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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 16 gennaio 2014, n. 797. In tema di licenziamento le risultanze istruttorie, comunque ottenute e quale che sia la parte ad iniziativa o ad istanza della quale si sono formate, concorrono tutte, indistintamente, alla formazione del convincimento del giudice, senza che la diversa provenienza possa condizionare tale formazione in un senso o nell’altro, cosicche’ il principio relativo all’onere della prova, di cui all’articolo 2697 c.c., non implica affatto che la dimostrazione dei fatti costitutivi del diritto preteso debba ricavarsi esclusivamente dalle prove offerte da colui che e’ gravato del relativo onere, senza poter utilizzare altri elementi probatori acquisiti al processo. Ne consegue che l’accertamento dell’assenza di risultanze processuali, comunque acquisite, che dimostrasse, secondo la valutazione dei Giudici del merito, l’avvenuto verificarsi in concreto della prestazione del servizio a favore di un non socio, si traduce logicamente, stante il carattere negativo della circostanza medesima, nella prova della insussistenza del contrario.

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro Sentenza 16 gennaio 2014, n. 797 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. BANDINI Gianfranco – rel. Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BUFFA Francesco...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 21 gennaio 2014, n. 1115. La domanda diretta a far valere un credito nei confronti del fallimento e’ soggetta al rito dell’accertamento del passivo in sede endofallimentare; per cui tale domanda, ove proposta con il rito ordinario, deve essere dichiarata inammissibile o improcedibile, a meno che il danneggiato non dichiari che la richiesta di condanna nei confronti del fallimento deve intendersi eseguibile solo nell’ipotesi di ritorno in bonis. Detta improcedibilita’ e’ rilevabile d’ufficio anche nel giudizio di cassazione ma va coordinata con il sistema delle impugnazioni e con la disciplina del giudicato, in forza del principio di conversione della invalidazione nella impugnazione, al punto che la nullita’ che derivi da tale vizio procedimentale, ove non sia dedotta come mezzo di gravame avverso la sentenza che ne e’ affetta, resta superata dall’intervenuto giudicato, con conseguente preclusione di siffatta rilevabilita’ e della deducibilita’ ai fini dei successivi gravami

suprema Corte di Cassazione, sezione iii Sentenza 21 gennaio 2014, n. 1115 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Giovanni B. – Presidente Dott. CARLEO Giovanni – Consigliere Dott. D’ALESSANDRO Paolo – Consigliere Dott. SCARANO Luigi A. – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 15 gennaio 2014, n. 688. Anche ai dipendenti che usufruiscono dei permessi previsti dalla legge 104/92 per l’assistenza ai familiari handicappati, devono essere riconosciuti gli incentivi (articolo 18 legge 88/89). Si tratta, infatti, di compensi legati alla valutazione dei risultati raggiunti, slegata dal numero di ore o di giorni lavorati

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro Sentenza 15 gennaio 2014, n. 688 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. BANDINI Gianfranco – rel. Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BUFFA Francesco...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 27 gennaio 2014, n. 1634. Non c’è accettazione tacita dell’eredità quando il chiamato all’eredità paga un debito dell’eredità senza aver prelevato denaro dall’asse ereditario.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 27 gennaio 2014, n. 1634 Svolgimento del processo Con atto in data 31.3.2000 O.P. citava a comparire innanzi al tribunale di Messina M.M.F. , coniuge superstite del padre, O.C. , e la sorella consanguinea, O.A. . Chiedeva, previa declaratoria di nullità e/o inefficacia della rinunzia all’eredità del genitore,...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 gennaio 2014, n. 531. La mancanza di danno biologico non esclude la configurabilità in astratto di una danno morale soggettivo (da sofferenza interiore) e di un danno dinamico-relazionale, quale conseguenza, autonoma, della lesione medicalmente accertabile, che si colloca e si dipana nella sfera dinamico-relazionale del soggetto. Inoltre quando il fatto lesivo ha profondamente alterato il complessivo assetto dei rapporti personali all’interno della famiglia, provocando, come nel caso di specie, una rimarchevole dilatazione dei bisogni e dei doveri ed una determinante riduzione, se non annullamento, delle positività che dal rapporto parentale derivano, il danno non patrimoniale consistente nello sconvolgimento delle abitudini di vita del genitore in relazione all’esigenza di provvedere perennemente ai bisogni del figlio, sopravvissuto a lesioni seriamente invalidanti, deve senz’altro trovare ristoro nell’ambito della tutela ulteriore apprestata dall’art. 2059 cod. civ. in caso di lesione di un interesse della persona costituzionalmente protetto

suprema CASSAZIONE CIVILE SEZIONE III Sentenza 14 gennaio 2014, n. 531 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMATUCCI Alfonso – Presidente – Dott. AMBROSIO Annamaria – rel. Consigliere – Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere – Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere – Dott. VINCENTI Enzo – Consigliere...