Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 29 aprile 2015, n. 8620 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. ROSELLI Federico – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. BERNABAI Renato...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 24 marzo 2015, n. 5848. In tema di risarcimento danni di una S.p.A. e quindi di responsabilità (per mala gestio) di ex amministratori e (per omesso controllo) di sindaci di una società di capitali, il momento consumativo della condotta costituisce il criterio generale per l’individuazione del giudice dinanzi a cui incardinare l’azione: così, non rileva la trasformazione della S.p.A. in società a totale partecipazione pubblica, avvenuta successivamente alla realizzazione della medesima condotta giuridicamente rilevante. Pertanto, accertata la posteriorità della deliberazione societaria in modifica ‘pubblicistica’ dello statuto della S.p.A., va dichiarato il difetto di giurisdizione della Corte dei Conti in favore di quella civilistica
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE SENTENZA 24 marzo 2015, n. 5848 Ritenuto in fatto Con atti notificati nell’agosto e settembre 2010 la società Aziende Industriali Municipali Vicenza s.p.a. (in prosieguo indicata come Aim) ha citato in giudizio dinanzi al Tribunale di Vicenza i sigg.ri Bo.Sa., B.F., Be.Re., C. B., F.A., Fo.Si., M. A., P.V.,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 aprile 2015, n. 8713. Al fine di pronunciare la separazione, il giudice è tenuto a verificare, in base ai fatti obiettivi emersi, ivi compreso il comportamento processuale delle parti, l’esistenza, anche in un solo coniuge, di una condizione di disaffezione al matrimonio tale da rendere incompatibile, allo stato, pur a prescindere da elementi di addebitabilità da parte dell’altro, la convivenza. Ove tale situazione di intollerabilità si verifichi, anche rispetto ad un solo coniuge, deve ritenersi che questi abbia diritto di chiedere la separazione: con la conseguenza che la relativa domanda, costituendo esercizio di un suo diritto, non può costituire ragione d’addebito
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 aprile 2015, n. 8713 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo – rel. Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 maggio 2015, n. 9816. L’art. 424, 1 comma c.c., stabilisce che le disposizioni sulla tutela dei minori e quelle sulla curatela dei minori emancipati si applicano rispettivamente alla tutela degli interdetti e alla curatela degli inabilitati. E poiché al curatore del minore emancipato non si applica l’art. 379 c.c. né altra norma prevede indennità di sorta in suo favore, ugualmente il curatore dell’inabilitato non ha diritto ad alcuna indennità, nemmeno (come osservato in dottrina) in considerazione dell’entità del patrimonio o della difficoltà dell’amministrazione, secondo quanto è previsto invece per il tutore dall’art. 379 c.c.. Ciò corrisponde alla diversità dei due istituti di protezione dell’incapace e delle funzioni svolte al riguardo, ove si consideri che il curatore, a differenza del tutore, non rappresenta né si sostituisce all’incapace, ma si limita a sostenerlo integrandone la volontà, in modo da dare vita all’esterno ad una manifestazione unitaria
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 maggio 2015, n. 9816 Svolgimento del processo Il 30.3.2011 l’avv. C.C.A. , curatore dell’inabilitata O.M.B. , chiedeva al giudice tutelare del Tribunale di Busto Arsizio, sez. distaccata di Gallarate, la liquidazione di un’indennità ai sensi dell’art. 379 c.c. per l’importo complessivo di Euro 67.839,63, di cui 16.468,85...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 30 aprile 2015, n. 8839. Una volta accertato il difetto del presupposto della domanda proposta ai sensi dell’art. 156 cod. civ., ossia il dedotto peggioramento delle condizioni economiche dell’attore, il giudice deve rigettare la domanda di revisione delle condizioni economiche dell’accordo di separazione consensuale dei coniugi
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 aprile 2015, n. 8839 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo – rel. Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 30 aprile 2015, n. 8760. Ricorre il vizio di omessa motivazione della sentenza, denunziabile in sede di legittimità ai sensi dell’art. 360, comma 1, n. 5, cod. proc. civ., nella duplice manifestazione di difetto assoluto o di motivazione apparente, quando il giudice di merito ometta di indicare, nella sentenza, gli elementi da cui ha tratto il proprio convincimento ovvero indichi tali elementi senza una approfondita disamina logica e giuridica, rendendo in tal modo impossibile ogni controllo sull’esattezza e sulla logicità del suo ragionamento
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 30 aprile 2015, n. 8760 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI BLASI Antonino – est. Presidente Dott. CHINDEMI Domenico – Consigliere Dott. NAPOLITANO Lucio – Consigliere Dott. BRUSCHETTA Ernestino Luigi – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 14 maggio 2015, n. 20140. In tema di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, l’aggravante dell’ingente quantità, di cui all’art. 80, comma 2, d.P.R. n. 309/1990, non è di norma ravvisabile quando la quantità sia inferiore a 2.000 volte il valore massimo, in milligrammi (valore-soglia), determinato per ogni sostanza nella tabella allegata al d.m. 11/4/2006, ferma restando la discrezionale valutazione del giudice di merito, quando tale quantità sia superata
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 14 maggio 2015, n. 20140 Considerato in fatto 1. P.D. è imputato di avere illecitamente detenuto 8 kg di marijuana (principio attivo gr. 1143,61), quantità da considerarsi ingente, in (omissis). In esito a giudizio abbreviato il 21.9.09 il GUP di Bologna, con motivazione depositata lo stesso giorno ma...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 14 maggio 2015, n. 20132. Risponde di peculato il notaio che si appropria di somme consegnategli dai clienti al fine di pagare l’imposta di registro inerente atti di compravendita dallo stesso rogati. Ciò perché la condotta appropriativa viene posta in essere su somme di denaro possedute per ragione dell’ufficio notarile esercitato. Risponde, invece, di truffa aggravata il pubblico ufficiale che si appropri di somme di cui non ha già la disponibilità, ma che ottiene facendo ricorso ad artifici o raggiri
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 14 maggio 2015, n. 20132 Fatto 1.-. Con sentenza in data 31-1-13 il GUP presso il Tribunale di Reggio Emilia, all’esito di giudizio abbreviato, ha dichiarato V.G. colpevole dei reati a lui ascritti [con alcune limitate esclusioni oggettive quanto ai fatti di cui al capo B) e con...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 29 aprile 2015, n. 18073. Datore di lavoro, dirigente e impresa appaltante rispondono della morte del dipendente della cooperativa appaltatrice che, durante la pausa per la cena, cade accidentalmente su un nastro mobile non adeguatamente protetto e muore. Nonostante l’attività del lavoratore non avesse niente a che fare con il nastro stesso i profili di colpa contestati ai due imputati attengono alla mancanza di misure di sicurezza (blocchi e ripari delle parti mobili del nastro), all’omessa predisposizione di un documento di valutazione dei rischi da interferenze, nonché alla carenza di formazione dei lavoratori
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 29 aprile 2015, n. 18073 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. D’ISA Claudio – Consigliere Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott. ZOSO Liana M. T. – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 30 aprile 2015, n. 18235. Alla parte privata, nel processo penale, non è consentito l’uso di tale mezzo informatico di trasmissione, quale forma di comunicazione e/o notificazione, essendo solo ammesso, ma a partire dal 15/12/2014, l’uso della PEC per le notificazioni per via telematica da parte delle cancellerie nei procedimenti penali a persona diversa dall’imputato
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 aprile 2015, n. 18235 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – rel. Consigliere Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. BONITO Francesco M.S. – Consigliere...