Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 aprile 2016, n. 15900 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMORESANO Silvio – Presidente Dott. LIBERATI Giovanni – Consigliere Dott. GAI Emanuela – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott. MENGONI...
Categoria: Cassazione penale 2016
Riconosciuto il reato di peculato a carico di un magistrato che in trasferta dopo aver effettuato l'attività d'ufficio si era trattenuto per motivi del tutto personali nella città. Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 aprile 2016, n. 15854.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 aprile 2016, n. 15854 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. GIANESINI Maurizio – Consigliere Dott. CRISCUOLO Anna – Consigliere Dott. SCALIA Laura – rel. Consigliere Dott. CORBO...
a) Il profitto, il cui conseguimento integra il dolo specifico del reato di ricettazione, può avere anche natura non patrimoniale; b) il profitto nel delitto di ricettazione è configurabile ogni qual volta, per effetto del reato, il patrimonio del soggetto agente s'incrementa di un bene dal quale il medesimo possa trarre un vantaggio e, quindi, in sé, idoneo a soddisfare un bisogno umano, sia esso di natura economico o spirituale, donde risponde del delitto di ricettazione l'agente che acquisiti o riceva farmaci e sostanze dopanti provento del delitto di cui all'art. 9, c. 7, Legge 376/2000; c) ai fini del delitto di ricettazione è irrilevante il movente, ossia la causa psichica che ha indotto l'agente ad agire, potendo il medesimo essere preso in considerazione ai soli fini del trattamento sanzionatorio. Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 14 aprile 2016, n. 15680.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 14 aprile 2016, n. 15680 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. DIOTALLEVI Giovanni – Consigliere Dott. RAGO Geppino – rel. Consigliere Dott. ALMA...
La pubblicazione telematica rafforza il carattere afflittivo della pena accessoria, poiché alla diminuzione o eliminazione della spesa per la pubblicazione corrispondono la capillare diffusione delle informazioni offerta dal sistema telematico in ragione del libero accesso ai documenti pubblicati ed alla loro indicizzazione da parte dei motori di ricerca e la tempestività della pubblicazione che le diverse forme cartacee certamente non assicurano. Pertanto, la modifica apportata all’art. 36 cod. pen., dal D.L. 6 luglio 2011, n. 98, art. 37, comma 18, convertito nella L. 15 luglio 2011, n. 111, non ha introdotto nel sistema penale una nuova pena accessoria, ma ne ha diversamente modulato il contenuto, sostituendo alla tradizionale forma di pubblicazione sulla stampa quella via internet, fatto che integra un fenomeno di successione di leggi nel tempo regolato dall’art. 2 cod. pen., comma 4, con la conseguenza che non è applicabile ai fatti pregressi la nuova disciplina, in quanto maggiormente afflittiva. Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 maggio 2016, n. 18728.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 maggio 2016, n. 18728 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 06.10.2015, la Corte d’appello di Genova confermava la pronuncia di primo grado resa dal Tribunale di Genova in data 27.04.2011 nei confronti di S.C. . Con detta pronuncia, era stata disposta la pubblicazione della sentenza,...
In tema di atti sessuali; il bacio sulla guancia, la cui natura di atto sessuale – al di là di classificazioni definitorie inammissibilmente autosufficienti – non è affatto scontata (ché anzi il bacio sulla guancia è, secondo consuetudine, percepito come manifestazione di affetto o dato in segno si o di saluto); si deve perciò far riferimento, come detto, alle circostanze concrete del caso. Ognuno vede, infatti, che una cosa è baciare repentinamente (ma puramente e semplicemente) una persona sulla guancia, altra è – per esempio – baciare un'alunna in luoghi appartati, trattenendola per i fianchi, chiedendole di essere baciati e rivolgendole apprezzamenti per il suo aspetto fisico , o il bacio sulla guancia dato nel tentativo di raggiungere la bocca. Nel caso di specie il semplice e fugace bacio sulla guancia, dato senza alcuna interferenza nella sfera sessuale della vittima, non possa essere oggettivamente considerato come "atto sessuale" alla stregua dei significato "sociale" che al gesto dell'imputato può essere oggettivamente attribuito. Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 maggio 2016, n. 18679
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 maggio 2016, n. 18679 Ritenuto in fatto 1.I1 sig. R.G. ricorre per l’annullamento della sentenza del 08/05/2014 della Corte di appello di Lecce – sezione distaccata di Taranto – che ha confermato la condanna alla pena di un anno e tre mesi di reclusione inflittagli il 27/01/2012...
