggiudicazione definitiva
Consiglio di Stato sezione V sentenza 22 gennaio 2014 n. 313 N. 00313/2014REG.PROV.COLL. N. 07607/2012 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7607 del 2012, proposto da: Rialto Costruzioni s.p.a., in persona del legale...
Consiglio di Stato, adunanza plenaria, sentenza 24 gennaio 2014, n. 5. E’ ammissibile un ricorso per revocazione avente per oggetto l’impugnativa di un’ordinanza cautelare, in quanto detto istituto è suscettibile di applicazione anche all’ordinanza che pronuncia sulla domanda di sospensione dell’atto impugnato, essendo assimilabile, quanto ad efficacia decisoria, alla sentenza che definisce il merito
La massima 1. Anche alla luce del nuovo codice del processo amministrativo deve escludersi l’applicabilità della norma di cui all’art. 51, n. 4, c.p.c. – richiamata dalla norma di rinvio di cui all’art. 17 c.p.a. – che prevede l’obbligo del giudice di astenersi quando abbia conosciuto della causa in altro grado del processo, allorquando sia...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 17 gennaio 2014, n. 202. In sede di concorso a posti di pubblico impiego con esami scritti, al fine del rispetto della regola dell’anonimato, ciò che rileva non è tanto l’identificabilità dell’autore dell’elaborato attraverso un segno a lui personalmente riferibile, quanto piuttosto l’astratta idoneità del segno a fungere da elemento di identificazione, e ciò ricorre quando la particolarità riscontrata assuma un carattere oggettivamente e incontestabilmente anomalo rispetto alle ordinarie modalità di estrinsecazione del pensiero e di elaborazione dello stesso in forma scritta, in tal caso a nulla rilevando che in concreto la Commissione o singoli componenti di essa siano stati o meno in condizione di riconoscere effettivamente l’autore dell’elaborato. E’ da escludersi che possa operare un automatismo tra astratta possibilità di riconoscimento e violazione della regola dell’anonimato, dovendo emergere elementi atti a provare in modo inequivoco l’intenzionalità del concorrente di rendere riconoscibile il proprio elaborato.
CONSIGLIO DI STATO sezione V SENTENZA 17 gennaio 2014, n. 202 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5752 del 2001, proposto da: Cassese Domenico Fortunato, rappresentato e difeso dall’avvocato Luigi Petrone, con domicilio eletto presso Maria Calabrese in Roma, via G. Filippo Ingrassia, n. 21; contro Comune di Rionero in Vulture, in persona del...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 27 dicembre 2013, n. 6247. In costanza di proroga di una graduatoria concorsuale, la decisione di indire un nuovo concorso relativo all’assunzione degli stessi profili di quella graduatoria va congruamente motivata, poiché se non sussiste un diritto soggettivo all’assunzione in capo agli idonei, l’Amministrazione deve tenere conto sul piano ordinamentale che lo scorrimento delle preesistenti graduatorie deve costituire la regola generale, mentre l’indizione del concorso rappresenta un’eccezione; per cui è l’indizione che deve essere adeguatamente motivata sul perché si debba seguire un procedimento amministrativo di rilevante complessità ed accompagnato ad oneri di bilancio come un nuovo concorso pubblico, piuttosto che la chiamata di soggetti già scrutinati e dichiarati idonei a quelle determinate funzioni.
CONSIGLIO DI STATO SEZIONE V SENTENZA 27 dicembre 2013, n. 6247 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4022 del 2012, proposto da: Roma Capitale, in persona del legale rappresentante in carica, rappresentata e difesa per mandato in atti dagli avv. Andrea Magnanelli e Carlo Sportelli, domiciliatari in Roma, via del Tempio di Giove 21;...