Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 30 marzo 2016, n. 6155 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – rel. Consigliere Dott. LOMBARDO Luigi Giovanni – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott....
Categoria: Corte di Cassazione
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 30 marzo 2016, n. 6108. Il versamento di sanzioni in misura ridotta a titolo di ravvedimento operoso, ex art. 13 del D.lgs. n. 472/1997, se non produce alcun effetto preclusivo in ordine ad un eventuale accertamento da parte dell’Ufficio, costituisce, al contrario, causa ostativa al rimborso di quanto versato a tale titolo da parte del contribuente, laddove l’istanza di rimborso sia fondata, come nel caso di specie, sulla carenza del presupposto sanzionatorio
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 30 marzo 2016, n. 6108 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI AMATO Sergio – Presidente Dott. CAPPABIANCA Aurelio – Consigliere Dott. FEDERICO Guido – rel. Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere Dott. CRICENTI...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 marzo 2016, n. 6054. E’ legittimo il licenziamento intimato dal datore di lavoro allorché risultino violati i generali doveri di correttezza e buona fede per aver il lavoratore, durante un periodo di assenza per malattia, svolto attività extra-lavorative (nella specie viaggi e attività venatorie) gravemente stressanti per il fisico, e in grado di pregiudicare o ritardare la sua guarigione e il rientro in servizio
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 marzo 2016, n. 6054 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VENUTI Pietro – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. CAVALLARO Luigi –...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 marzo 2016, n. 6049. Con la proposizione del ricorso per Cassazione, il ricorrente non può rimettere in discussione, contrapponendone uno difforme, l’apprezzamento in fatto dei giudici del merito, tratto dall’analisi degli elementi di valutazione disponibili ed in sé coerente; l’apprezzamento dei fatti e delle prove, infatti, è sottratto al sindacato di legittimità, dal momento che nell’ambito di detto sindacato, non è conferito il potere di riesaminare e valutare il merito della causa, ma solo quello di controllare, sotto il profilo logico formale e della correttezza giuridica, l’esame e la valutazione fatta dal giudice di merito, cui resta riservato di individuare le fonti del proprio convincimento e, all’uopo, di valutare le prove, controllarne attendibilità e concludenza e scegliere, tra le risultanze probatorie, quelle ritenute idonee a dimostrare i fatti in discussione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 marzo 2016, n. 6049 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. DE GREGORIO Federico...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 11 aprile 2016, n. 14768. Il danno da perdita del rapporto parentale deve essere provato da chi ne chiede il risarcimento. Non è sufficiente, a questo fine, dichiarare l’esistenza di un vincolo familiare con il deceduto, bensì occorre dimostrare sia la sussistenza della relazione parentale, sia la sua intensità. Tali questioni attengono al merito della pretesa e condizionano la risarcibilità del danno lamentato
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 11 aprile 2016, n. 14768 Ritenuto in fatto 1. La Corte di Appello di Venezia con sentenza in data 8 Maggio 2015 in parziale riforma della sentenza del Gip del Tribunale di Bassano del Grappa, il quale aveva riconosciuto la responsabilità di Sp.Le. per il reato di omicidio...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 aprile 2016, n. 6540. La responsabilità del giornalista per lesione dell’altrui onore o reputazione è esclusa dal legittimo esercizio del diritto di cronaca e tale esercizio è legittimo sia quando il giornalista riferisce fatti veri, sia quando riferisce fatti che apparivano veri al momento in cui furono riferiti (in virtù del principio della c.d. verità putativa). Ne consegue che al giornalista, convenuto nel giudizio di risarcimento del danno da diffamazione, per andare esente da responsabilità basta dimostrare non la verità storica dei fatti narrati, ma anche soltanto la loro verosimiglianza; fornita tale prova, è onere di chi afferma di essere stato diffamato dimostrare che la fonte da cui il giornalista ha tratto la notizia, al momento in cui questa venne diffusa, non poteva ritenersi attendibile
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 aprile 2016, n. 6540 Svolgimento del processo 1.- B.L. citò in giudizio il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca chiedendo che fosse condannato al risarcimento dei danni da lui subiti per il contenuto, ritenuto diffamatorio, di una lettera inviata dal Dirigente Scolastico del Circolo Didattico di (omissis) al...