Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 24 giugno 2014, n. 14326 Ritenuto in fatto 1. – Con ordinanza-ingiunzione in data 20 gennaio 2012, il Garante per la protezione dei dati personali ha intimato alla s.r.l. Manage Consulting International il pagamento della somma di Euro 10.400 a titolo di sanzione amministrativa pecuniaria per le violazioni...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 giugno 2014, n. 14325. In tema di difesa della proprietà, l’azione di rivendicazione si distingue da quella di restituzione, pur tendendo entrambe al medesimo risultato pratico del recupero della materiale disponibilità del bene. Esse infatti hanno natura e presupposti diversi. Con l’azione di rivendicazione, a carattere reale, l’attore assume di essere proprietario del bene e agisce contro chiunque ne disponga per conseguire nuovamente il possesso, previo riconoscimento del suo diritto di proprietà. Con l’azione di restituzione, di natura personale, l’attore mira ad ottenere non il riconoscimento di tale diritto, del quale non deve fornire la prova, ma la riconsegna del bene stesso, ed è sufficiente che alleghi l’insussistenza ab origine di qualsiasi titolo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 24 giugno 2014, n. 14325 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 25.6.2002, S., A., B., D., C., M., L., C. ed E.B., nonché P.S., premesso di essere (i primi nove, quali eredi di B.P.) proprietari di un appezzamento di terreno, sito in San Giorgio a...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 19 giugno 2014, n. 26596. La transnazionalità di cui all’art. 3 L. 146/2006 citato non dà luogo ad un'autonoma fattispecie di reato, costituendo un predicato riferibile a qualsiasi delitto, che non comporta alcun aggravamento di pena, ma produce gli effetti sostanziali e processuali previsti dalla stessa legge
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione V SENTENZA 19 giugno 2014, n. 26596 Ritenuto in fatto 1. N. srl (terzo interessato), N.P. , E.M. (terzo interessato) e I.P. ricorrono avverso l’ordinanza 20-1-2014 con la quale il Tribunale del riesame di Roma ha confermato il decreto di sequestro preventivo di beni immobili, mobili registrati e rapporti finanziari...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 giugno 2014, n. 27434. Per la configurabilità del reato, è necessario che le emissioni sonore rumorose siano tali da travalicare i limiti della normale tollerabilità, in modo da recare pregiudizio alla tranquillità pubblica, e che i rumori prodotti siano, anche in relazione alla loro intensità, potenzialmente idonei a disturbare la quiete ed il riposo di un numero indeterminato di persone, ancorché non tutte siano state poi in concreto disturbate, sicché la relativa valutazione circa l'entità del fenomeno rumoroso va fatta in rapporto alla media sensibilità del gruppo sociale in cui tale fenomeno si verifica, mentre sono irrilevanti e di per sé insufficienti le lamentele di una o più singole persone
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 giugno 2014, n. 27434 Ritenuto in fatto 1. Con atto depositato il 26 aprile 2013, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Ferrara ha decretato l’archiviazione del procedimento penale iscritto a carico di C.M.C. per il reato di cui all’art. 659 cod. pen.. 2....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 3 giugno 2014, n. 12416. L'"animus spoliandi" puo' ritenersi insito nel fatto stesso di privare del godimento della cosa il possessore contro la sua volonta', espressa o tacita, indipendentemente dalla convinzione dell'agente di operare secondo diritto ovvero di ripristinare la corrispondenza tra situazione di fatto e situazione di diritto, mentre la volonta' contraria allo spoglio da parte del possessore puo' essere esclusa soltanto da circostanze univoche ed incompatibili con l'intento di contrastare il fatto illecito come il suo consenso, l'onere della cui prova grava sul soggetto autore dello spoglio medesimo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 3 giugno 2014, n. 12416 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. MATERA Lina – rel. Consigliere Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. PARZIALE Ippolisto – Consigliere Dott. FALASCHI Milena...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 25 giugno 2014, n. 27528. La Corte d'appello Bari confermava la sentenza del Tribunale di Trani, sezione distaccata di Molfetta che aveva condannato l'imputato per appropriazione indebita aggravata dall'articolo 61 numero 11 codice penale e interruzione di pubblico servizio. L'imputato nella sua qualità di dipendente si era appropriato della linea telefonica e del collegamento via Internet determinando un evidente pregiudizio economico per la società per la quale prestava la propria attività. Egli inoltre aveva distolto le apparecchiature informatiche, operative 24 ore su 24 in quanto utilizzate per il monitoraggio degli impianti di pubblica amministrazione, dalla telegestione cui erano preposte, interrompendo, per la durata degli illeciti collegamenti, il servizio pubblico
