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Corte di Cassazione, sezioni unite, ordinanza 23 giugno 2015, n. 13020. La ricusazione non possa essere proposta per la decisione assunta dal giudice su una precedente istanza di ricusazione, come in genere per l’adozione di un provvedimento giurisdizionale tipico, sol perche’ il detto provvedimento accolga una soluzione contraria all’interesse della parte. In altri termini, ove la ricusazione venga proposta addebitando al giudice di avere adottato o concorso ad adottare un provvedimento giurisdizionale tipico, al di fuori di quanto previsto dall’articolo 51 cod. proc. civ., n. 4 si e’ al di fuori dello statuto della ricusazione, non essendo individuabile nelle ipotesi tassative descritte nel citato articolo, richiamate dall’articolo 52 come altrettante ipotesi di ricusazione, quella dell’adozione di un provvedimento che non accolga le istanze della parte. Ne’ il rigetto delle istanze puo’ essere ascritto per cio’ solo a grave inimicizia del giudice, dovendo la grave inimicizia preesistere al procedimento nel quale il provvedimento e’ adottato. D’altra parte, l’anomalia del provvedimento, che pure potrebbe costituire sintomo della causa di astensione costituita dalla grave inimicizia, deve essere evidente e agevolmente riconoscibile in quanto tale, senza quindi che possa desumersi alcunche’ dal merito di una decisione adeguatamente motivata, ma non condivisa dalla parte

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite ordinanza 23 giugno 2015, n. 13020 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Primo Presidente f.f. Dott. RORDORF Renato – Presidente di sez. Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. NOBILE Vittorio –...

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Corte di Cassazione, S.U.P. sentenza 21 luglio 2015, n. 31617. Il giudice, nel dichiarare la estinzione del reato per intervenuta prescrizione, può applicare, a norma dell’art. 240, secondo comma, n.1 c.p., la confisca del prezzo del reato e, a norma dell’art. 322 ter c.p., la confisca del prezzo o del profitto del reato

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 21 luglio 2015, n.31617 RITENUTO IN FATTO 1. Con sentenza del 22 marzo 2013, la Corte di appello di Roma, in riforma della sentenza emessa il 16 dicembre 2009 dal Tribunale di Roma nei confronti di L.C., ha dichiarato non doversi procedere nei confronti del predetto imputato in ordine...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 giugno 2015, n. 24358. Nell’assenza di una disciplina transitoria, la declaratoria di non punibilità per particolare tenuità del fatto (articolo 131-bis del Cp, introdotto con il decreto legislativo n. 28 del 2015) è applicabile anche ai procedimenti in corso al momento della sua entrata in vigore e, quindi, anche a quelli pendenti in Cassazione. In tale evenienza, la Corte di legittimità, deve in primo luogo verificare l’astratta applicabilità dell’istituto, avendo riguardo ai limiti edittali di pena del reato. In secondo luogo, la Corte deve verificare la ricorrenza congiunta della particolare tenuità dell’offesa e della non abitualità del reato. Nell’effettuare questo secondo apprezzamento, il giudice di legittimità non potrà che basarsi su quanto emerso nel corso del giudizio di merito, tenendo conto, in modo particolare, dell’eventuale presenza, nella motivazione del provvedimento impugnato, di giudizi già espressi che abbiano pacificamente escluso la particolare tenuità del fatto

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 giugno 2015, n. 24358 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. RAMACCI Luca – rel. Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – Consigliere Dott. MENGONI...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 giugno 2015, n. 24384. Il principio discendente dall’articolo 6 della CEDU, obbliga – nell’ipotesi di reformatio in peius della sentenza di assoluzione – il giudice d’appello a rinnovare l’istruzione dibattimentale per escutere, nel contraddittorio con l’imputato, le prove orali, aventi carattere di decisivita’, di cui avverta la necessita’ di valutare diversamente l’attendibilita’ rispetto a quanto ritenuto dal giudice di primo grado

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 giugno 2015, n. 24384 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI TOMASSI Maria Stefani – Presidente Dott. CASSANO Margherita – Consigliere Dott. SANDRINI Enrico G – rel. Consigliere Dott. LA POSTA Lucia...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 giugno 2015, n. 23726. La richiesta di riparazione per l’ingiusta detenzione e’ ammissibile anche in relazione alla restrizione della liberta’ indebitamente sofferta per l’applicazione della misura di sicurezza del ricovero in una casa di cura

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 giugno 2015, n. 23726 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetana – Consigliere Dott. BASSI...