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 aprile 2016, n. 6560. La banca è tenuta, in via generale, ad una condotta diligente improntata alla conformità alle regole che presidiano la circolazione e l’incasso dei titoli in virtù di un obbligo professionale reciprocamente applicabile anche nei rapporti tra istituti bancari (la cd. diligenza dell’accorto banchiere), ma la speciale responsabilità, estesa anche alla condotta incolpevole, incombente sulla banca negoziatrice che abbia erroneamente consentito la riscossione, pur senza colpa, dell’importo di un assegno circolare da parte di chi non ne era titolare, può trovare applicazione esclusivamente nel rapporto tra tale istituto e l’intestatario effettivo. Solo sulla banca negoziatrice incombe l’obbligo, derivante dalla normativa speciale sopra richiamata, di pagare all’effettivo legittimato l’importo dell’assegno circolare pur se già corrisposto senza colpa ad un terzo presentatosi all’incasso. La regola non trova applicazione quando, come nella specie, la banca trattaria abbia agito nei confronti della negoziatrice dopo aver provveduto nuovamente a pagare l’importo dell’assegno circolare all’effettivo titolare verosimilmente in virtù del rapporto causale sottostante, non essendovi tenuta in virtù del peculiare regime giuridico di protezione del titolo in questione
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 aprile 2016, n. 6560 Svolgimento del processo La Banca Popolare di Sondrio aveva emesso un assegno circolare non trasferibile all’ordine di C.L. e lo aveva spedito a quest’ultimo il 14/4/2000. Qualche tempo dopo il C. aveva lamentato di non aver ricevuto l’assegno ma la banca gli aveva...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 aprile 2016, n. 6844. In materia di risarcimento danni per responsabilità civile conseguente ad un infortunio sportivo verificatosi a carico di uno studente all’interno della struttura scolastica durante le ore di educazione fisica, nell’ambito dello svolgimento di una partita, ai fini della configurabilità di una responsabilità a carico della scuola ex art. 2048 cod. civ., incombe sullo studente l’onere di provare il fatto costitutivo della sua pretesa, ovvero l’illecito subito da parte di un altro studente, e sulla scuola l’onere di provare il fatto impeditivo, ovvero di non aver potuto evitare, pur avendo predisposto le necessarie cautele, il verificarsi del danno; in particolare, non può essere considerata illecita la condotta di gioco che ha provocato il danno se è stata tenuta in una fase di gioco quale normalmente si presenta nel corso della partita, e si è tradotta in un comportamento normalmente praticato per risolverla, senza danno fisico, in favore dei quello dei contendenti che se ne serve, se non è in concreto connotata da un grado di violenza ed irruenza incompatibili col contesto ambientale e con 1 età e la struttura fisica delle persone partecipanti al gioco
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 aprile 2016, n. 6844 Ritenuto in fatto 1. – Con sentenza del luglio 2005, il Tribunale di L’Aquila rigettò la domanda proposta da S.A. e C.E. , nella qualità di genitori esercenti la potestà sul figlio minore A. , per sentir condannare il Ministero dell’istruzione e la...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 aprile 2016, n. 6939. In tema di sinistri derivanti dalla circolazione stradale, che l’apprezzamento del giudice di merito relativo alla ricostruzione della dinamica dell’incidente, all’accertamento della condotta dci conducenti dei veicoli, alla sussistenza o meno della colpa dei soggetti coinvolti e alla loro eventuale graduazione, al pari dell’accertamento dell’esistenza o dell’esclusione del rapporto di causalità tra i comportamenti dci singoli soggetti e l’evento dannoso, si concreta in un giudizio di mera fatto, che resta sottratto al sindacato di legittimità, qualora il ragionamento posto a base delle conclusioni sia caratterizzato da completezza, correttezza e coerenza dal punto di vista logico-giuridico. Tale principio ha trovato applicazione anche in relazione all’incidente oggetto del caso di specie, benché lo stesso sia consistito non in uno scontro tra veicoli ma, piuttosto, nell’investimento di un bambino da parte di un veicolo. Nel caso specifico la Corte d’appello ha ricostruito la dinamica dell’incidente, evidenziando che lo stesso era da ricondurre a responsabilità esclusiva del bambino, sbucato improvvisamente davanti alla vettura del conducente investitore, in modo che l’urto era stato inevitabile; ed ha specificato che nessun addebito di colpa poteva essere mosso al conducente investitore
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 aprile 2016, n. 6939 Svolgimento del processo E’ stata depositata la seguente relazione. «1. A.M. e D.B., nella qualità di genitori del figlio minore D. flutti, convennero in giudizio, davanti al Tribunale di Brescia, A.P., A.B. e la Reale Mutua Assicurazioni s.p.a., nelle rispettive qualità di proprietario,...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 8 aprile 2016, n. 6891. Dichiarata rilevante e non manifestamente infondata la questione di costituzionalità dell’art. 69, c. 7, del d.lgs. 30.03.01 n. 165 in relazione all’art. 117, c. 1, della Costituzione, nella parte in cui prevede che le controversie relative a questioni attinenti al periodo del rapporto di lavoro anteriore al 30.06.98 restano attribuite alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo solo qualora siano state proposte, a pena di decadenza, entro il 15 settembre 2000
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 8 aprile 2016, n. 6891 Ritenuto in fatto e diritto 1. P.M.C. , R.G. , La.Fr. con un primo ricorso e L.V. con un secondo, tutti medici esercenti la libera professione, adivano il Tribunale amministrativo regionale della Campania esponendo di aver svolto per il periodo gennaio 1988-dicembre 1997...