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 25 giugno 2014, n. 27528 Motivi della decisione Con sentenza in data 3 dicembre 2013 la Corte d’appello Bari confermava la sentenza del Tribunale di Trani, sezione distaccata di Molfetta che il 19 giugno 2007 che aveva condannato G.L. per appropriazione indebita aggravata dall’articolo 61 numero 11 codice...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 giugno 2014, n. 23607. In tema di intercettazione di conversazioni o comunicazioni, il requisito dell'inidoneita' o insufficienza degli impianti installati presso la procura della Repubblica deve essere valutato tenendo conto della relazione tra le caratteristiche delle operazioni di intercettazione da svolgere nel caso concreto (monitoraggio di un imminente incontro tra associati) e le finalita' perseguite attraverso tale mezzo di ricerca della prova, per le quali risultano inadeguati gli impianti dell'ufficio di procura e necessario invece il ricorso alle apparecchiature esterne. In tema di operazioni di intercettazione telefonica od ambientale, in altri termini, il requisito della inidoneita' o della insufficienza degli impianti, previsto dall'articolo 268 c.p.p., comma 3, quale condizione legittimante l'utilizzo di impianti diversi da quelli installati presso gli uffici della Procura della Repubblica, puo' essere valutato anche con riferimento alle "esigenze investigative", qualora, come avvenuto nel caso in esame, esse siano rese manifeste nel decreto del P.M. che dispone le operazioni
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 giugno 2014, n. 23607 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. VECCHIO Massimo – Consigliere Dott. BONITO Francesco M. S. – Consigliere Dott. CAPOZZI Raffaele – Consigliere Dott. CASA...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 giugno 2014, n. 27193. In tema di cause di giustificazione, incombe sull'imputato, che deduca una determinata situazione di fatto a sostegno dell'operatività di un'esimente, se non un vero e proprio onere probatorio, inteso in senso civilistico, un compiuto onere di allegazione di elementi di indagine per porre il giudice nella condizione di accertare la sussistenza o quanto meno la probabilità di sussistenza dell'esimente. Ne consegue che la mera indicazione di una situazione astrattamente riconducibile all'applicazione di un'esimente, non può legittimare la pronuncia assolutoria ex art. 530 cpv. cod. proc. pen., risolvendosi il dubbio sull'esistenza dell'esimente nell'assoluta mancanza di prova al riguardo. (Nel caso di specie è stato ritenuto irrilevante che l'imputato si fosse allontanato da casa per acquistare un medicinale in quanto "stava male", atteso che non aveva dato neppure dimostrazione di non essersi potuto rivolgere ad un vicino di casa per poter risolvere quel suo problema)
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 giugno 2014, n. 27193 Ritenuto in fatto e considerato in diritto 1. Con la sentenza sopra indicata la Corte di appello di Firenze riformava parzialmente la pronuncia di primo grado del 07/10/2009, riducendo la pena, e confermava nel resto la medesima pronuncia con la quale il Tribunale...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 6 giugno 2014, n. 12798. Chi agisce per rivendicare i beni ereditari – eventualmente previo annullamento del testamento che ha chiamato all'eredita' il possessore di buona fede – puo' pretendere soltanto i frutti indebitamente percepiti, nei limiti fissati dall'articolo 1148 c.c.. Nella specie non risulta che sia stata fatta valere la mala fede della resiste – originaria attrice quanto alla percezione dei frutti, ne' che la mala fede di questa sia stato oggetto del contendere o di iniziativa probatoria volta a superare la presunzione vantata dall'erede testamentaria.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 6 giugno 2014, n. 12798 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TRIOLA Roberto Michele – Presidente Dott. MAZZACANE Vincenzo – Consigliere Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – Consigliere Dott. FALASCHI Milena...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 20 giugno 2014, n. 26804. L'evento del reato di lesioni va senz'altro ravvisato nella produzione delle ecchimosi attestate dal certificato rilasciato dal medico curante.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 20 giugno 2014, n. 26804 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata S.B. veniva ritenuto responsabile del reato di cui all’art. 582 cod. pen., commesso in Reggio Emilia l’11/11/2006 colpendo la moglie M.G.P. con calci e pugni, e condannato alla pena di €. 400 di multa. L’imputato ricorre...