Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 10 giugno 2014, n.24528 1. Il Tribunale di Palermo ha affermato la responsabilità dell’imputato in epigrafe in ordine al reato di omicidio colposo in danno di C.R. e lo ha altresì condannato al risarcimento del danno nei confronti delle parti civili. La sentenza è stata confermata dalla Corte...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 10 giugno 2014, n. 2960. L'onere di provare la data di ultimazione dei lavori entro il termine utile per ottenere il condono, grava sul richiedente la sanatoria, in quanto unico soggetto in grado di fornire qualche documentazione da cui si desuma che l'abuso sia stato effettivamente realizzato entro la data predetta, non potendosi ritenere sufficiente la sola allegazione della dichiarazione sostitutiva di atto notorietà
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 10 giugno 2014, n. 2960 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3849 del 2007, proposto da: Ba.Bu., Bu.Ma., rappresentati e difesi dall’avv. Ma.Fa., con domicilio eletto presso Ma.Fa....
Corte di Cassazione, sezione unite, sentenza 5 maggio 2014, n. 9568. La parte, in sede di ricorso per cassazione, "ha l'onere di indicare in modo esaustivo le circostanze di fatto che potevano condurre, se adeguatamente considerate, ad una diversa decisione, in quanto il detto ricorso deve risultare autosufficiente e, segnatamente "per potersi configurare il vizio di motivazione e' necessaria non solo la puntuale indicazione dei fatti controversi rilevanti e del successivo momento di sintesi
Suprema Corte di Cassazione sezione unite sentenza 5 maggio 2014, n. 9568 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ADAMO Mario – Primo Presidente f.f. Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. PICCININNI Carlo – Consigliere Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 giugno 2014, n. 12959. La trascrizione della donazione modale non vale a far acquisire all'onere un carattere reale, atteso il principio di tipicità dei diritti reali e la riconducibilità della donazione modale nell'ambito dei rapporti obbligatori
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 9 giugno 2014, n. 12959 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato in data 11-17 luglio 1997, la Provincia di Teramo conveniva in giudizio, innanzi al Tribunale di Teramo, la società RO.IM.CO. s.r.l. con sede in (omissis) , la società B.M. Bottonificio del Mezzogiorno s.r.l. in liquidazione,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 giugno 2014, n. 13217. Il fatto posto a fondamento dell'azione di disconoscimento della paternità proposta è costituito non già dall'adulterio (madre), ma dall'impotentia generandi assoluta ed irreversibile del genitore anagrafico, il cui accertamento è stato ritenuto sufficiente ai fini dell'accoglimento della domanda (introdotta dal nonno), anche alla luce di quanto riferito dal c.t.u. nominato nel giudizio di primo grado, il quale aveva ritenuto superflua l'effettuazione di indagini genetiche. Sono risultate inconferenti le argomentazioni svolte dalla madre in ordine all'inutilizzabilità dei risultati delle predette indagini, le quali presupporrebbero d'altronde l'avvenuta dimostrazione della riconducibilità del concepimento del minore ad un intervento d'inseminazione artificiale, la cui effettuazione, come si evince dalla sentenza impugnata, è rimasta assolutamente sfornita di prova.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 11 giugno 2014, n. 13217 Svolgimento del processo 1. – R.C., padre del defunto P.C., convenne in giudizio Z.H., vedova del figlio, e l’avv. G.F., in qualità di curatrice speciale del minore P.C., assumendo che quest’ultimo, nato dalla donna entro il trecentesimo giorno successivo alla morte del padre,...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza del 9 giugno 2014, n.12936. In caso ricorso per cassazione dopo l’ordinanza pronunciata ex articolo 348 bis cpc, l'esercizio del diritto di impugnazione contro la sentenza di primo grado potrà essere consentito solo se l'appello non sia stato tardivo e se i motivi di ricorso per cassazione riguardino punti della decisione di primo grado, che erano stati attinti dall'impugnazione in appello. Rientra tra i requisiti "minimi" dell'esposizione del fatto l'indicazione sia della tempestiva proposizione dell'appello, sia dell'oggetto dei motivi per i quali esso è stato proposto. Inoltre, siffatti requisiti "minimi" dovranno essere integrati anche dall'esposizione dei contenuti dell'ordinanza di inammissibilità, in funzione dell'ammissibilità del motivo di ricorso di cui al novellato n. 5 dell'art. 360 cpc, stante la limitazione del sindacato di legittimità ai motivi di cui ai numeri 1, 2, 3 e 4 della stessa norma, nell'ipotesi in cui «l'inammissibilità è fondata sulle stesse ragioni, inerenti alle questioni di fatto, poste a base della decisione impugnata
