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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 10 marzo 2016, n. 4734. Con riguardo ad un contratto preliminare di vendita immobiliare, qualora il promissario acquirente abbia agito in giudizio per l’esecuzione in forma specifica dell’obbligo di concludere il contratto definitivo, la sopravvenienza del fallimento del promittente venditore comporta che il curatore può esercitare, nell’ambito del processo non ancora esaurito (sia nel giudizio di primo grado che in quello di appello), il potere di recedere dal contratto, a norma dell’art. 72 ult. comma l. fall.; l’esercizio del potere di recesso tuttavia può determinare il rigetto della domanda giudiziale solo ove tale domanda non sia stata trascritta prima della dichiarazione di fallimento; ove, invece, l’attore abbia provveduto a trascrivere la propria domanda prima della iscrizione della sentenza dichiarativa di fallimento nel registro delle imprese, il recesso esercitato dal curatore non vale ad impedire l’accoglimento della domanda proposta ai sensi dell’art. 2932 cod. civ., ove sussistano i presupposti di legge, e la relativa sentenza è opponibile non solo al curatore, ma anche alla massa dei creditori, purché l’attore, dopo il suo passaggio in giudicato, abbia provveduto alla sua trascrizione

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 10 marzo 2016, n. 4734 Ritenuto in fatto 1. – D.P.C. convenne in giudizio la società “Edil S. Michele s.r.l.” e, premettendo che la convenuta era inadempiente all’obbligo di trasferirgli due appartamenti assunto con contratto preliminare stipulato inter partes, chiese che venisse pronunciata sentenza costitutiva ex art. 2932...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 marzo 2016, n. 4664. Negli edifici in condominio, le scale, con i relativi pianerottoli, costituiscono strutture funzionalmente essenziali del fabbricato e rientrano, pertanto, fra le parti di questo che, in assenza di titolo contrario, devono presumersi comuni nella loro interezza, ed anche se poste concretamente a servizio soltanto di talune delle porzioni dello stabile, a tutti i partecipanti alla collettività condominiale in virtù del dettato dell’art. 1117, n. 1, cod. civ. La circostanza che le rampe di scala, con il pianerottolo, qui in contestazione, integranti l’ultima parte della scala condominiale, siano poste fra l’ultimo piano dell’edificio di cui trattasi e le relative soffitte sottotetto, appartenenti ad un unico proprietario, e servano principalmente a mettere in comunicazione le considerate porzioni dello stabile non rileva ai fini in discorso, avuto riguardo al dato che la scala è, in sé, una struttura essenziale del fabbricato e serve a tutti i condomini di questo come strumento indispensabile per l’esercizio del godimento della relativa copertura.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 9 marzo 2016, n. 4664 Svolgimento del processo D.P.R. con atto di citazione dell’11 dicembre 1997 e, premesso di essere proprietaria di un fabbricato in (omissis) n. 6, sovrastante lastrico solare servito da una scala di accesso partente dal portoncino al civico n. 4, conveniva in giudizio davanti...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 10 marzo 2016, n. 4695. In tema di licenziamento, la valutazione della gravità dei fatto non va operata in astratto, ma con riferimento agli aspetti concreti afferenti alla natura e alla qualità del singolo rapporto, alla posizione delle parti, al grado di affidabilità richiesto dalle singole mansioni, nonché alla portata soggettiva dei fatto, ossia alle circostanze dei suo verificarsi, ai motivi e all’intensità dell’elemento intenzionale e di quello colposo. La gravità dell’inadempimento deve essere valutata nel rispetto della regola generale della “non scarsa importanza” dì cui all’art. 1455 c.c., sicchè la sussistenza in concreto di una giusta causa di licenziamento va accertata in relazione sia della gravità dei fatti addebitati al lavoratore – desumibile dalla loro portata oggettiva e soggettiva, dalle circostanze nelle quali sono stati commessi nonché dall’intensità dell’elemento intenzionale -, sia della proporzionalità tra tali fatti e la sanzione inflitta

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 10 marzo 2016, n. 4695 Svolgimento del processo La Corte d’appello di Milano, con sentenza depositata il 29 agosto 2012, ha confermato la decisione di primo grado, che aveva rigettato la domanda proposta da C.M. nei confronti di Surflex s.r.l., volta ad ottenere la declaratoria di illegittimità del...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 febbraio 2016, n. 3926 . L’illiceità del contratto deve essere riferita alle norme in vigore nel momento della sua conclusione e, pertanto, il negozio giuridico nullo all’epoca della sua perfezione, perché contrario a norma imperativa, non può divenire valido e acquisire efficacia per effetto della semplice abrogazione di tali disposizioni

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 febbraio 2016, n. 3926 Svolgimento del processo Con quattro distinti atti di citazione notificati tra il 24 ed il 25 marzo 2003, lo STUDIO ASSOCIATO G. DI CONSULENZA AZIENDALE, in persona del suo socio e legale rappresentante Dott. G.G. , convenne Z.M. , Z.P.D. , la M.Z....

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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 17 febbraio 2016, n. 3110. Sono esenti dall’imposta di registro tutti gli atti relativi ai procedimenti di separazione e di divorzio

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA sentenza 17 febbraio 2016, n. 3110 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHINDEMI Domenico – Presidente – Dott. BOTTA Raffaele – Consigliere – Dott. MELONI Marina – Consigliere – Dott. STALLA Giacomo Maria – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 10 marzo 2016, n. 4721. Ai fini della reintegrazione della quota di legittima lesa, il giudice di merito non può procedere alla riduzioni delle donazioni, senza aver prima ridotto tutte le disposizioni testamentarie e aver verificato che la riduzione di esse non è sufficiente a soddisfare il diritto del legittimario

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 10 marzo 2016, n. 4721 Ritenuto in fatto Ac.Mi. – nella qualità di erede legittimario del padre A.S. , il quale, con testamento olografo, aveva lasciato tutti i propri beni ai suoi due figli e attribuito la metà dell’usufrutto sugli stessi alla moglie D.E. – convenne in giudizio...