La responsabilità penale di ogni componente di una equipe medica per un evento lesivo occorso ad un paziente sottoposto ad intervento chirurgico non può essere affermata sulla base dell’accertamento di un errore diagnostico genericamente attribuito all’equipe nel suo complesso, ma va legata alla valutazione delle concrete mansioni di ciascun componente, anche in una prospettiva di verifica dell’operato degli altri nei limiti delle proprie competenze e possibilità. Corte di Cassazione. sezione IV, sentenza 5 maggio 2016, n. 18780.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 5 maggio 2016, n. 18780 Presidente D’Isa Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 3 marzo 2015 la Corte d’Appello di Milano confermava la pronuncia di condanna resa dal locale Tribunale nei confronti di T.B. e V.M. per aver cagionato a S.N. al momento della nascita lesioni...
Diversamente da altre misure cautelari, la custodia cautelare in carcere è pienamente compatibile con la detenzione per l’espiazione di una pena detentiva, infatti esse sono eseguibili contemporaneamente. Ne deriva che, per tutti gli effetti "del computo dei termini di durata massima" – quindi anche quello ex art. 300, comma 4, cod. proc. pen. – l’instaurarsi della seconda non sospende il decorso della durata della prima, sicché la custodia cautelare in carcere perde efficacia "quando è pronunciata sentenza di condanna, ancorché sottoposta a impugnazione, se la durata della custodia già subita non è inferiore all’entità della pena irrogata". Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 maggio 2016, n. 18512.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 4 maggio 2016, n. 18512 Ritenuto in fatto 1. Il Tribunale di Genova, con provvedimento del 26/01/2016, ha respinto l’appello presentato nell’interesse di K.Y. escludendo che sia decorso il termine massimo della custodia cautelare in carcere alla quale è sottoposto dal 4 aprile 2015 per i reati ex...
Il mancato o inesatto adempimento da parte del difensore di fiducia dell’incarico di proporre impugnazione, a qualsiasi causa ascrivibile, non è idoneo a realizzare le ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore. Il mancato o inesatto adempimento da parte del difensore di fiducia dell’incarico di proporre impugnazione, a qualsiasi causa ascrivibile, non è idoneo ad integrare le ipotesi di caso fortuito e di forza maggiore – che si concretano in forze impeditive non altrimenti vincibili, le quali legittimano la restituzione in termini – sia perché consiste in una falsa rappresentazione della realtà, superabile mediante la normale diligenza ed attenzione, sia perché non può essere esclusa, in via presuntiva, la sussistenza di un onere dell’assistito di vigilare sull’esatta osservanza dell’incarico conferito, nelle ipotesi in cui il controllo sull’adempimento defensionale non sia impedito al comune cittadino da un complesso quadro normativo. Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 maggio 2016, n. 18716.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 5 maggio 2016, n. 18716 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza emessa il giorno 1 dicembre 2015, la Corte di appello di Bologna ha rigettato la richiesta di restituzione nel termine presentata da S.A. per proporre appello avverso la sentenza emessa dal Tribunale monocratico di Forlì in data...
La decisione di procedere alla registrazione del colloquio, in quanto assunta d’iniziativa da parte di uno degli interlocutori pur se all’insaputa dell’altro, ne rende legittima l’utilizzazione anche se detta iniziativa sia stata suggerita dal difensore e l’intercettazione sia stata resa possibile grazie agli strumenti messi a disposizione da un investigatore privato, trattandosi di professionisti al servizio della parte e non portatori di interesse terzo rispetto a cliente. Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 14 aprile 2016, n. 15627.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 14 aprile 2016, n. 15627 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAPALORCIA Grazia – Presidente Dott. GORJAN Sergio – rel. Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. SCARLINI Enrico V.S. – Consigliere Dott....
È sufficiente che le espressioni offensive rivolte al pubblico ufficiale «possano essere udite dai presenti» perché scatti il reato di oltraggio. Infatti, il bene giuridico fondamentale tutelato dall'articolo 341-bis del codice penale è il buon andamento della pubblica amministrazione, per cui «già questa potenzialità costituisce un aggravio psicologico che può compromettere la sua prestazione, disturbandolo – mentre compie un atto del suo ufficio – perché gli fa avvertire condizioni avverse, per lui e per la pubblica amministrazione della quale fa parte, e ulteriori rispetto a quelle ordinarie». Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 aprile 2016, n. 15440.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 aprile 2016, n. 15440 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. GIANESINI Maurizio – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. COSTANZO Angelo – rel. Consigliere Dott. RICCIARELLI...