Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 22 aprile 2015, n. 8237 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI...
Categoria: Cassazione civile 2015
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 22 aprile 2015, n. 8184. L’Ufficio non può riprendere a tassazione un’area industriale ai fini Tarsu secondo il criterio della prevalenza ma deve sussistere sempre un’inerenza. Deve essere dimostrata, quindi, l’attitudine di una certa area in base alle sue caratteristiche a generare rifiuti speciali e non ordinari. Se quindi per l’amministrazione vige in linea generale questo adempimento, sul contribuente grava, invece, l’onere, di delimitare le aree, ai fini di una diversa imposizione
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 22 aprile 2015, n. 8184 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MERONE Antonio – Presidente Dott. CHINDEMI Domenico – Consigliere Dott. SAMBITO Maria Giovanna Concetta – Consigliere Dott. NAPOLITANO Lucio – Consigliere Dott. TERRUSI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 aprile 2015, n. 7998. Il pignoramento immobiliare è una fattispecie «a formazione progressiva», per cui la sola notifica dell’atto al debitore, in assenza della relativa trascrizione, non permette al giudice dell’esecuzione di dar corso alla vendita. Da ciò deriva anche che la rinuncia all’azione da parte dell’unico creditore che ha trascritto l’atto è sufficiente a far dichiarare l’estinzione del processo
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 20 aprile 2015, n. 7998 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere Dott. AMENDOLA Adelaide – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 17 aprile 2015, n. 7834. Quando a seguito della declaratoria di incompetenza da parte del giudice di pace, la causa prosegue in riassunzione davanti al tribunale ritenuto competente, questi può rilevare, a sua volta, la propria incompetenza e sollevare il conflitto per ragioni di materia o di territorio inderogabile, sempre che la fase di trattazione non si sia consumata davanti a lui – nella specie, per essere la causa già stata rimessa in decisione dopo la precisazione delle conclusioni ai sensi dell’art. 281-sexies cod. proc. civ. – con conseguente preclusione della questione di competenza
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 17 aprile 2015, n. 7834 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 3 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere Dott. BARRECA Giuseppina Luciana –...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 17 aprile 2015, n. 7830. È nulla la notifica eseguita mediante consegna dell’atto alla madre del destinatario non già presso l’abitazione di quest’ultimo, ma presso l’abitazione della madre medesima
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 17 aprile 2015, n. 7830 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETITTI Stefano – Presidente Dott. PARZIALE Ippolisto – rel. Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – Consigliere Dott. GIUSTI Alberto – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 14 aprile 2015, n. 7466. Quali sono i presupposti necessari per superare la relativa presunzione di comunione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 14 aprile 2015, n. 7466 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – rel. Consigliere Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. PROTO Cesare Antonio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 marzo 2015, n. 5482. Il principio di non contestazione, così come risultante dalla novella L. 69 del 2009, è applicabile esclusivamente ai giudizi introdotti successivamente all’entrata in vigore di tale novella (ossia successivamente al 4 luglio 2009).
Suprema Corte di Cassazione Sezione III Civile Sentenza 19 marzo 2015, n. 5482 Svolgimento del processo E.Z. ed I.B. hanno proposto ricorso principale per cassazione affidato a quattro motivi illustrati da memoria avverso la sentenza della Corte d’Appello di Trieste del 27.4.2011 che, in un giudizio di responsabilità professionale promosso dagli attuali ricorrenti principali nei...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 6 maggio 2015, n. 9100. Nell’azione di responsabilità promossa dal curatore del fallimento di una società di capitali nei confronti dell’amministratore della stessa, l’individuazione e la liquidazione del danno risarcibile dev’essere operata avendo riguardo agli specifici inadempimenti dell’amministratore, che l’attore ha l’onere di allegare, onde possa essere verificata l’esistenza di un rapporto di causalità tra tali inadempimenti ed il danno di cui si pretende il risarcimento. Nell’azione di responsabilità promossa dal curatore del fallimento di una società di capitali nei confronti dell’amministratore della stessa, la mancanza di scritture contabili della società, pur se addebitabile all’amministratore convenuto, di per sé sola non giustifica che il danno da risarcire sta individuato e liquidato in misura corrispondente alla differenza tra il passivo e l’attivo accertati in ambito fallimentare, potendo tale criterio essere utilizzato soltanto al fine della liquidazione equitativa del danno, ove ricorrano le condizioni perché si proceda ad una liquidazione siffatta, purché siano indicate le ragioni che non hanno permesso l’accertamento degli specifici effetti dannosi concretamente riconducibili alla condotta dell’amministratore e purché il ricorso a detto criterio si presenti logicamente plausibile in rapporto alle circostanze del caso concreto
CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE SENTENZA 6 maggio 2015, n. 9100 Ragioni della decisione Prima di affrontare la questione di diritto sulla quale le sezioni unite sono state chiamate a pronunciarsi, è necessario soffermarsi sull’eccezione d’inammissibilità del ricorso, proposta dalla difesa della curatela controricorrente. L’eccezione non appare fondata. 1.1. Va premesso che il motivo di...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 30 aprile 2015, n. 8791. Nel rapporto di impiego alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, il mero fatto del mancato godimento delle ferie non da titolo ad un corrispondente ristoro economico se l’interessato non prova che esso è stato cagionato da eccezionali e motivate esigenze di servizio o da cause di forza maggiore. Con specifico riferimento poi alla posizione del dirigente, si è affermato che il dirigente che, pur avendo il potere di attribuirsi il periodo di ferie senza alcuna ingerenza del datore di lavoro, non eserciti il potere medesimo e non usufruisca quindi del periodo di riposo annuale, non ha il diritto all’indennità sostitutiva delle ferie non godute, a meno che non provi la ricorrenza di necessità aziendali assolutamente eccezionali ed obiettive ostative alla suddetta fruizione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 30 aprile 2015, n. 8791 Svolgimento del processo 1. Con sentenza 18/7/08, la Corte d’appello di Firenze, confermando la sentenza 26/9/05 del tribunale di Pistoia, rigettava la domanda volta al pagamento dell’indennità sostitutiva delle ferie non godute, ritenendo che, in quanto dirigente in posizione apicale, vincolato per...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 maggio 2015, n. 8893. L’art. 2051 c.c. prevede una ipotesi di c.d. “responsabilità aggravata”, ovvero una fattispecie in cui la legge attenua l’onere della prova che grava su chi intenda domandare il risarcimento del danno. Questa attenuazione dell’onere della prova può avvenire con due gradi diversi di intensità, cui corrispondono inversamente altrettanti livelli crescenti di intensità del contenuto della prova liberatoria gravante sul responsabile
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 maggio 2015, n. 8893 Svolgimento del processo 1. II 30.10.1999 il sig. C.V. inciampò in una buca sul marciapiede della Piazza del Popolo di Latina, e cadde. In conseguenza della caduta patì una frattura dei metatarso. 2. Nel 2001 il sig. C.V. convenne dinanzi al Tribunale...