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza del 9 giugno 2014, n.12936 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SESTA SEZIONE CIVILE – 3 ORDINANZA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARIO FINOCCFIIARO – Presidente – Dott. ADELAIDE AMENDOLA Consigliere Dott. ANNAMARIA AMBROSIO – Rel. Consigliere Dott. RAFFAELE FRASCA – Consigliere – Dott. FRANCO DE STEFANO Vre...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 giugno 2014, n. 13026. Il tenore di vita al quale va rapportato il giudizio di adeguatezza dei mezzi a disposizione del coniuge richiedente è quello offerto dalle potenzialità economiche dei coniugi durante il matrimonio, quale elemento condizionante la qualità delle esigenze e l'entità delle aspettative del richiedente e, pertanto, ai fini dell'imposizione e della determinazione dell'assegno, occorre tener conto dell'incremento dei redditi di uno di essi anche se verificatosi nelle more del giudizio di separazione, in quanto durante la separazione personale non viene meno la solidarietà economica che lega i coniugi durante il matrimonio e che comporta la condivisione delle reciproche fortune nel corso della convivenza
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 giugno 2014, n. 13026 Fatto e diritto Rilevato che in data 11 dicembre 2013 è stata depositata relazione ex art. 380 bis che qui si riporta: 1. Il Tribunale di Siena ha dichiarato l’addebito della separazione dei coniugi D.F. e A.M. a carico del primo e ha...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 28 maggio 2014, n. 11991. Non può considerarsi prescritta la parcella dell'avvocato qualora l'onerato ammetta, sia pure implicitamente, in una raccomandata, di non aver estinto il debito o ne contesti l'entità
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 28 maggio 2014, n. 11991 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – rel. Consigliere Dott. SAN GIORGIO Maria Rosaria – Consigliere Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 10 giugno 2014, n. 13037. Il requisito della specificità dell'atto di accertamento deve dirsi osservato per il tramite dell'indicazione del giorno e dell'ora, della natura della violazione, del tipo e della targa del veicolo, nonché della località del verificarsi del fatto, senza necessità di ulteriori indicazioni non indispensabili ad assicurare il diritto di difesa dell'incolpato e ciò, in quanto l'infrazione deve essere contestata in breve periodo di tempo, entro il quale può aversi ancora un collegamento mnemonico con il fatto ascritto, così che il soggetto è in grado, anche con la semplice indicazione della via, di sostenere e provare che la sua vettura non si trovava affatto in detta località. Ne consegue che erroneamente il Tribunale ha delimitato i confini applicativi delle norme in esame pretendendo – in disparte da qualunque ulteriore accertamento resosi eventualmente necessario a tenore delle difese sviluppate dal trasgressore (neppure riportate nella gravata decisione) – che la semplice omessa indicazione del numero civico o della intersezione stradale a presidio della quale sarebbe stato posto il semaforo – pur in presenza di tutti gli altri parametri identificativi della condotta – facesse venir meno la specificità della contestazione e, quindi, determinasse un vulnus alla difesa del preteso trasgressore
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 10 giugno 2014, n. 13037 “1. – Il Comune di Salussola ha proposto ricorso per la cassazione della sentenza n. 501/2011 del Tribunale di Biella con la quale era stato respinto l’appello del medesimo ente territoriale avverso la decisione del Giudice di Pace di Biella che aveva annullato,...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 6 giugno 2014, n. 12830. In tema di responsabilità medica, il professionista è soggetto a responsabilità per i danni alla salute anche quando derivano da un intervento compiuto con perizia ma sulla base di un consenso assente o viziato, per il solo fatto oggettivo di aver omesso informazioni di carattere medico al paziente sottoposto all’intervento chirurgico
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 6 giugno 2014, n. 12830 Svolgimento del processo 1. B.E. convenne, davanti al tribunale di Perugia, il Dott. L.L. chiedendone la condanna al risarcimento dei danni subiti a seguito di un intervento di chirurgia estetica volto alla rimozione di un tatuaggio sulla spalla. Il L. , costituitosi, contestò...